Pisa pesa e pesta il pepe del papa, il papa pesa e pesta il pepe a Pisa.

Un empio imperator d’un ampio impero scoppiar fece una guerra per un pero credeva conquistare il mondo intero, l’imperator, ma perse l’ampio impero.

Una rara rana nera sulla rena errò una sera, incontrando tal qual era una rara rana bianca, che sulla rena errava stanca.

C’è il questore in questura a quest’ora? No, il questore in questura a quest’ora non c’è.

Ruotano i raggi arrugginiti della ruota del carro che corre.

In un pozzo poco cupo si specchiò una volta un lupo che nel poco cupo pozzo andò a sbattere di cozzo, ben pensando di azzannare un feroce suo compare.

Al pozzo di messer Pazzino De’ Pazzi c’era una pazza che lavava le pezze. Venne messer Pazzino, prese la pazza e le pezze e le buttò nel pozzo.

Ho tre padri da parte di madre e tre madri da parte di padre.

Tra tre trite trote tre triglie in teglia stanno.

Un vetro di mezzo metro era tetro sul retro.

Zia Filippa e nonna Checca vendon seppie e scavan zucche.

Troppe feste, troppe teste, troppe tempeste.

In Asia sessantasei sosia siamesi si distesero assai sopra i sassi.

Se oggi seren non è, doman seren sarà. Se non sarà seren, si rasserenerà.

Trotta di gran trotto, o trottator di Trento. Se non trotterai, il trottatore che non trotta mai sarà contento.

Sotto un uscio tutto liscio cadde a striscio un grosso guscio. In una conca nuotano a rilento tre trote, cinque triglie e tinche cento.

Trentatre trentini, tutti e trentatre di Trento, entrarono trotterellando tutti e trentatre in Trento.

Date in dono a Dino due dadi e vi dirà dove dovete andare.

Sopra un ripido stipito tetto stava un ripido stipito merlo che col suo ripido stipito becco  si ripitistipitucchiava.

I gà, i gà, i gai i ghe ga, i gà e gambe.

Betta prendi un pettine e pettinami un po’.

A ghinucchiuni cughiennu u cuttune essennu cu ttia cuttuni cugghia.

La marmotta che pernotta nella grotta già borbotta che la pappa non è cotta quando è cotta, riborbotta, perchè scotta.

Filo fine dentro il foro se l’arruffi non lavoro non lavoro e il filo fine fora il foro come un crine.

Pesca fresca chiusa in tasca di Francesca; dalla tasca di Francesca scappa e casca fresca pesca.

Striglia il mulo e dagli paglia striglia l’asino che raglia poi la falce piglia, oh figlio cogli foglie pel coniglio.

Vidi vagar veloce venendo un vispo verdone volando nel vento.

Falcia il fieno fitto fitto il fittavolo felice.

Ferro e fuoco fanno il filo affilando fin la falce.

Su quel monte là, mirto e menta verde stan.

Se l’arcivescovo di  Costantinopoli si disarcivescovo-costantinopoli-zzasse vi disarcivescovo-costantinopoli-zzaste voi?

C’è una bulimacola da bulimacolare se mi muore la mia bulimacola chi mi imbulimacolerà la mia bulimacola?

Intorno al palazzo gira un povero pazzo cane date un pezzo di pane a quel povero pazzo cane.

In un coppo poco cupo poco pepe pesto cape.

Lievito lievitò, rilievitati un po’.

Ramerino, quand’è il tempo della tua sdiramerinatura? Quando verrà il tempo della mia sdiramerinatura mi sdiramerinerò senza paura.

Sotto la piazza di Sant’Andrea San Simon coton coglieva sotto la piazza di San Simone Sant’Andrea coglieva cotone.

La pica sul ceppo la spiga nel becco cade la spiga cala la pica.

Tre tazze strette dentro tre strette tazze stanno.

E’ passato lo stracciatoppe e non m’ha stracciatoppato quando ripasserà mi stracciatopperà.

Sulla torre di Ciribignoccola ha fatto il nido la ciribignoccola, se la ciribignoccola vorria i ciribignoccoletti andrebbero tutti in ciribignoccoleria.

Quattro quaglie stanno quatte nel quadrato di un cortile ma si squaglian come matte per un colpo di fucile.

Chi tocca di zucca la zucca di Checca fa zucca barucca e la zucca si ammacca. Che pacca, che s-ciocca!

Apro l’uscio e vo bel bello sulla riva del ruscello c’è uno sciocco pesciolino che risciacqua il pentolino e l’asciuga con la sciarpa mentre suona dolce un’arpa. Ma la sciarpa era la mia chi me l’ha portata via? Scendo lesto nel ruscello e vi scivolo bel bello.

Ti lascio l’ascia sull’uscio liscio tu l’ascia liscia sull’uscio lascia.

La mazza pazza spezza la tazza con stizza; la ramazza spazza i pezzi sgusciando nel mezzo. Le mezze pezze spezze le tezze con stezze; le remezze spezze e pezze sgescendo nel mezze. La mazza pazza spazza la tazza con stazza; la ramazza spazza a pazza sgascando nal mazza. Li mizzi pizzi spizzi li tizzi cin stizzi; li rimizzi spizzi i pizzi sghiscindi nil mizzi. Lo mozzo pozzo spozzo lo tozzo con stozzo; lo romozzo spozzo o pozzo sgoscondo nol mozzo. Lu muzzu puzzu spuzzu lu tuzzu cun stuzzu; lu rumuzzu spuzzu u puzzu sguscundo nul muzzo.

Scioglilingua gaio e bello per il bimbo ridarello con la fiamma che scintilla con la sciabola che brilla col pulcino dentro il guscio con la scimmia impertinente che fa ridere la gente.

Scioglilingua sciogli in fretta d’ogni bimbo la linguetta. Si sbaglia il coniglio se sceglie il giaciglio di foglie di tiglio, meglio la paglia per farsi un giaciglio.

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