La testa non dovrebbe essere legata troppo strettamente all’altezza degli occhi, altrimenti facilmente perde la sua bella rotondità per assumere un aspetto più scimmiesco che umano, con la parte inferiore del viso troppo pronunciata.
La testa della bambola deve presentare una bella rotondità: questo ha una grande importanza per il bambino. Ogni rotondità stimola nel bambino la percezione del proprio io, e questa percezione lo riscalda e al tempo stesso, dice Steiner, “la rotondità in sè è collegata con tutto ciò che richiama lo stupirsi e il meravigliarsi“, e il meravigliarsi è uno degli elementi di base per un sano sviluppo dell’anima.
La più bella espressione del gioco infantile la troviamo nell’imitazione che il bambino fa dei gesti dell’adulto, delle sue attività condotte con responsabilità e moralità, del suo modo di rapportarsi col gli altri. Il bambino percepisce continuamente questi gesti, che poi agiscono sul di lui di per sè, indipendentemente dai risultati pratici che vogliono raggiungere. Nell’imitare tali movimenti che l’adulto compie in rapporto alla sua attività, il bambino assorbe la moralità e l’immoralità che si esprime in essi, e questa si impregna nei suoi giochi. Dopo il ventesimo anno questa qualità apparirà, rielaborata, come capacità di pervenire a giudizi autonomi. Nell’ambiente in cui vive un bambino, ogni adulto deve prendere coscienza, con piena responsabilità, che “esempio ed imitazione” sono le parole magiche del primo settennio, e che è perciò possibile influenzare con i nostri gesti, da lui osservati, percepiti ed imitati, tutto il futuro cammino di vita del bambino. Il bambino dovrebbe quindi avere la possibilità di sperimentare tutte le virtù umane su se stesso, altri bambini ed adulti, piante, animali, la terra, il cielo.
In questa realtà, nel bel mezzo di essa, si trova la bambola e al tempo stesso si trova al centro del campo pedagogico. Ad esempio, non esistono forse periodi nella vita del bambino, di durata più o meno lunga, in cui, a dispetto di qualsiasi ragionamento, risulta impossibile influenzare la sua volontà? In questo caso è certamente efficace un amorevole e serio discorso tra la madre e la bambola, che naturalmente comprende subito ciò che la madre desidera.
L’insieme dei rapporti ideali tra gli uomini e l’ambiente, quei rapporti sinceri, veri, pieni d’amore e di comprensione che si instaureranno più tardi nella vita, si preparano proprio in questi primi anni d’infanzia.
Abbiamo già accennato al liberarsi, per gradi successivi, delle forze plasmatrici. Da questo possiamo trarre ulteriori pensieri in relazione alla bambola.
Fino ai due anni e mezzo il bambino è quasi totalmente un essere di senso e al tempo stesso di volontà: attraverso la porta dei sensi completamente aperta, lascia penetrare in lui tutte le impressioni dell’ambiente circostante, senza opporre resistenza. Al tempo stesso la forte volontà si manifesta dapprima in modo caotico, e poi al crescere delle capacità di imitazione diviene sempre più consapevole. Questo caratterizza il bambino all’incirca fino al cambio dei denti.
Anche in questo primissimo periodo, fino ai due anni e mezzo, il bambino ha bisogno di una bambola. Ma quale bambola? In tedesco bambola si dice Puppe, e Verpuppen significa trasformarsi in crisalide. Esiste quindi una relazione fra queste due parole, tra la bambola e la farfalla. E il bambino piccolo, in effetti, somiglia molto alla farfalla avvolta nel bozzolo, che si prepara a volare.
Per questo secondo Steiner il bambino fino ai due anni e mezzo dovrebbe avere una piccola e solida bambola di legno, di bella forma, che può stare bene nella sua manina, ideale per essere presa bene con entrambe le mani, e anche per essere mordicchiata, cosa che può essere di grande sollievo mentre spuntano i dentini, come lo erano le radici di violetta della nostra nonna e bisnonna e che troviamo ancora oggi in commercio.
Più tardi, verso i tre anni, quando il bambino non mette più tutto in bocca, è il momento della bambola di stoffa annodata. Questa fase di mezzo, di cui Rudolf Steiner parla quasi esclusivamente in rapporto alla bambola, è secondo l’antroposofia un’anticipazione approssimativa di quello che avverrà in forma più manifesta dai 7 ai 14 anni. Entrambi questi periodi sono caratterizzati da una grande sete di bellezza.
Per questa bambola, quindi, bisogna curare moltissimo il senso estetico, e da adesso in poi non andrà mai trascurato in nessuna altra fascia di età. La bambola annodata può essere confezionata con maglina o altra stoffa color rosa, tipo i fiori di melo, e dovrà avere piccoli occhi ricamati, a forma di puntino o di stella.
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