La composizione

Abbiamo detto che i nostri bambini che seguono il metodo naturale, compongono fin dalla prima parola che scrivono, perchè la parola, per loro, è sempre espressione di pensiero. Quando il bambino scrive, sotto l’immagine di una scheda “Il sole è giallo”, compone, cioè esprime il risultato delle sue osservazioni.

Attraverso l’esercizio del “Com’è

e del “Cosa fa?

il bambino ha arricchito il suo linguaggio ed è sicuramente in grado di esprimere meglio il suo pensiero. A questo punto potremo iniziare il cosiddetto “Quaderno dei pensieri” dove il  bambino potrà esprimersi liberamente su qualsiasi argomento.

Il quaderno dei pensieri

Non appena i bambini saranno in grado di scrivere alcune frasi, possibilmente senza errori visto che ci serviamo di frasi brevissime anche composte semplicemente da soggetto e verbo, inaugureremo con una certa importanza un apposito quaderno, e in questo caso rinunceremo all’uso degli schedari, perchè si tratta di una cosa molto particolare.

Quando il bambino ha qualcosa da dire, quando desidera esprimere il risultato delle sue osservazioni, o parlare di un avvenimento che lo ha colpito, scriverà il suo pensierino  in questo particolarissimo quaderno. Naturalmente questo compito non verrà mai imposto, altrimenti si scadrebbe nel classico diario come elenco di attività ed avvenimenti noioso per i bambini e per l’insegnante. Ma noi sappiamo che i bambini hanno sempre voglia di parlare, di raccontare, di condividere ciò che hanno osservato a qualcuno, o ciò che li emoziona.

Se l’insegnante si è guadagnato il loro affetto, ecco che la mattina, non appena arrivano a scuola, i bambini avranno sempre qualche notizia da dare. Può essere un avvenimento straordinario (o almeno straordinario per loro), può essere una semplice osservazione (stamattina ho visto una violetta), può essere il risultato di una ricerca, ecc… Nei primi tempi lasciamo pure che il bambino parli, racconti, ma poi pian piano possiamo incoraggiarlo a scrivere queste cose sul quaderno dei pensieri.

L’insegnante deve sempre leggere ciò che il bambino scrive, limitandosi a correggere gli errori di ortografia, e lasciando invece che si esprima nella forma ingenua o anche illogica che gli è propria. In seguito, quando avrà imparato ad esprimersi meglio oralmente, passerà da solo ad una forma più corretta.

Quando scrivere sul quaderno dei pensieri? Certo non quando la classe è impegnata in un’attività che richiede la collaborazione di tutti, ma in tutti i momenti di lavoro libero e nel momento dell’accoglienza.  Questo aiuterà molto la classe a disciplinare spontaneamente l’ingresso in classe: l’esempio è infatti contagioso, e se un bambino si mette subito a scrivere, il compagno lo imiterà sicuramente, e pian piano lo faranno tutti. Appena un bambino ha finito, va a portare il lavoro all’insegnante che potrà subito correggere e dare il suo giudizio, sempre incoraggiante. Quando tutti avranno terminato, comincerà la lezione “ufficiale”.

Questa abitudine di scrivere spontaneamente durante i momenti dell’ingresso in classe può essere mantenuta anche nelle classi successive, ed i bambini vi prenderanno gusto e piacere.

Il dialogo

I bambini, anche in prima classe, si divertono molto a giocare a fare il teatro. Chiamiamone due ad assumere la parte di personaggi si un piccolo dialogo, per esempio tra il cane e il gatto, o fra il gatto e il topo. Pochissime battute, anche solo due righe; chiare, brevi, da trascrivere successivamente alla lavagna, andando a capo ad ogni battuta.

Ecco alcuni soggetti possibili di dialogo:

fra l’asino e il cavallo, fra l’uccellino in gabbia e quello in libertà, fra la nuvola e il vento, fra il sole e il fiore, fra il fiore e la nuvola, fra il fiore e il ruscello, fra la gocciolina di pioggia e il fiore, fra la mamma e il bambino, fra il nonno e il nipotino, fra il banco e la lavagna, fra due libri, fra due quaderni, fra la pecora e l’agnellino, fra la farfalla e il bruco, fra il fiore in boccio e quello sbocciato, fra il venditore e il compratore, fra la lampada e la luna,…

Autodettatura a memoria

L’insegnante scrive  una parola alla lavagna, poi la cancella. I bambini dovranno riscriverla a memoria. In un primo tempo si tratterà di parole facili, bisillabe, in seguito le parole saranno più difficili. Quando i bambini saranno diventati abbastanza abili, invece di una sola parola l’insegnante potrà scrivere una brevissima frase (articolo, nome, aggettivo, verbo): il cielo è azzurro, il fiore è sbocciato, l’uccellino canta, la nuvola è soffice, il gatto miagola, ecc…

Il riassunto

Questo è un esercizio difficile in prima classe per i bambini, che non hanno ancora sviluppato grandi capacità di sintesi. Ma, se si tratta di raccontini brevissimi, contenenti un fatto ben determinato, qualche cosa si può anche tentare. Ecco qualche raccontino di questo genere:

Le pratoline
Fra l’erba c0erano tante pratoline in boccio. Venne il sole e le pratoline si aprirono e sembrarono tante piccole stelle.

L’agnellino
Un agnellino stava nel prato. Volle andare lontano dalla sua mamma. Incontrò il lupo e il lupo lo mangiò.

La nuvoletta
Una nuvoletta andava per il cielo. Venne un vento freddo che la trasportò qua e là. La nuvoletta si mise a piangere. Sopo si ritrovò sopra una rosa ed era una goccia di acqua splendente.

Il bugiardo
Un bambino diceva sempre le bugie. Un giorno sognò che gli era diventato il naso lungo come quello di Pinocchio. Non disse più le bugie.

Il vento
Il vento un giorno si volle divertire. Strappò tutti i fiori del mandorlo e del pesco, fece sbattere le finestre e ruppe i vetri. Poi, quando fu stanco, ripiegò le ali e si addormentò.

La rondinella
La rondinella aveva viaggiato tanto per trovare il suo nido. Quando lo vide, entrò dentro, tutta contenta di essere finalmente a casa.

Il drago
Un drago mandava fuoco e fiamme dalla bocca. Tutti avevano paura di quel brutto drago. Ma questa è una fiaba.

La mosca imprudente
Una mosca era molto imprudente. Un giorno vide una bella cosa lucente e vi si posò sopra. Ma quella era una ragnatela e la mosca non potè più liberarsi.

La chiocciola
Una chiocciola andava piano piano. Una rana le chiese perchè andava così piano. La chiocciola rispose che aveva la casina addosso e non poteva andare più svelta.

Il pulcino prepotente
Un pulcino prepotente voleva essere nominato re del pollaio. Il Gallo Re lo sent+ e lo beccò sulla testa. Il pulcino non fu più prepotente.

continua nelle pagine seguenti (segui i numeri delle pagine):

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