Nella vigna
Sono là cinque operaie
che vendemmian tutte gaie;
metton l’uva nei cestelli
mentre cantano stornelli.
Hanno il dolce, nella bocca,
della man che l’uva tocca;
sono allegre, chiacchierine
come fossero bambine.
E la vigna? Dietro a loro
ha perduto il suo tesoro;
tutta l’uva va nel tino
e tra giorni sarà vino.
Ah, che brutto cambiamento!
E’ finito il godimento
degli uccelli e dei ragazzi
che per l’uva vanno pazzi.
Poi comincia la cuccagna,
in città come in campagna
(che col cuor mi si perdoni)
degl’ingordi ubriaconi. (F. Socciarelli)

 

Le castagne
Le castagne, sgusciate
fuori dagli acuti ricci,
son dagli alberi arsicci
quasi tutte cascate.
Son cascate di quando
in quando al suolo nero
con un tonfo leggero,
con un murmure blando;
son tornate monde
alla lor terra bruna
e liete, perchè ognuna
il suo bene nasconde.
Ognuna sa che un giorno
sarà, per una cena,
quello che è il pane, appena
vien levato dal forno,
e mammine e figlioli
sogna affamati e chini,
ed ombre di camini
e fumo di paioli. (M. Moretti)

 

Vendemmia
Grappoli neri, grappoli bianchi,
mai siamo stanchi di vendemmiar.
La vite è spoglia del suo bel frutto,
ci ha dato tutto. Può riposar.
Ora in cantina l’uva gorgoglia
ribolle e ha voglia di scappar fuor.
Ma qui nel tino deve restare,
per diventare rosso liquor. (da un canto toscano)

 

Vendemmia
Quando in ciel l’autunno appare,
sul finire dell’estate,
nelle vigne soleggiate
si comincia a vendemmiare.
D’uve bianche e d’uve nere,
quanti grappoli succosi,
dei bei chicchi saporosi
si fan colme le paniere.
Pigia, pigia… col pigiare
sono i chicchi ben schiacciati;
dentro i tini preparati
sta già il mosto a fermentare.
Poi quel mosto spumeggiante
che sobbolle dentro il tino
sarà presto nuovo vino
sano, fervido, fragrante.
E’ una festa, un’allegria,
sotto i pampini il lavoro.
Sparge il sole un velo d’oro
sull’ottobre che va via. (A. Mazzeo)

 

Castagne
E’ bella la castagna
è liscia e ben vestita;
è frutto di montagna,
è dolce e saporita.
Se vien dalla padella
col nome di bruciata
la castagnetta bella
è subito sbucciata.
Se vien dalla pignatta
col nome di bollotta
per tutti i denti è fatta
perchè morbida e cotta.
Se vien dal seccatoio
si serba per l’annata;
e con piacer l’ingoio
che sembra zuccherata.
Insomma in cento modi
si mangia la castagna.
Cantiamo pur le lodi
del frutto di montagna. (C. Callegari)

 

Le castagne
San Francesco, poverello,
vi ha prestato i bei colori
del suo logoro mantello
e cadete nel cestello
con un salto menestrello.
Son di spino i vostri cuori,
ma la brace che allegria
e che dolce compagnia,
quando strepita l’inverno!
Grassottelle, rilucenti,
salutate le sementi
ed il monte imbacuccato
nel lenzuolo di bucato. (I. Dell’Era)

 

Vendemmia

Nei campi è tutto un bagliore
di grappoli d’oro, di falci,
tutto un gioire di tralci,
che ostentano qualche rossore.
Nei campi è tutta una festa
di luci, di ombre, di canti;
ridon gli sguardi esultanti
per tanta messe rubesta.
S’alzan gli accenti sonori
delle più gaie canzoni
dai verdi rossi festoni
e dagli intrepidi cuori.
E s’ode insieme una schiera
di donne canterellare
nel cielo sereno, che pare
un cielo di primavera. (M. Moretti)

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