STAMPA ARTISTICA materiale didattico vario per la scuola primaria.
La stampa
Sia inteso come accostamento o contrasto di luci e ombre che come modulazione di pura linea, si può desiderare di riprodurre lo stesso disegno in copie perfette.
Questa riproduzione fedele e di alta qualità non è stata possibile fino al momento in cui non si è applicato alle arti figurative il principio della stampa.
Con la stampa di sono sviluppate e perfezionate nei secoli alcune tecniche che hanno permesso un’espressione particolare, basata sul contrappunto rigoroso fra bianco e nero e sulla possibilità di una diffusione più vasta della stessa opera.
Poichè con tali tecniche è possibile raggiungere una secchezza di segno fortemente espressiva, una essenzialità di valori chiaroscurali ed una efficacia incoraggiante, avvicinarsi ad esse e sperimentarle è di grande importanza.
Le più semplici tra queste tecniche possono essere eseguite in classe e a casa: ad esempio la xilografia, la linoleografia e la puntasecca. Per eseguirle basterà una sgorbia o anche un chiodo appuntito o un temperino, con cui scalfire un pezzo di linoleum, una tavoletta di legno o una lastrina di zinco ben levigata.
Le altre tecniche a stampa (acquaforte e litografia) sono di più difficile esecuzione e richiedono strumenti ed attrezzature particolari.
Con l’acquaforte, la puntasecca e la litografia si possono ricavare più copie che saranno poi numerate dall’autore mediante una frazione, posta accanto alla firma, che indica nel numeratore il numero progressivo della copia stampata, e nel denominatore il numero totale delle copie. Così ad esempio la frazione 3/15 significa che quella stampa è la terza di quindici copie.
Per l’acquaforte e la puntasecca, l’esecuzione procede calcolando gli effetti come per un normale disegno, cioè scava per ottenere gli scuri e lascia intatte le zone chiare.
Viceversa, nella linoleografia e nella xilografia l’esecutore deve lavorare su un negativo. Poichè la stampa, per queste due tecniche, avviene per inchiostratura delle parti sporgenti, occorre scavare le zone che si desidera lasciar chiare, affinchè non ricevano l’inchiostro.
Acquaforte o incisione
E’ l’incisione di una lastra di rame su cui è steso uno strato di vernice protettiva. La vernice viene asportata, secondo un determinato disegno, per mezzo di una sottile punta metallica (un ago robusto conficcato in un bastoncino).
A questo punto la lastra viene immersa in una soluzione di acido nitrico (acqua forte): l’acido corrode il rame solo nelle parti restate scoperte dalla vernice protettiva, in seguito all’incisione.
A seconda della durata del bagno, e perciò della profondità della corrosione, l’incisore ottiene effetti più o meno intensi di chiaroscuro.
Quando il rame ha ricevuto l’impronta desiderata, si fa penetrare, con un tampone, l’inchiostro tipografico (di colore a piacere) nelle fessure e nelle zone scavate, detergendo il resto della lastra con una pezzuola e con il palmo della mano.
Si procede quindi alla stampa mediante torchiatura.
Conoscere il procedimento dell’acquaforte aiuterà, di fronte a un’incisione di valore, a valutarne la qualità, conoscendo la tecnica occorsa per ottenerla.
Per la presenza dell’acido, tale tecnica è sconsigliabile ai ragazzi, a meno che non si abbia la possibilità di essere assistiti da uno stampatore competente.
Puntasecca
E’ l’incisione su una lastra di zinco o di rame, assolutamente liscia, ottenuta mediante la forza del polso che incide con un ago.
La lastra viene quindi inchiostrata e stampata direttamente dopo l’incisione, senza bagni di acido.
Litografia
La litografia è il risultato a stampa di un disegno a linea o a macchia eseguito sulla pietra (o sulla carta litografica) con una speciale matita litografica (molto grassa) e con l’inchiostro litografico.
La litografia può essere eseguita a colore e per questo ha un’enorme diffusione.
Xilografia
La xilografia è l’incisione del legno ottenuta mediante l’uso di uno strumento tagliente e acuminato. Normalmente gli incisori si servono di un legno particolare, assolutamente liscio, noi però possiamo usare qualunque tavoletta o pezzetto di legno purchè piallato.
Incidiamolo anche con un chiodo, se non abbiamo altri strumenti, scaviamolo con un temperino o un coltello.
Il legno così inciso deve quindi essere inchiostrato per stampare l’immagine sulla carta mediante pressione.
Oggi la xilografia è tornata in uso; ma, in luogo del legno, si preferisce incidere un materiale più tenero ed elastico: il linoleum. Tale nuova tecnica prende perciò il nome di linoleografia.
Linoleografia
Il linoleum è un tessuto di iuta coperto da un materiale elastico a base di resine sintetiche, dello spessore di due o tre millimetri.
Per l’incisione è bene scegliere un linoleum non troppo sottile (almeno 3 mm ), per non correre il rischio di tagliare la sottostante superficie di iuta. Inoltre è bene sceglierlo di colore chiaro (avana chiaro, beige) per poter meglio seguire l’effetto dell’incisione.
D’inverno, se il linoleum è troppo indurito dal freddo, è consigliabile scaldarlo un po’ prima di usarlo.
La superficie del linoleum deve essere perfettamente liscia: passate quindi su di essa della carta vetrata sottilissima, prima di incidere.
Gli strumenti per l’incisione del linoleum sono costituiti da pennini durissimi e taglienti (sgorbie) di varie forme, a seconda del segno che si vuole incidere:
– a V più o meno largo
– a U più o meno tondeggiante.
Tali pennini si innestano su manici appositi (bulini) da usare facendo forza col palmo della mano. Quando i pennini perdono l’affilatura, potete ripassarli sulla pietra a olio, regolando l’inclinazione.
Per eseguire l’incisione, fissate la vostra lastra di linoleum su una tavoletta di legno con qualche chiodino, facendo in modo che la testina del chiodo non sporga troppo (altrimenti, durante il lavoro, potreste ferirvi).
Quindi impugnate saldamente il bulino e incidete procedendo dall’interno all’esterno, tenendo la sgorbia inclinata rispetto al linoleum. Non mettete mai l’altra mano davanti allo strumento, che potrebbe scivolare e procurarvi dei tagli.
Potete eseguire il vostro disegno per l’incisione direttamente sul linoleum (ma ricordate che la stampa lo riprodurrà rovesciato: tenete ben presente questa inversione, soprattutto se volete scrivere delle parole).
La linoleografia basa la sua espressione sull’accostamento violento di bianchi (i vuoti che farete) e di neri (le parti che verranno inchiostrate) senza possibilità di grigi (potrete però ottenere un effetto di mezzatinta tratteggiando alcune parti).
Occorre quindi semplificare al massimo il disegno.
Per procedere con più sicurezza, potete dipingere gli scuri con un pennellino intinto nell’inchiostro di China (gli altri inchiostri potrebbero sbavare).
Quindi scavate tute le parti chiare, lasciando intatte le parti dipinte a inchiostro. Ricordate che, a stampa avvenuta, le parti scavate resteranno bianche e le parti sporgenti risulteranno scure.
Cercate prima di tutto, col coltellino a V, di incidere le linee più sottili e di svuotare le zone più piccole.
Quindi prendete il coltellino semicircolare per svuotare le zone più grandi.
Per verificare l’effetto della vostra incisione, prima ancora di stamparla, spolveratela di talco o di farina e quindi ripulitela con una pezzuola: il talco resterà nelle cavità, dandovi perfettamente il senso del bianco della carta. Potrete ripetere questa verifica finchè non sarete soddisfatti del risultato.
Terminata l’incisione, ripulite bene la vostra tavoletta da tutti i residui di materiali e procedete all’inchiostratura in questo modo: spargete su una lastra di marmo, di vetro o di metallo un po’ di inchiostro tipografico e lavoratelo con un rullo di gomma, avanti e indietro, finchè il rullo non sia tutto uniformemente coperto di inchiostro (occorre però non sporcare gli intagli, anche i più sottili).
In generale, quando l’inchiostro comincia a crepitare, il rullo è pronto.
Passate il rullo inchiostrato sulla tavoletta a più riprese, avanti e indietro.
Prendete ora la carta, appoggiatela sul linoleum e pressatela con una bottiglia che farete scorrere in ogni senso: la stampa è fatta. A questo punto occorre essere prudenti ed attendere che si asciughi bene l’inchiostro.
Per stampare non scegliete carte grosse o granulose, a meno che non vogliate ottenere particolari effetti, ma sottili e lisce. L’ideale sarebbe la carta giapponese o carta di riso, ma potete usare anche una carta meno costosa.
Se avete delle carte piuttosto spesse, inumiditele prima della stampa: i neri risulteranno più intensi.