Il senso del tatto, Bruno Munari, Maria Montessori, e…Secondo Bruno Munari la conoscenza del mondo, per un bambino, è di tipo plurisensoriale, e tra tutti i sensi il tatto è quello maggiormente usato. Ma mentre l’educazione alla visione ed alla comunicazione viene praticata in tutte le scuole, l’educazione tattile non viene presa sufficientemente in considerazione…
Anche secondo Maria Montessori l’educazione dei sensi, tra cui il tatto, è della massima importanza. Nella didattica montessoriana l’educazione dei sensi ha come obiettivo quello di affinare la percezione per mezzo di esercizi ripetuti; il materiale didattico sensoriale utilizzato rende possibile l’autoeducazione del bambino ed una formazione metodica dei sensi. Si tratta in generale di oggetti che attirano l’attenzione spontanea e che contengono una gradazione razionale di stimoli.
Secondo Bruno Munari, mentre la vista dà una percezione globale delle cose, l’udito e il tatto danno percezioni lineari, cioè in successione; come udiamo i suoni uno dopo l’altro, così percepiamo uno dopo l’altro gli stimoli tattili: si tratta di esperienze che si svolgono nel tempo. Le percezioni visive, invece, abbracciano un insieme contemporaneamente.
Altro aspetto peculiare della didattica montessoriana consiste nel modo in cui gli stimoli sensoriali devono essere distribuiti: si dovrebbe partire da pochi stimoli fortemente contrastanti, per passare poi a quantità via via maggiori di stimoli, differenziati tra loro in modo sempre più sottile e impercettibile.
Anche secondo Bruno Munari le prime esperienze tattili dovrebbero riguardare forti contrasti (morbido-rigido, freddo-caldo, ecc…), e solo dopo si possono fare le prime classificazioni ed arricchire le scale.
Una considerazione molto interessante di Bruno Munari riguardo il senso del tatto e l’educazione: in molte scuole materne si fa troppo presto uso dei mezzi pittorici, quando invece il bambino non ha ancora esaurito i suoi interessi tattili.
Sarebbe molto più utile, per loro, mettere a disposizione scatole o vasche di materiali diversi, lasciarli liberi di toccare, e magari parlare, in un secondo momento, delle sensazioni provate.
I bambini hanno bisogno di capire e classificare, mettere in ordine le informazioni per poterle recuperare quando ne hanno bisogno: è importante dunque lavorare alla proprietà di linguaggio, che aiuta i bambini a comunicare.
Secondo Maria Montessori, l’educazione del senso tattile e del senso termico vanno di pari passo, dato che il calore rende il senso del tatto più acuto. Per prepararsi agli esercizi tattili, i bambini si lavano le mani con acqua calda e gli esercizi di vita pratica che riguardano il lavaggio delle mani e la cura delle unghie sono considerati esercizi preparatori a quelli tattili. Ai bambini viene anche insegnato come toccare le superfici utilizzando i polpastrelli.
Per quanto riguarda il senso termico, Maria Montessori utilizzava una serie di piccoli contenitori di metallo (scaldine), che venivano riempite con acqua a diversa temperatura. Si preparano con l’ausilio del termometro, in modo che ve ne siano a due a due della stessa temperatura.
Per Bruno Munari la percezione termica può essere isolata utilizzando un pannello contenente un blocco di polistirolo espanso e una lastra metallica: appoggiando le due mani sui due oggetti, e si avrà una mano calda ed una fredda.
Per l’educazione del senso barico (senso del peso), si usano nella didattica montessoriana tavolette di legno, da sei a otto centimetri e spesse circa 1/2 centimetro. Le tavolette ideate dalla Montessori erano di tre diversi tipi legno: glicine, noce e pino e pesavano rispettivamente 24, 18, e 12 grammi.
Le tavolette bariche dovrebbero essere molto regolari, verniciate per eliminare la ruvidità, ma in modo tale che rimanga il colore naturale del legno.
Il bambino prende due delle tavolette tra le mani, le lascia sul palmo, con le dita tese, e muove le mani su e giù per valutarne il peso, meglio se ad occhi chiusi. Come già accennato, infatti, una particolarità della tecnica didattica montessoriana è quella di insegnare al bambino a tenere gli occhi chiusi mentre tocca, incoraggiandolo spiegando che così sarà in grado di sentire meglio le differenze.
Se il bambino è bendato, quando toglierà il fazzoletto, potrà vedere il colore dei pezzi di legno e capire se ha commesso un errore.
Il materiale didattico montessoriano di base per il senso del tatto è costituito da:
– una tavola rettangolare di legno divisa in due rettangoli uguali, una coperta con carta molto liscia, l’altra coperta con la carta vetrata
-una tavola rettangolare simile alla precedente, ricoperta con strisce alternate di carta liscia e carta vetrata
– raccolte di foglietti di carta, che variano con molti gradi di liscio, cartone sottile, carta vetrata
– raccolte di stoffe
Per esercizi stereognostici Maria Montessori intende attività di riconoscimento di oggetti attraverso l’aiuto simultaneo del senso tattile e muscolare.
Altro materiale didattico utilizzato è costituito dai mattoni e cubetti di Froebel. Si presentano al bambino, ad esempio, un parallelepipedo e un cubo, il bambino li esplora, quindi si esercita a riconoscerli bendato. La serie comprende in tutto 24 elementi.
Questi esercizi del senso stereognostico possono essere sviluppati in molti modi: si possono sollevare piccoli oggetti, soldatini, palline, monete. Si può giocare a discriminare tra piccole forme leggermente diverse, come mais, grano e riso. “Posso vedere con le mie mani!”, diranno i bambini…
Le tavole tattili (tavolette liscio – ruvido) montessoriane:
Per quanto riguarda la scelta dei materiali, Bruno Munari parla in particolare:
– della carta, che è la “pelle di una superficie variabile”,
– dei fili, che si accordano bene alla caratteristica del tatto di essere lineare. Consiglia corde, nastri, strisce di materiali vari, nodi, catenelle, anche da usare per comporre oggetti – quadri da toccare
– materiali vari con tessiture diverse (tessuti, moquette, rivestimenti sintetici, ecc…)
– polveri, semi, grani, briciole, segatura, ecc…
– bucce di frutta
– liquidi di diversa densità tenuti in buste di plastica sigillate
– gomme e spugne
– strutture tattili formate da uno stesso materiale ma assemblato in modo diverso (ad esempio fil di ferro e rete metallica)
Parlando del senso del tatto, poi, non si può non citare Marinetti e il Tattilismo:
del 1921 la famosa tavola tattile Sudan-Parigi:
Tornando alla componente di linearità della percezione tattile, nel primo Laboratorio tattile ideato da Bruno Munari nel 1977 a Milano, erano a disposizione tra l’altro, per essere toccate, delle “scale di valori tattili” contenenti serie di materiali organizzati in base ad una data qualità, ad esempio sofficità, durezza, ecc…
Oltre alle composizioni lineari, con tavolette, strisce di cartone o altro, fili e corde, si possono realizzare oggetti tattili tridimensionali e sculture. A differenza delle tavole, queste composizioni possono essere lette scegliendo di volta in volta la direzione da seguire: dall’alto, dall’esterno, dal basso, ecc… e stabilire ogni volta percorsi tattili diversi.
Un particolare tecnico importante dell’educazione sensoriale in ambito montessoriano consiste nell’isolare il singolo senso, se possibile. Così, per esempio, gli esercizi sul senso dell’udito hanno maggior successo in un ambiente non solo silenzioso, ma anche di buio. Per l’educazione dei sensi in generale, anche del senso tattile, termico e barico, si benda il bambino: la benda aumenta notevolmente l’attenzione e l’interesse.
Il bambino può essere bendato nei giochi in cui, per esempio, deve riconoscere i vari pesi, e questo lo aiuta a intensificare e concentrare la sua attenzione sugli stimoli barici che deve verificare, ed aumenta il piacere di essere riuscito ad “indovinare”.
Anche Bruno Munari sottolinea come la comunicazione visiva e quella tattile si mescolano toccando, e come troppo spesso prevale la comunicazione visiva.
Un modo per azzerare la comunicazione visiva è mettere a disposizione dei bambini oggetti di identica forma, ma differenti al tatto, ad esempio oggetti sferici tipo un’arancia, una mela, una palla di gomma, una di legno, un sasso, un gomitolo di lana, ecc…
Altro elemento che porta ad evidenziare il tatto rispetto alla vista, è proporre ai bambini forme identiche che si presentano come positivo e negativo (concavo e convesso); ad esempio due cucchiai uno sul dritto e uno rovesciato, da toccare contemporaneamente.
Nel pensare a materiali, giochi, proposte sul tema del tatto, sono risorse preziosissime quelle create per i bambini ipo e non vedenti:
Sogni di Piuma è un libro tattile per bambini ciechi e ipovedenti, ideato e realizzato da Eleonora Terrile e da Sylvie Garrone. Il testo è scritto in italiano, in braille e, grazie alla traduzione di Elisa Santi, anche in inglese.
‘L’unico senso puro, verginale, che rimane è il tatto. E’ anche l’unico che non è stato indirizzato verso l’ arte. Non è stato estetizzato. Io lo vedo come una pianura inesplorata dove so che c’è un tesoro sepolto ‘. Jan Svankmajer
Questo video documenta un laboratorio tattile condotto con adulti dell’artista http://terezast.com/?projects=a-new-project e dà molti spunti di lavoro anche per i bambini:
Riferimenti nel web:
– Art in Touch, rete di artisti il cui lavoro riguarda consapevolmente il tattile
– un laboratorio di mappe tattili
– Sogni di piuma, libro tattile illustrato
– Il museo tattile di pittura antica e moderna Anteros: una collezione di traduzioni tridimensionali di celebri dipinti compresi tra l’età medioevale e l’età moderna.
– Il tatto, la fantasia e il reale; estratto pdf della tesi di laurea di Sara Colautti e Serena Federici
– Guida alla progettazione di illustrazioni per i libri tattili per bambini
– Il metodo Montessori
– Bruno Munari, la polisensorialità e i bambini
– un laboratorio tattile per creare tavolette
– design per piccoli creativi, il metodo Munari e i laboratori tattili
– Bruno Munari, i laboratori