L’autodettatura e la composizione in prima classe, secondo il metodo globale: indicazioni pedagogiche, idee per l’insegnamento, esercitazioni ed esercizi e molto altro ancora.
L’autodettatura è un esercizio molto importante, soprattutto in prima classe, perchè implica, da parte del bambino, oltre all’attenzione per scrivere bene la parola, anche lo sforzo per trovarla. Inoltre questo esercizio va fatto in silenzio e ciò stimola l’attenzione e il rispetto reciproco.
L’autodettatura può essere fatta in più modi. Nei primi tempi, quando i bambini non sono ancora molto sicuri di sè e le parole che riescono a scrivere sono molto semplici, si potrà ricorrere alle illustrazioni con le quali è possibile graduare l’esercizio.
L’insegnante mostra un cartoncino rappresentante ad esempio il sole. I bambini guardano e, in silenzio, senza pronunciare il nome, scrivono la parola sole. Un cartoncino con l’illustrazione del mare. I bambini, in silenzio, scrivono mare.
Quando i bambini saranno più sicuri, si può ricorrere alla dettatura muta con vari oggetti. L’insegnante tira fuori dal cassetto un oggetto per volta: una penna, una bambolina, un giocattolo, un fiore… Può darsi che qualche bambino scriva “una bambola” o anche “una bambola bionda”. Se queste anticipazioni non portano inconvenienti, si lascia fare, ma se si vede che il bambino scrive ad esempio le parole attaccate, piuttosto che correggerlo è meglio semplicemente ricordare che la regola del gioco è scrivere soltanto il nome della cosa mostrata.
Nell’autodettatura si segue una certa gradualità. Questa gradualità non è relativa alla conoscenza delle consonanti che, col metodo globale sono presentate tutte insieme, ma dalla complessità della parola.
I primi esercizi saranno costituiti da parole bisillabe: pane, mano, casa, mela, topo,…
Successivamente passeremo ai dittonghi: fiore, uovo, sedia, ruota,…
In seguito le parole trisillabe: gelato, geranio, tavolo, barile, camino,…
Quando poi vorremo esercitare i bambini in una speciale difficoltà e attirare su questa la loro attenzione, ecco che i nomi conterranno quella particolare difficoltà:
per le doppie: letto, gatto, mucca, carro, sacco,….
per la q: aquilone, quadro, quaderno,…
E così di seguito: braccio, prato, treno, grano; scimmia, scialle, sciabola, prosciutto; agnello, gnomo, ragno, stagno; giglio, coniglio, pagliaio, maglia,…
Naturalmente bisogna avere un bel corredo di illustrazioni.
L’esercizio può anche essere variato: l’insegnante tiene in mano un’illustrazione, ma non la fa vedere ai bambini. Si limita a descrivere il soggetto: “E’ bianco, coperto di pelo, placido, ha le corna, tirava l’aratro,…” e i bambini dovranno scrivere in silenzio la parola bue. Quando tutti i bambini avranno scritto, l’insegnante mostrerà l’illustrazione e i bambini potranno controllare il loro lavoro. Questo gioco può essere anche condotto dai bambini stessi.
L’autodettatura può essere fatta anche come esercizio individuale. Distribuiamo alcuni cartellini, almeno cinque o sei per bambino. In questi cartellini ci saranno soltanto le illustrazioni. I bambini dovranno scrivere il relativo nome sul loro foglietto.
Il vantaggio dell’autodettatura è evidente: l’attenzione del bambino deve essere rivolta anche a cercare il nome che dovrà scrivere.
Possiamo poi dare al bambino una sola illustrazione, ad esempio di una casa, e lui dovrà scrivere tutti i nomi che derivano da casa: casina, casetta, casone, casupola, …
Oppure, e allora l’esercitazione è volta a un altro scopo, diamo un’illustrazione che rappresenta ad esempio il bue, e il bambino dovrà scrivere il nome degli animali che appartengono alla famiglia del bue: mucca, manzo, vitello, toro,…
Per questi esercizi di autodettatura si possono anche compilare delle schede che conterranno un’illustrazione rappresentante gli oggetti o gli animali di cui il bambino dovrà scrivere il nome: ad esempio una scheda con un’illustrazione di una stalla con tutti gli animali che vi abitano. Il bambino dovrà scrivere il nome di questi animali. Oppure una scheda con un’illustrazione che rappresenta un mazzo di fiori. Oppure una scenetta, e il bambino scriverà tutti i nomi degli oggetti, animali, persone rappresentati nella scenetta. Qualsiasi illustrazione può essere utile per questi esercizi.
Oltre all’autodettatura dei nomi, si potrà fare anche l’autodettatura degli aggettivi e dei verbi.
I bambini, imparando a leggere e scrivere col metodo globale, compongono fin dalla prima parola che scrivono, perchè per loro nulla è meccanico, ma tutto viene da un lavoro di pensiero che è già composizione, o meglio espressione. Infatti, sopo aver passato i primi tempi a riprodurre e poi a scrivere spontaneamente il nome sulle schede e sui foglietti, saranno portati a scrivere le prime brevissime frasi, in principio magari limitate al solo nome e articolo…
La frase in disordine
Uno degli errori più comuni ai bambini, e non soltanto in prima classe, è quello di scrivere le parole attaccate. Si può cercare di ovviare a questo problema col gioco della frase in disordine.
Scriviamo le parole che compongono una frase in tanti pezzetti di carta, una per ogni pezzetto. Ad esempio: Il – sole – splende – nel – cielo.
I cartellini sono in disordine… chi sa ricomporre la frase?
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