I principi educativi di Sands school? L’opinione e le scelte di ogni studente sono altrettanto importanti di quelle di ogni membro del personale (senza alcuna distinzione gerarchica dei ruoli); ogni ragazzo ha diritto di scegliere liberamente i propri studi e di restare o meno alle lezioni; ha diritto di mettere sempre in discussione ciò che sta apprendendo; ognuno sviluppa le proprie conoscenze senza alcuna competizione, rispettando esclusivamente i propri tempi e i propri ritmi individuali senza problemi di promozione o di bocciatura. In pratica, ci si affida molto al buon senso. Viene difeso il diritto per tutti di avere un ambiente scolastico ricco e attraente: le responsabilità per il mantenimento di questo ambiente sono condivise da tutti. Le attività scolastiche (assistere a una lezione di scienze o pulire la cucina, per esempio) godono di pari dignità e sono svolte da tutti a rotazione. Ognuno resta nella scuola fino a quando lo desidera, ne trova beneficio e non crea problemi agli altri. Altro aspetto importante: la scelta degli insegnanti non dipende da una persona o da una commissione, ma dal voto dell’assemblea che decide se assumere o meno una persona dopo averla messa alla prova per un giorno o poco più.
Queste scelte e questi principi sono il frutto di discussioni tra il personale e gli studenti, perché, come sostiene David Gribble: «I bambini hanno un innato rispetto per se stessi. Sono credibili fino a quando sono considerati tali. Si prendono cura degli altri se anche loro sono trattati con considerazione. Ciò che la scuola dovrebbe fare è coltivare la naturale dignità del bambino». Infatti, alla Sands school il concetto e l’obiettivo educativo per eccellenza è la responsabilizzazione attraverso la pratica della libertà. La Sands è una scuola diurna, i ragazzi (tra i dieci e i diciotto anni) tornano a casa a metà pomeriggio. Le lezioni spaziano in tutte le materie scolastiche di base, quelle proprie del curricolo nazionale, ma anche attività e studi più particolari (per esempio, laboratori vari di manualità, drammatizzazione, musica, riflessologia, sport): gli insegnanti sono comunque considerati i responsabili dello sviluppo del curricolo ma le lezioni vedono una partecipazione diretta degli studenti alla definizione e allo sviluppo del processo istruttivo.
Nonostante la frequenza alle lezioni non sia obbligatoria quasi tutti vi assistono e la maggior parte alla fine vuole sostenere alcuni esami. Quelli che continuano dopo i sedici anni sostengono esami scolastici di livello superiore.
L’assemblea generale, alla quale partecipano tutti quelli che vivono all’interno dell’esperienza scolastica, è il luogo deputato a tutte le decisioni, anche quelle più difficili e delicate, come accogliere o rifiutare un nuovo studente o un nuovo insegnante. Ogni membro esprime un voto nella massima libertà e nella più completa uguaglianza. Racconta Hetty Holborne, uno studente: «La Sands school è diversa per il modo in cui è organizzata. I problemi sono risolti portandoli all’assemblea, dove se qualcosa non funziona può essere sempre modificata attraverso la discussione e il confronto. Tutte le persone possono essere come vogliono». Aggiunge Tom Currant, un altro studente: «La Sands school significa molto per me, perché è possibile divertirsi imparando e non più apprendere attraverso una tortura obbligatoria».
L’amministrazione scolastica viene delegata a una persona, ma anche in questo ambito l’assemblea è chiamata a pronunciarsi e a decidere su ogni nuova proposta. Le regole sono poche e chiare, frutto anch’esse dell’esperienza quotidiana di chi vive la realtà scolastica. Per esempio, tutti si fanno carico dei lavori di pulizia perché non vi sono persone addette a queste mansioni. Le sole vere regole sono il divieto assoluto di fare uso di droghe e alcol a scuola, si può fumare solo in un padiglione in giardino, chi esce dalla scuola durante il giorno deve avvisare un membro del personale. E anche tutte le piccole riparazioni e il giardinaggio sono fatti dai ragazzi, dai genitori, dagli insegnanti. Ogni decisione è frutto di più voci e sensibilità, con la consapevolezza della sua impossibile perfezione.
In effetti, l’immagine della scuola è meno importante dei problemi dei suoi studenti.
Un contesto che incoraggia la discussione aperta, libera, senza fini occulti, senza gerarchie e rapporti di dominio, aiuta ovviamente i ragazzi a sviluppare meglio i rapporti sociali rispetto a un sistema basato sull’imposizione di una disciplina. Tutto ciò che viene fatto e deciso ha come obiettivo quello di privilegiare il mantenimento di un’atmosfera serena e positiva.
Quando si instaura un rapporto sincero ed egualitario con i ragazzi, sostiene Bellamy, l’insegnante accetta di misurarsi con la propria capacità di riavvicinare i ragazzi al gusto per l’apprendimento, così i ragazzi saranno entusiasti della loro giornata scolastica e coinvolgeranno i genitori in questo processo formativo. Si verrà a creare un’interazione con i genitori, non più semplici fruitori passivi, ma partner attivi dell’intero percorso.
Consapevolezza e responsabilità
Lo scopo finale è la responsabilizzazione di ogni soggetto e in particolar modo dei ragazzi, stimolati continuamente a essere consapevoli delle loro scelte, a sviluppare un pensiero critico e autocritico. Ogni età ha un suo grado di responsabilità e pertanto deve essere rispettata e difesa per quello che è senza forzature né confusione alcuna. Questo è importante non solo nella scuola ma anche in famiglia.
Ci sono tre tipi di genitori che portano i figli alla Sands school: qualcuno perché è di moda, altri perché condividono il progetto educativo, infine quelli che hanno incontrato insieme con i loro figli problemi diversi nelle scuole statali o private.
Per questo l’azione della Sands verso i ragazzi coinvolge anche le famiglie: la partecipazione attiva dei genitori è richiesta e cercata come un elemento importante del processo formativo. Alla Sands è sempre l’individuo singolo al centro dell’educazione, ma c’è un pathos, un’atmosfera di gruppo che forma l’individuo e qui, dove i grandi proteggono con naturalezza e spontaneità i piccoli, si creano legami molto forti tra età diverse.
Ha ragione proprio Bellamy quando mi confida una sua convinzione: «Nel sistema educativo tradizionale c’è soprattutto una mancanza d’amore, vi è la paura di aprirsi e di essere se stessi, di parlare delle proprie emozioni e di viverle liberamente».
È difficile riassumere in poco spazio un’esperienza così intensa e profonda, ma la cosa impossibile è trasmettere l’atmosfera di libertà e felicità che si percepisce nella libertaria Sands school.
Francesco Codello