Steiner indica che i due procedimenti (dal tutto alla parte e dalla parte al tutto) vengano proposti contemporaneamente, conformemente al pensiero goethiano, che intuisce come il tutto (l’idea) genera il particolare da se stesso, conforme alla propria essenza, e poi sperimenta che quel particolare è una delle manifestazioni possibili dell’archetipo.
Questi due procedimenti sono il giusto respiro che prepara il giusto movimento del futuro pensiero: anche con il calcolo il bambino espira ed inspira e poi entra in rotazione attraverso tutte e quattro le operazioni.
4+5+9+7=25 porta il collerico a ripercorrere la via delle singole parti per vederle unite in una somma. Se nella vita il collerico riuscirà a correggere la miopia che gli impedisce di cogliere l’armonia dell’interazione fra gli esseri, potrà essere una guida coraggiosa, potrà dar corpo a vigorose iniziative, proporzionando le energie alla realtà degli eventi. Al collerico, legato al fuoco, Steiner fa percorrere, come secondo momento, proprio la via dell’addizione consona al flemmatico, come a dire:”Una buona secchiata d’acqua fa bene!”.
30:5=6 viene proposta al flemmatico, che dovrà affrontare la parte e vederla, ripetutamente, ritmicamente, nel tutto. E se il flemmatico potrà nella vita porgere il suo animo al suono degli altri esseri, singolarmente intesi, vedrà animarsi quel mondo che, da distaccato spettatore, lasciava apaticamente distendersi intorno a lui. Con vera tolleranza e con uno sviluppato senso del bene sociale, potrà allora muoversi nel mondo e sarà anche capace di ampie vedute, di arditi nessi, di lungimiranza.
La divisione è adatta al focoso collerico. Presentata nella forma usuale al flemmatico, sarà come una ventata di calore che potrà generare un cambiamento di stato e di direzione: dall’orizzontale del fluido, all’ascesa del vapore.
Per quanto riguarda la moltiplicazione da proporre al malinconico, bisogna far leva sulla proprietà commutativa, per la quale cambiando l’ordine dei fattori il prodotto non cambia. Al malinconico spetterà il compito di di comprendere che se 8×7=56 anche 7×8=56, mentre 56:8=7 e 56:7=8. Il malinconico insomma sperimenta che due numeri, il 7 e l’8, conducono allo stesso prodotto. E se sia al 7 sia all’8 può accadere di pervenire al 56, sarà allora possibile nella vita che gli esseri abbiamo comunanza di percorso, che le disposizioni, i moti dell’anima dell’uno, possano anche riguardare le disposizioni e i moti dell’anima dell’altro. La tendenza alla pesantezza di terra, al senso di solitudine ed autocommiserazione proprie del malinconico, vengono così sottilmente educate attraverso il movimento particolarmente ricco, aereo e levitante della moltiplicazione sanguinica. E quanta solidarietà, quanta capacità di comprensione potrà manifestare un malinconico che riesce ad uscire dalla sua unilateralità!
Infine facciamo fare la sottrazione usuale al sanguinico: 18-7=11. La priorità è data dal sottraendo che, da un punto centrale, agirà sul minuendo dando una precisa differenza. Direttamente, questa volta, il sanguinico compirà lo sforzo di concentrare la propria attenzione verso il centro e non verso la periferia. Così domani, la sua esuberanza, il suo entusiasmo, la sua permeabilità alle metamorfosi del mondo poggeranno sulla terra di un baricentro riconquistato. Riconquistato anche grazie all’esercizio di sottrazione, così familiare al malinconico.
Fonti:
e appunti personali dal Seminario di Formazione in Pedagogia Steineriana.