L’aurora
Era già rosso tutto l’oriente
e le cime dei monti parean d’oro:
la passeretta schiamazzar si sente,
il contadin tornava al suo lavoro.
Ritornavansi al bosco molto in fretta,
l’allocco, il barbagianni e la civetta.
La volpe ritornava al suo deserto.
Avea già la sollecita villana
alle pecore e ai porci l’uscio aperto.
Netta era l’aria, fresca e cristallina,
e da sperar buon dì per la mattina. (Lorenzo il Magnifico)

 

Mattutino
Svegliati, svegliati, campanaro,
la rondine canta, il cielo è chiaro!
Piglia la corda e suona le campane,
chè il fornaro vuol fare il pane,
ogni cuore vuol palpitare.
Ma in ogni casa mamma è desta,
e spalanca la finestra,
e fa tutto pian pianino,
chè ancora dorme il suo bambino.
(Dorme con le manine strette
e l’angelo chissà cosa ci mette!) (U. Betti)

 

 

Di sera
“Din don” fan le campane
“Andate a riposare!”
Risponde un uccellino:
“Cip cip, son qui a sognare!”
“Qua qua” gridan le rane
“Vogliamo un po’ cantar.”
“Pi pi” geme il pulcino
che non si vuol chetar.
“Bau bau” abbaia un cane
“Nessuno ha da passar!”
“Gnau gnau” dice il gattino
“Un topo vo’ acchiappar”.
“Zitti tutti… Piano piano
dorme alfine il mio bambino:
ora gioca assai lontano
in un grande e bel giardino,
dove sono gli angiolini…
tutti a nanna, bei bambini! (B. Pistamiglio)

 

 

La sera
Cadon due rintocchi
come fragili foglie
da un albero che trema.
Con le manine giunte
un bimbo le raccoglie,
balbetta una preghiera.
E d’incanto s’avanza,
su taciti sentieri,
estatica la sera. (G. Aimone)

 

 

Mattino, giorno, sera, notte
Quando langue a poco a poco
il bel foco
delle stelle, e pian pianino
si dilata su nel cielo
bianco un velo,
noi diciam: “Sorge il mattino.”
Quando il sol coi vivi lampi
brucia i campi,
e solenne squilla attorno
della cupola lontana
la campana,
noi diciamo: “E’ mezzogiorno”.
Quando il grande astro lucente
a occidente
volge in giù la propria sfera,
e la fresc’aura gradita
dolce invita,
noi diciamo: “Ecco la sera”.
Quando l’aere di rabbruna
e la luna
che le nubi in alto ha rotte
piove un raggio inargentato
sul creato
noi diciam: “Scende la notte” (E. Fiorentino)

 

 

Lo sbaglio del gallo
Alla casetta ove posava un gallo
picchiò la luna uscita fuor dal mare.
Vedendo l’aria empirsi di corallo,
si scosse il gallo, e si buttò a cantare:
“Chicchirichì, il sole è qui!”.
Tanto cantò che udirono le stelle
e risero fra lor del grosso abbaglio;
ma un vecchio asino aperse le mascelle
e protestò con un solenne raglio. (A. S. Novaro)

 

Notte
Scende la notte tranquilla e bruna,
non c’è la luna;
brillan le stelle a cento a cento,
non canta il vento;
regnano ovunque silenzio e pace,
l’assiolo tace. (D. Ferri)

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