Il passaggio dal minuscolo al corsivo come trasformazione della forma. Una storia tutta da disegnare. L’anno scorso abbiamo imparato un nuovo alfabeto: lo stampato minuscolo. Vi ricordate quante avventure avevano vissuto precipitando dalla montagna? Ora vi voglio raccontare cosa è successo alle nostre letterine maiuscole e minuscole quest’estate, durante una meravigliosa notte di luna piena…

Il sole, come accade di solito in questa stagione, era andato a dormire molto tardi ed aveva lasciato il posto alla luna e alle stelle. Nell’aria calda e profumata si stagliava il canto felice dei grilli e il gracchiare delle ranocchie, che si erano messe in attività tra le ninfee dello stagno.

Le letterine maiuscole e minuscole, quella sera, erano andate a dormire prima del solito, stanche morte. Erano state tutta la giornata a prendere il sole e a fare il bagno. Qualcuna aveva anche schiacciato un pisolino pomeridiano all’ombra di un papavero. Sul far della sera erano ritornate a casa. Il sole quel giorno le aveva ben ben cucinate e si sentivano molto molto stanche e spossate. Per questo andarono a dormire prima del solito.

Le minuscole diedero il bacio della buonanotte alle sorelle maggiori, poi andarono in camera loro, si misero la camicia da notte, si tolsero le ciabatte, ed oplà, con un bel saltello eccole tutte  a letto sotto le lenzuola: ventisei lettini ben allineati l’uno accanto all’altro. Bastarono pochi minuti, ed erano tutte addormentate. Alcune sognavano beatamente, altre russavano…

…ad  un tratto, nel cuore della notte, una calda brezza estiva invase la stanza. L’aria entrava dalla finestra ed arrivava fino ai lettini, accarezzando dolcemente le letterine. Si svegliarono.

corsivo-scuola-steineriana

L’aria era calda. Il canto dei grilli e delle ranocchie era così allegro e distinto, che sembrava invitarle ad uscire.

Saltarono giù dal letto, si tolsero la camicia da notte, si vestirono, e in pochi minuti erano già tutte in giardino. La piccola z fu l’ultima ad uscire… chiuse piano la porta di casa, col cuore che batteva forte in gola:  temeva che le sorelle più grandi, le maiuscole, potessero svegliarsi e non dar loro il permesso di uscire: la notte, si sa, porta con sè molti pericoli… Ma le maiuscole non si accorsero di nulla.

E già le loro sorelline minuscole vagavano per il mondo, lontane da casa.

Il firmamento luccicava: c’erano molte stelle e la luna era piena. Le letterine si distesero sull’erba alta del prato e si misero ad ammirare il cielo e a contare le stelle. Erano così vicine che quasi si potevano toccare.

Poi si arrampicarono su un albero per ammirare gli uccellini che dormivano. Poi si misero a correre, ad arrivarono nei pressi di una stalla. Vi entrarono. Tutti gli animali stavano dormendo.

Entrarono poi nella casa del contadino, in punta di piedi salirono le scale fino al primo piano, si infilarono curiose nella serratura di una porta, ed in un attimo furono nella cameretta dei bambini.

Salirono sul trenino, giocarono a palla e con le costruzioni, e così fecero un bel po’ di rumore, tanto che la mamma dei bambini si svegliò. Corsa in cameretta non vide nessuno, per fortuna, perchè le letterine si erano nascoste tutte sotto i letti. Scampato il pericolo, corsero nel pollaio.

Le galline continuarono a dormire tranquillamente, ma il gallo si svegliò di soprassalto e urlò: “Chicchirichì!”

Tutte le luci di casa si accesero e le  letterine se la diedero a gambe levate!

Corsero, corsero e corsero, così tanto che arrivarono senza nemmeno rendersene conto nel bosco. Esauste e senza fiato, si fermarono a riposare.

Ed ecco, sentirono un canto. Era il canto degli gnomi che si recavano al lavoro, con le loro lanternine e i loro sacchi. Nascondendosi di tronco in tronco, presero a seguirli.

Davanti alla porta della loro caverna, gli gnomi si misero in cerchio ed accesero un bel fuoco, e proprio a causa della luce della fiamma rossa e gialla, si accorsero che qualcuno le stava spiando: le letterine erano state scoperte!

“Chi è là?” borbottarono in coro. Le poverine si misero a correre, i nani dietro… Correndo a più non posso giunsero ad un laghetto. La a, che correva avanti a tutte, si arrestò bruscamente per non cadere in acqua… ma non servì a nulla: il resto della fila non riuscì a fermarsi in tempo. L’una addosso all’altra caddero tutte nel lago.

Stavano quasi per annegare, quando a, che sapeva nuotare un po’ meglio delle altre, disse: “Non abbiate paura, teniamoci tutte per mano, e vi porterò tutte fuori…”

E così, mano nella mano, risalirono in superficie.

A causa di quel bagno fuori programma erano diventate tutte molli, ed anche per questo non smisero mai più di tenersi per mano.

Quando tornarono a casa, sempre per mano, era già mattino, e le sorelle grandi erano in giardino a bagnare i fiori: non si erano ancora accorte della loro sparizione.

Al vederle arrivare, così tutte molli e per mano, invece di arrabbiarsi cominciarono a ridere come delle matte, e non riuscivano proprio a fermarsi!

Allora la piccola a, infuriata e offesa, strappo’ la canna e innaffiò per bene tutte le sorelle maiuscole.

Poverine, adesso anche loro erano diventate molli, anche più molli delle minuscole: quasi distrutte.

La piccola a si pentì molto… Per consolare le sorelle maggiori, le minuscole le asciugarono, le coccolarono, le pettinarono ben bene una ad una, misero loro i bigodini, fecero riccioli e boccoli ad ognuna…

(adattamento da un racconto in uso nelle scuole steineriane)

https://shop.lapappadolce.net/prodotto/acquarello-steineriano-esercizi-di-colore-ebook/

E' pronto il nuovo sito per abbonati: la versione Lapappadolce che offre tutti i materiali stampabili scaricabili immediatamente e gratuitamente e contenuti esclusivi. Non sei ancora abbonato e vuoi saperne di più? Vai qui!