L’area linguistica nella scuola primaria in chiave montessoriana. La lingua non è solo una conquista fatta da uomini che vissero molto tempo fa, e passata poi alle generazioni future. La lingua è anche una conquista personale, la conquista di ogni singola persona del passato, del presente e del futuro. Lo sviluppo del linguaggio è strettamente correlato alla tendenza umana all’esplorazione.

I primi esseri umani, che hanno saputo trovare strategie di successo per prendersi cura di se stessi e dei propri figli, hanno potuto farlo esplorando l’ambiente circostante. Per sopravvivere hanno avuto bisogno di individuare, autonomamente, i luoghi più sicuri, i cibi più nutrienti, gli oggetti più utili, gli elementi pericolosi.

Per assistere e proteggere gli altri, questi uomini hanno dovuto trasmettere queste informazioni, e questo ci porta a concludere che la comunicazione stessa è un bisogno umano.

Per comunicare esistono altri sistemi, oltre alla parola: gesti, espressioni facciali, vocalizzazioni non verbali. Possiamo trasmettere messaggi a distanza utilizzando fuochi di segnalazione, ad esempio. In questo caso il simbolo è un ausiliario della lingua, perché si basa su un accordo tra le persone: ad esempio un fuoco per dire sì, due fuochi per dire no. Ma senza un accordo precedente tra le persone, questi strumenti sono piuttosto generici e imprecisi.

E’ il linguaggio a rendere la nostra specie così diversa da tutte le altre. Possiamo essere abbastanza sicuri che i nostri antenati fossero in possesso di un sistema complesso e sistematizzato di suoni, cioè di un linguaggio, già quando il mammut e il rinoceronte lanoso popolavano la terra. Le testimonianze archeologiche dimostrano che l’uomo usava strumenti già un milione di anni fa. Questo fa supporre che questi uomini non solo avessero sviluppato le abilità manuali necessarie per costruirli, ma anche un sistema per passare agli altri uomini le informazioni sulla loro costruzione e sul loro uso.

Anche se non è possibile rintracciare con precisione l’inizio dello sviluppo del linguaggio umano, è chiaro che gli uomini abbiamo iniziato a comunicare in epoche antichissime, perché senza linguaggio non avrebbero potuto evolversi come hanno fatto. Secondo Maria Montessori la lingua è alla radice di quella trasformazione dell’ambiente che noi chiamiamo civiltà. La sola capacità di pensiero, infatti, non sarebbe stata sufficiente: gli uomini, per quanto intelligenti, non avrebbero potuto produrre decisioni ed accordarsi tra loro per la realizzazione delle loro opere. La lingua è quindi uno strumento del pensiero collettivo. Le parole sono legami tra gli uomini, e la lingua che essi usano si sviluppa e si ramifica in base alle esigenze delle loro menti.

L’area linguistica nella scuola primaria in chiave montessoriana

Esaminando il linguaggio umano, vediamo innanzitutto che esso nasce da un bisogno fondamentale dell’uomo che è il bisogno di comunicare; in seconda analisi possiamo affermare che il linguaggio è anche la chiave della nascita delle culture e delle società.

Ma la nascita del linguaggio risponde anche ad un altro bisogno umano: il bisogno di classificare e ordinare. Questo bisogno ha portato un certo gruppo umano ad usare tutti uno stesso nome per una data pianta, o per un dato luogo. Questo bisogno, in relazione al linguaggio, presenta due aspetti:

  1. è un accordo tra gli uomini sui suoni che devono essere messi insieme per formare le parole (fonologia)
  2. è un accordo tra gli uomini sul modo di mettere in un certo ordine le parole per dare senso ai messaggi (morfologia e sintassi).

L’ordine delle parole è importante per trasmettere messaggi chiari. Ogni lingua si basa su modelli di sintassi diversi. L’insieme delle regole che formano una data lingua si chiama grammatica.

Il linguaggio, inoltre, ha una componente emotiva: può essere usato per trasmettere informazioni precise, ma può anche avere il potere di influenzare lo spirito umano. Le parole possono incoraggiare, sostenere, entusiasmare, ispirare. Possono anche offendere, denigrare e scoraggiare. Esiste dunque una responsabilità legata all’uso del linguaggio.

Questa responsabilità, secondo Maria Montessori, è triplice:

  1. dobbiamo onorare gli uomini che sono venuti prima di noi, e comunicare con gli altri con spirito di cooperazione. Ognuno di noi è parte della storia umana. Il modo in cui noi usiamo il linguaggio oggi, determinerà il modo in cui esso verrà usato domani. Il linguaggio non è soltanto il collante della società, ma è anche lo strumento dell’espressione dello spirito umano.
  2. Dobbiamo usare un linguaggio chiaro e preciso. La chiarezza della parola è la manifestazione della chiarezza del pensiero.
  3. Dobbiamo avere il massimo rispetto dei bambini e del linguaggio che usiamo con loro, e contribuire alla formazione, all’amore, all’apprezzamento, all’uso rispettoso del linguaggio da parte dei bambini stessi.

Per questo dobbiamo aiutare i bambini a sviluppare chiarezza di pensiero e di espressione, sia nella scuola d’infanzia, sia nella scuola primaria.

Gli studiosi sono concordi nell’affermare che lo sviluppo del linguaggio nei bambini ha caratteristiche universali, cioè segue modelli specifici di acquisizione, che non dipendono dal luogo o dalla cultura o dalla lingua. Il bambino segue le stesse fasi di apprendimento, in Giappone, come in Italia, come in Germania. Secondo Maria Montessori non è la madre ad insegnare il linguaggio, ma esso si sviluppa naturalmente da sé, è una creazione spontanea.

Grazie alle sue potenzialità innate, grazie alla sua sensibilità per il linguaggio umano, il bambino piccolo è portato a riprodurre suoni, parole, ed infine forme grammaticali presenti nell’ambiente che lo circonda. Si tratta di una propensione nature e inconscia della mente assorbente, nel periodo sensibile per il linguaggio.

I bambini sono biologicamente programmati per parlare.

Questa spinta interiore si nutre della continua esposizione alla lingua, attraverso interazioni fonetiche e verbali con i familiari.

L’area linguistica nella scuola primaria in chiave montessoriana

Quando il bambino entra nella scuola d’infanzia è già in grado di utilizzare il linguaggio per conversare e partecipare alla vita di gruppo. In questo periodo il bambino perfeziona la sua padronanza della lingua, preparandosi alle esplorazioni ed alle scoperte che lo attendono nella scuola primaria. Le scoperte più interessanti che i bambini fanno dai 3 ai 6 anni, sono quattro:

  1. Ci sono più parole di quello che già conoscono.
  2. La lingua può essere visibile.
  3. I pensieri degli altri possono essere compresi attraverso questo linguaggio visibile.
  4. Le parole hanno una funzione e seguono un ordine.

Mentre nel periodo dai 3 ai 6 anni bambini si affidano all’esplorazione sensoriale, a partire dai 6 anni si affidano invece agli strumenti dell’immaginazione e del ragionamento.  Questi potenti strumenti consentono ai bambini di fare collegamenti e di comprendere i concetti.

In questa fase il bambino è pronto per affrontare il piano dell’Educazione Cosmica, che contiene tutti i semi della cultura e della conoscenza.  Il bambino comincia a vedere alcune delle interrelazioni che intercorrono tra uomo e ambiente. Tutte le aree del piano di studio sono collegate: storia, geografia, matematica, biologia, geometria, musica, arte e linguaggio.

L’area linguistica lega il tutto, perché siccome ogni area è l’espressione di pensieri e scoperte, ogni area dipende dalle competenze linguistiche acquisite dai bambini: ascolto, lettura, scrittura, pensiero astratto, ecc…

Innanzitutto presentiamo ai bambini la storia del linguaggio, con senso del mistero e meraviglia. Il bambino ha raggiunto già risultati importantissimi in campo linguistico, ora acquisisce la consapevolezza che è proprio attraverso il linguaggio, che gli esseri umani possono comunicare tra loro intelletto ad intelletto, spirito a spirito, cuore a cuore.

A partire dai 6 anni i bambini diventano esseri pienamente sociali: escono dalla cerchia strettamente familiare e il loro ambiente si estende dalla casa al mondo intero. Provano l’impulso interiore a conoscere al società, come si è evoluta, come funziona, e infine come contribuire ad essa. La lingua e le sue origini fa parte della società.

Un elemento della lingua che è bene coltivare con i bambini è l’etimologia delle parole: capire come parole che provengono dal Sanscrito, o dal Greco, o dal Latino, o dal Francese siano entrate nella lingua italiana possono da un lato spiegare qualche strana regola ortografica, dall’altro, soprattutto, mostrano ai bambini che la lingua non è un’entità autonoma sterile, ma è un qualcosa di vivo, è il risultato dell’interazione e della collaborazione tra esseri umani vissuti in luoghi e tempi diversi.

Queste esplorazioni non si svolgono certo assegnando ricerche, ma offrendo materiali appropriati ed incoraggiando i loro interessi. Non vogliamo fare dei bambini degli esperti di linguistica, vogliamo che essi si percepiscano come anelli della storia dell’uomo. Se i bambini arriveranno a sentire valore del linguaggio, a sentire cioè che esso è un dono che hanno ricevuto da altri e che a loro volta doneranno ad altri, i bambini lo utilizzeranno con rispetto e amore.

L’area linguistica nella scuola primaria in chiave montessoriana

Anche lo studio della grammatica contribuisce a creare questi sentimenti, e comprende tre aree tematiche principali:

  1. Lo studio della parola (sinonimi e contrari, suffissi e prefissi, nomi collettivi, ecc…)
  2. Lo studio delle parti del discorso (analisi grammaticale)
  3. Lo studio della frase semplice e complessa (analisi logica e analisi del periodo).

Queste aree tematiche alimentano nei bambini la chiarezza di pensiero e di espressione, stimolano nei bambini la capacità di pensiero critico e sono un mezzo per coltivare l’amore per la bellezza della lingua.

Durante il loro percorso scolastico, inoltre, i bambini affrontano vari tipi di composizione scritta: ricerche, interviste, biografie,riassunti, ma anche racconti inventati, testi teatrali e dialoghi, poesie. Si esercitano anche a prendere appunti e a scrivere sotto dettatura. Possono tenere un diario personale.

Durante il periodo della scuola primaria, i bambini sono particolarmente inclini al lavoro di gruppo, e conversazioni e discussioni ravvivano l’ambiente scolastico con dibattiti, contrattazioni, piani di lavoro, canti, litigi e via di seguito. E’ compito degli adulti indirizzare tutto questo potenziale verso la cooperazione e l’atteggiamento costruttivo. I bambini in questo periodo si preparano a far parte della società, e per questo hanno bisogno di imparare a comportarsi tra loro con gentilezza di modi e controllando il tono della loro conversazione, ad essere rispettosi non solo quando parlano con gli adulti, ma anche tra di loro.

L’area linguistica nella scuola primaria in chiave montessoriana

Per quanto riguarda la lettura, mettiamo a disposizione dei bambini libri per la lettura indipendente. L’adulto continua anche a questa età a leggere testi a voce alta ai bambini, scegliendo testi di qualità, anche per integrare con i classici le letture che i bambini fanno secondo i loro gusti, così da ampliare la loro esperienza letteraria, e scegliendo testi che per epoca o per autore sarebbero difficilmente presi in considerazione dai bambini di propria iniziativa. La lettura a voce alta da parte dell’adulto presenta anche altri vantaggi, quali arricchire il lessico dei bambini, mostrare loro stili letterari di qualità, stimolare la comprensione di significati sottointesi. Prima di intraprendere la lettura a voce alta di un classico, è bene introdurne l’autore ed il periodo storico.  Se scegliamo di leggere miti o leggende, l’introduzione riguarderà la cultura del popolo cui si riferiscono.

La lettura a voce alta inoltre deve riguardare anche testi poetici.

Secondo Maria Montessori gli educatori devono coltivare costantemente la loro capacità di leggere a voce alta, considerandola una dote importante, da sviluppare come un’arte.

Questo lavoro aiuta i bambini a sviluppare una prospettiva storica della letteratura, e li porta ad apprezzare i diversi stili della prosa e della poesia.

Ogni scrittore ha un modo di esprimersi che è unico, una sua voce personale. I bambini possono indagare differenze e somiglianze confrontando tra loro brani scritti da autori diversi. Alcuni scrittori usano molti aggettivi, altri ricorrono spesso a similitudini. L’uso dei materiali (simboli per le parti del discorso e per l’analisi logica) aiutano molto nello studio degli stili letterari.

Anche nella vita di tutti i giorni, prendere decisioni e giungere a conclusioni ragionevoli richiede l’uso della logica e una buona capacità di analisi. Gli apprendimenti legati all’area linguistica hanno, in fondo, lo scopo di formare esseri umani capaci di utilizzare le proprie conoscenze per formulare giudizi, in situazioni della vita nelle quali la direzione deve essere data dalla ragione e dalla volontà, e non dall’emotività.

Ogni decisione è preceduta dal pensiero e dalla volontà. Noi dobbiamo essere attenti nell’uso del linguaggio. Se le nostre parole sono usate in modo costruttivo, onorano lo spirito di collaborazione che ha determinato la loro nascita. Il linguaggio è un dono che si fa a tutti gli altri uomini, del presente e del futuro.

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