In questo modo, secondo Steiner, agiscono insieme estetica artistica ed estetica dell’anima.
Ora, al comparire della seconda, terza e quarta bambola, la prima non dovrebbe scomparire completamente. Tutti i “bambini” rimangono con la loro “mamma” o il loro “papà”. Tuttavia, almeno una volta all’anno, magari prima di Natale, potrebbero assentarsi momentaneamente, andando via in modo molto misterioso, per poi ricomparire la notte della vigilia, pulite e belle come il primo giorno, sedute sotto l’albero di Natale: sono andate incontro alla festa di Natale (o a Gesù bambino) e sono diventate più belle per tutto lo splendore visto in questi giorni.
E’ molto importante quindi, per l’antroposofia, tenere in grande considerazione (sulla base delle indicazioni antropologiche, estetiche e pedagogiche esposte da Steiner) il valore che questa bambola veramente bella possiede.
Cosa dobbiamo fare se nonostante tutta la nostra grande convinzione, il bambino desidera una “cosiddetta bella bambola”, cioè un piccolo robot, magati perchè ce l’hanno anche i bambini dei vicini?
Un educatore che è veramente convinto dell’importanza vitale che la bambola riveste per il bambino, può solo evitare che la fantasia infantile, delicata,viva, stimolante, venga aggredita sul nascere. Affidare al bambino questa cosiddetta bella bambola, equivale a frustare la mente del bambino, la sua fantasia, secondo Steiner in modo terribile.
Come fare? Il modo suggeriito è che l’adulto, sentendosi profondamente responsabile di fronte al bambino, prenda con sè questa povera bambola veramente bella, che improvvisamente vuole essere abbandonata dal suo “papà” o dalla sua “mamma” (cioè dal bambino), al posto del bambino stesso. L’adulto se ne prenderà amorevolmente cura e giocherà con lei, il bambino riscoprirà guardando quante meravigliose possibilità di gioco la sua bambola possiede, e quanto è bella, vi scorgerà tutte le caratteristiche che il piccolo robot non ha e non può avere…
Con questo ho voluto soltanto indicare come il bambino abbia una meravigliosa forza plastica che agisce interiormente, come il bambino di continuo lavori su se stesso come uno scultore. Dandogli la bambola fatta con un fazzoletto, le forze formative plastiche che dall’intero organismo salgono al cervello e che in realtà lo elaborano, dal sistema ritmico, dal respiro e dalla circolazione del sangue salgono dolcemente al cervello. Esse plasmano il cervello infantile, come lavora uno scultore che con mano agile e abile, compenetrata di spirito e di anima, elabora il materiale della sua scultura; tutto si svolge in plasmabilità e in sviluppo organico. (Rudolf Steiner, Vita spirituale del presente ed educazione).
Trovi la seconda parte qui: http://www.lapappadolce.