Teatrino di Natale IL PASTORELLO con testo ed un esempio di realizzazione con personaggi e scenografia in lana cardata. E’ un racconto molto semplice e particolarmente adatto ai più piccoli.
Questo modo di presentare i racconti è molto utilizzato nelle scuole steineriane: mentre si racconta si muovono i personaggi davanti ai bambini, facendoli via via apparire dalla scenografia stessa. Alcuni punti del racconto possono essere sottolineati dal suono di campanelli, metallofoni, legnetti, bastoni della pioggia, ecc…
Realizzare personaggi ed animaletti in lana cardata è molto più semplice di quello che può sembrare, e per incantare i bambini non è affatto necessaria la perfezione… Se volete, potere trovare vari tutorial che ho preparato negli anni scorsi, cercando qui.
Personaggi:
– il pastorello
– la pecorella Biancaneve
– un uccellino
– uno scoiattolo
– una lepre
– un gufo
– un nano
C’era una volta un pastorello che possedeva un’unica pecora. E poichè era bianca come la neve, la chiamò Biancaneve.
Ogni giorno il pastorello andava con Biancaneve al pascolo, dove si potevano trovare erbe succose ed aromatiche.
Per poterla udire anche da lontano, le appese al collo un campanello d’oro.
Un giorno se ne andarono al pascolo già al levare del sole, e siccome aveva cominciato a fare caldo, erano entrambi assetati. Udirono venire, dal bosco vicino, un lieve sussurrare. Era proprio acqua? Appena si avvicinarono, videro una sorgente zampillare dalla roccia. Il pastorello si chinò, attinse l’acqua chiara con tutte e due le mani, e bevve, bevve a volontà.
Poi anche la pecorella bevve l’acqua che scorreva sui sassi come un ruscello.
Il pastorello però, tutto ad un tratto si sentì così stanco che non volle più proseguire. Si tolse il berretto ed anche la bisaccia. Si sdraiò lì vicino e si addormentò.
La pecorella, invece, corse via seguendo il ruscello, lontano,
sempre più lontano…
Quando il ragazzo si svegliò, si guardò intorno e cominciò a gridare, chiamando la sua pecora: “Biancaneve! Biancaneve!”, ma nessuno rispose.
Poi si mise a tracolla la sua bisaccia e si mise in cammino per cercare Biancaneve.
Per tutto il giorno continuò a cercare, fino a sera. Mancava poco al tramonto, e il pastorello si sedette su una pietra e si mise a piangere.
E mentre così piangeva, udì all’improvviso il canto meraviglioso di un uccellino che cantava la sua canzone della sera, e sembrava volesse consolare il suo pianto.
Appena l’uccellino tacque, il pastorello disse: “Ah, mio piccolo uccellino, io cerco Biancaneve, la mia pecorella”. L’uccellino fece cenno col capo e indicò con il becco la direzione del bosco. Di sicuro voleva dire: “E’ andata di là!” e poi se ne volò via.
Il ragazzo si alzò e riprese il cammino a grandi passi attraverso il bosco, sul muschio tenero e sulle pietre dure, ma ad un tratto sentì scricchiolare qualcosa in un cespuglio.
Era forse una volpe? O addirittura un lupo? Ma no, era un piccolo scoiattolo, che stava cercando una nocciola per la cena.
“Buonasera caro scoiattolo, hai forse visto Biancaneve, la mia pecorella?”
Lo scoiattolo scosse il capo e disse: “No, non so dove sia la tua pecora, ma ti voglio accompagnare dalla lepre. Ha le gambe lunghe e sa arrivare lontano”.
Insieme andarono verso la casa della lepre
La lepre si era trovata, per dormire, un buon rifugio tra i rami di un cespuglio. Lo scoiattolo ritornò nel bosco a cercare nocciole.
Il pastorello salutò la lepre e le chiese: Caro leprotto, non sai dove è andata a finire Biancaneve, la mia cara pecora?”
Anche il leprotto non lo sapeva, però gli disse: “Ti accompagnerò dal gufo che ha grandi occhi e vede anche di notte. Forse saprà consigliarti.
Si inoltrarono nel bosco. “Questo è il gufo” disse la lepre. Il gufo era appollaiato su un albero alto e con i suoi grandi occhi guardava il pastorello là sotto. La lepre ritornò nel suo nascondiglio.
Il pastorello si fece coraggio e gridò: “Buona sera gufo. Hai forse visto Biancaneve, la mia pecora?”
“No” disse il gufo “Non so dov’è la tua pecora, ma laggiù tra le radici abita un nano del bosco, forse lui ti può aiutare”.
Il pastorello si avvicinò e cercò la porticina tra le radici, bussò e gridò:
“Nano nanetto, stammi a sentire, la porticina vieni ad aprire”. La porticina si aprì e comparve un omino con una lunga barba.
Teneva in mano una piccola lanterna. “Non so dove sia la tua pecora, però ti voglio accompagnare e farti luce”.
Cammina cammina giunsero ad una buca profonda. Si fermarono ed udirono un tintinnio. Era forse il campanellino d’oro di Biancaneve?
“Beeeh… beeeh… ” faceva la pecorella. “Din din din…” faceva il campanellino.
Il nano del bosco fece luce con la sua lanterna: Biancaneve era giù in fondo, nella buca. Era caduta laggiù, e non sapeva più risalire.
“Aspetta, vengo a prenderti!” disse il pastorello, e scese nella buca.
“Beeeh… beeeh… ” faceva la pecorella. “Din din din…” faceva il campanellino. Che gioia quando il pastorello, arrampicandosi, vide Biancaneve! La prese e la tenne stretta tra le braccia. Tremava tutta.
Il nano del bosco, con la sua lanterna, si mise davanti a loro e li accompagnò finchè giunsero a casa.
Finalmente erano arrivati al sicuro e al caldo.
Il pastorello ringraziò il nano per l’aiuto ricevuto, ed il nano potè far ritorno nella sua casa tra le radici del bosco.
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E terminato il racconto, può cominciare il gioco…