Recita per San Martino per bambini della scuola primaria, o per allestire un teatrino per i più piccoli.
Narratore: San Martino era un santo guerriero e viveva nei paesi del Nord dove già da novembre fa un gran freddo. Spesso, tutto avvolto nel proprio mantello per proteggersi dal gelo, egli galoppava sul suo bianco cavallo per le strade della sua terra, andando da un paese all’altro. Egli, in uno dei primi giorni di novembre, stava galoppando a briglia sciolta per una di queste strade di campagna. Era un giorno particolarmente freddo, e…
Martino: Questo gelo intorpidisce le membra e toglie il fiato. Per fortuna ho il mantello che mi copre e mi ripara…
Narratore: il cavallo scalpitava forte. Il respiro, uscendo dalle sue narici, si condensava in nuvole di vapore, e Martino…
Martino: La corsa fa sentir meno il gelo al mio cavallo. Ma che cosa vedo laggiù? Quei due che vengono lentamente sulla strada sembrano ombre avvolte negli stracci.
Narratore: Martino rallentò l’andatura del proprio destriero e quando i due uomini che aveva intravisti nella gelida bruma gli furono vicini, gli si strinse il cuore.
Martino: Poveretti! E’ dunque tanto grande la loro miseria da non avere nemmeno un mantello per ripararsi dal freddo?
Primo mendicante: Fammi la carità, o cavaliere! Ho freddo e ho fame.
Secondo mendicante: Fa’ la carità anche a me, buon cavaliere!
Narratore: Pietosa era la voce di entrambi i mendicanti e Martino pensò che avrebbe potuto lenire la sofferenza di uno di loro, donandogli metà del suo mantello. Si tolse il mantello, impugnò la spada e, con un taglio netto, recise a metà l’indumento.
Martino: Prendi questo, copriti le spalle e continua il tuo cammino. Non avrai più freddo.
Primo mendicante: grazie, cavaliere! Con questo tuo dono potrò raggiungere la città vicina senza il timore di morire assiderato.
Narratore: Il primo mendicante, avvolto nella calda stoffa, continuò felice il suo cammino, ma l’altro mendicante fece udire la sua lamentevole voce.
Secondo mendicante: E a me non dai nulla, cavaliere? Anch’io sono povero come lui! Anch’io ho freddo e fame!
Narratore: A Martino era rimasta soltanto una metà del mantello. Impugnò nuovamente la spada e la divise ancora.
Martino: Prendi, ravvolgiti in questo. Basterà per tutti e due.
Secondo mendicante: Dio ti ricompensi per la tua bontà, cavaliere! Ma ora avrai freddo… un quarto del mantello che avevi non basterà a ripararti dal freddo mentre cavalchi.
Martino: Se ripara te, riparerà anche me. Va’? Raggiungi anche tu la città. Io continuo il mio cammino.
Narratore: Martino spronò il suo destriero e partì al galoppo. Il suo mantello non svolazzava più. Era una pezza di stoffa gettata sulle spalle, ma sulle labbra del santo c’era un sorriso. Era felice di aver fatto del bene. E il cielo lo premiò con una improvvisa dolcezza dell’atmosfera, con una giornata di tiepido sole, sereno… Quel breve periodo che ancora oggi si chiama l’ “estate di San Martino”.
(adattato da D. Volpi e D. Forina)
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