“Sapevo che la culla si trovava nella cameretta di Bianca, e dovevo escogitare un espediente per fargliela portare fuori. Avevo scoperto che ogni giorno, a una certa ora, la bambina aveva l’abitudine di innaffiare i fiori che stavano sul davanzale della sua camera. Proprio sotto quella finestra c’era una mensola dove da diversi giorni era posata la culla che io volevo. Cosa feci allora? Mentre la bimba stava per sporgersi con l’innaffiatoio, io cominciai a farle il solletico dappertutto. L’innaffiatoio le cadde di mano e l’acqua di rovesciò, come avevo previsto, sulla culla. Così Bianca la prese e la portò in giardino ad asciugare. Fu uno scherzo per me, a quel punto, prenderla.”
Il mattino seguente il nano accolse Tonino con questa canzoncina:
“Gira in cerca di fortuna
sulla groppa della luna
cogli lungo il tuo cammino
tre diamanti ed un rubino
un pochino ti riposi
sotto gli astri luminosi
poi ti svegli e pian pianino
giungi al fin del tuo cammino
piedi uniti allor saltella
e dal ciel cogli una stella”
Tonino esegue con precisione, quindi come al solito traccia il segno con la mano e poi indovina il suono “C… culla“.
“Ora hai vinto la magia che gli oggetti porta via. Ma se la culla vuoi trovare, un bel po’ dovrai cercare. Or facciamo un altro gioco che si chiama acqua e fuoco. Acqua acqua grida il nano se dalla culla vai lontano, quando invece le vai vicino grida fuoco fuoco fuochino.”
Tonino comincia subito a cercare, passa varie volte accanto all’albero cavo dove è nascosta la culla, ma non vedendo l’apertura che durante la notte si era coperta di neve, non la trova. Questa volta il leprottino non resiste e con la coda gli suggerisce dove cercare, di nascosto da Frugolo. Poi tutto felice corre da Bianca. La bimba lo accolse con gioia, lo ringraziò contenta di riavere la sua culla e questa volta non chiese nulla.
E venne gennaio. Quel giorno il freddo era particolarmente intenso. Durante la notte Frugolo era uscito dalla grotta, portando fuori il lettino di Bianca. I suoi piccoli amici, ansiosi di sentire cosa avrebbe raccontato questa volta, erano lì ad attenderlo.
“Non è stato difficile per me, bravo come sono, portarmelo via. Quel giorno infatti la nonnna di Bianca l’aveva portato sotto il pergolato perchè stava ricamando il lenzuolino e le serviva prendere le misure. Io mi sono arrampicato sulle frange del suo scialle e sono saltato fin sulla sua spalla. Poi ho estratto dal sacco la mia arpa magica e ho cominciato a suonare una melodia lenta e dolce, e la nonna si è addormentata.”
Il mattino seguente Frugolo accolse Tonino così:
“Marcia indietro, fa il soldato
che i nemici l’ha avvistato
poi si accuccia e ben nascosto
non si muove dal suo posto
cauto scruta l’orizzonte
con la mano sulla fronte
un pochino si riposa
chè la strada è faticosa
deve il fango attraversare
senza mai potersi alzare
quando ben davanti a sè
verso destra muove il piè
fa due passi lunghi e lenti
poi si mette sull’attenti”
Al solito Frugolo ripete tutta la sequenza di prove: “Traccia il segno con la mano, questo è ciò che vuole il nano”
“Indovina indovinello, quale suono, oh pastorello, è nascosto in questo segno che somiglia a un bel disegno?” e Tonino capisce “L… letto“
Poi ancora: “Ora hai vinto la magia che gli oggetti porta via. Ma se il letto vuoi trovare, un bel po’ dovrai cercare. Or facciamo un altro gioco che si chiama acqua e fuoco. Acqua acqua grida il nano se dal letto vai lontano, quando invece gli vai vicino grida fuoco fuoco fuochino.”
E Tonino trova il letto.
“Ci vediamo il mese prossimo, Frugolo… aspettami, sarò puntuale!”
Il nano, sconfitto per l’ennesima volta, tornò arrabbiato nella sua grotta. Bianca invece fu molto contenta di riavere il suo lettino. Ora il pastorello non vedeva l’ora di riavere il suo tavolino. Se l’era costruito con tanto amore, poggiava su un ciocco alto e lungo e il piano l’aveva preparato lui stesso, lisciato e verniciato. Ma non aveva mai potuto usarlo.
Il nano come al solito, la notte prima dell’appuntamento con Tonino, era uscito dalla sua grotta, proprio per nascondere il tavolo, e come al solito si era vantato delle sue imprese con gli animali del bosco.
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