Il linguaggio orale nella scuola primaria costituisce gran parte del lavoro. Come nella scuola d’infanzia, l’ambiente deve consentire ai bambini di condividere i propri pensieri e le proprie idee. Il linguaggio orale, a questo livello, svolge un grande compito: libera l’intelletto e consente la condivisione dei pensieri.
Sappiamo che, nella scuola d’infanzia, il bambino fa un grande lavoro sul linguaggio orale, per perfezionarlo sempre più come strumento dell’espressione di sé. Fatto questo, porterà questa esperienza nella scuola primaria.
Nella scuola primaria ci sono molte aree in cui il linguaggio orale, e non il linguaggio scritto, ha un ruolo fondamentale.
Quello che contraddistingue il linguaggio orale è che richiede la capacità di esprimersi chiaramente in tempo reale, sul momento, senza lunghi tempi di riflessioni, come avviene invece col linguaggio scritto. Prima di scrivere qualcosa, possiamo prenderci molto tempo per pensare alle parole che intendiamo usare, o dopo aver fatto la prima stesura, possiamo tornare indietro, rileggere, correggere, se ci accorgiamo che quello che abbiamo scritto non esprime esattamente ciò che volevamo dire. Col linguaggio orale questo non è possibile, e per questo possono insorgere malintesi, incomprensioni, confusione.
Secondo Maria Montessori l’aula scolastica deve somigliare più a un salotto che non agli ambienti scolastici cui siamo abituati, con file di banchi e sedie tutte uguali. L’aula non deve essere un ambiente di silenzio rotto soltanto dalla voce dell’adulto.
Non dobbiamo imporre un livello di silenzio che fa comodo solo a noi, ma dovremmo farci guidare dal buonsenso. I bambini imparano ad essere consapevoli del proprio tono di voce, e sapranno modularlo in modo che sia adeguato al lavoro in classe. Quando siamo riusciti a creare questo equilibrio, il parlare diventa parte integrante della vita di classe, e non un qualcosa che deve essere fermato.
Maria Montessori dice che il suono della classe dovrebbe essere simile al ronzio di un alveare.
L’aula è un luogo di relazioni, dove i bambini comunicano e interagiscono tra loro. I bambini non se ne stanno seduti in silenzio a ricevere piccole dosi di informazioni dall’adulto, non parlano solo col suo permesso o per rispondere ad una sua domanda.
La conversazione tra di loro e con l’insegnante è parte integrante del lavoro dei bambini. Se i bambini vogliono condividere qualcosa, devono avere sempre la possibilità di farlo, ma senza sentirsi costretto a farlo.
Il tono e il volume della voce devono essere controllati, ed a volte ci sarà bisogno di intervenire per portare consapevolezza. I bambini devono essere liberi di parlare in classe, ma ci devono essere dei limiti. Uno dei compiti dell’insegnante è quello di garantire che il livello di rumore non diventi troppo forte, ad esempio suonando un campanellino, perché se vogliamo attirare l’attenzione dei bambini sul suono, dobbiamo usare un suono.
La conversazione amplia il vocabolario dei bambini, e migliora la loro capacità di esprimersi. Nella scuola primaria puntiamo ad un linguaggio che si basi sul mettere a fuoco le capacità di ragionamento logico, e che sia lo strumento per sviluppare un argomento in modo razionale, non colorato dall’emotività. Vogliamo aiutare i bambini nella loro capacità di esprimere un parere motivato. Naturalmente esprimere le proprie emozioni è importante, ma non a scapito della ragione: ci deve essere equilibrio tra questi due aspetti. I bambini devono sviluppare una modalità di comunicazione orale che permetta loro di comunicare con la società che li circonda, perché essi ne fanno parte, e ne faranno parte sempre di più man mano che crescono.
Oltre che del proprio lavoro, i bambini possono parlare anche di altre cose: hanno bisogno di lavorare, ma anche di riposare. Un momento particolarmente adatto alla conversazione libera è quello durante i pasti. I bambini dovrebbero apparecchiare, portare a tavola il loro cibo e scegliere di mangiare quando vogliono e con chi, quindi riordinare tutto per renderlo disponibile per un altro gruppo. Si tratta di una responsabilità che i bambini sono in grado di assumersi. L’ideale sarebbe che il pranzo fosse libero e gestito dai bambini stessi, senza l’intervento degli adulti. Basta dedicare un angolo della classe a questa funzione.
Durante la giornata, i bambini sono liberi di discutere il lavoro che stanno facendo, e guardare quello che stanno facendo gli altri: questo promuove l’apprendimento tra bambini.
Il linguaggio orale nella scuola primaria
Oltre alla pratica di parlare del proprio lavoro, in classe si tengono anche:
– DISCUSSIONI: le discussioni tra i bambini sono molto importanti, in tutte le aree di studio. Mentre si lavora in gruppo coi bambini, dobbiamo sempre incoraggiare la discussione, tenendo in considerazione le loro opinioni ed ascoltando ciò che ogni bambino ha da dire. Quando ascoltiamo con attenzione un bambino, lo stiamo incoraggiando. Quando abbiamo attenzione e rispetto nei confronti di chi sta parlando, insegniamo ai bambini a fare lo stesso. Ascoltiamo tutti i bambini che desiderano condividere il proprio punto di vista, e questo ascolto rispettoso incoraggerà la discussione.
Una discussione può nascere, ad esempio, dopo una presentazione. In questo caso i bambini esprimono i propri pensieri di ciò che stanno imparando, sviluppano idee, fanno collegamenti. Le discussioni stimolano i bambini ad esplorare nuovi aspetti dell’argomento. Facciamo in modo che i bambini imparino ad esprimere i motivi che li hanno portati ad una certa conclusione.
Discutere in gruppo insegna ai bambini ad esprimere se stessi senza sminuire il parere degli altri, a riconoscere opinioni diverse dalle loro, ad ascoltare con rispetto.
Anche la discussione con gli adulti è importante, ma dobbiamo fare in modo che non viga mai la regola che l’adulto ha sempre ragione: il nostro compito è quello di fungere da catalizzatori per tenere la mente del bambino sempre in movimento. Dobbiamo tenere accesa in lui la fiamma dell’interesse.
– ESPOSIZIONI orali di relazioni, che offrono una grande opportunità di confronto e condivisione delle idee. Un bambino può esporre un lavoro a nome proprio, o di un gruppo di lavoro cui ha partecipato. In questo caso possono avvicendarsi più bambini, ognuno dei quali può riferirne una parte: ad esempio un bambino spiega le illustrazioni, un altro parla dei libri consultati, ecc… In questo modo i bambini si preparano a parlare in pubblico. Le relazioni non dovrebbero avere solo forma scritta. Quando sono scritti possono essere scritti, illustrati, decorati, accompagnati da mappe o tabelle.
Se si tratta di un lavoro di gruppo, una volta ultimato, i bambini devono decidere come condividerlo con gli altri, e per far questo tengono una riunione per dividersi i compiti. A volte possono fare una presentazione a tutta la classe, altre volte possono invitare all’ascolto i bambini che lo desiderano. Le relazioni possono essere scritti e poi lette a voce alta, mentre a volte le informazioni possono essere condivise solo oralmente. Queste esposizioni permettono ai bambini di ispirarsi a vicenda.
Questo lavoro, inoltre, è un processo complesso che richiede pensieri, discussioni, capacità di collaborare, esercizio pratico. Questo processo aiuta i bambini a cogliere la responsabilità che hanno nei confronti della società, responsabilità della quale il linguaggio fa parte. Quando aiutiamo i bambini a valutare se quello che hanno prodotto è degno di essere condiviso con gli altri o meno, li aiutiamo ad essere sempre più responsabili.
– DISCORSI: soprattutto tra i 9 ed i 12 anni, i bambini tengono discorsi. Questi discorsi vengono preparati molto bene, studiati, scritti, arricchiti da riflessioni personali. Il bambino sceglie un argomento di suo interesse e pertinente col lavoro che si sta svolgendo in classe. L’insegnante può fornire ai bambini copie di discorsi famosi. Mentre le relazioni sono frutto, in genere, di lavori di gruppo, i discorsi sono sempre lavori individuali. L’insegnante può dare indicazioni sulla postura corretta, il contatto visivo col pubblico altri elementi della retorica.
DIBATTITI: i dibattiti piacciono molto ai bambini. Spesso nascono dopo il discorso tenuto da un bambino, quando qualcuno ha una visione completamente diversa dell’argomento e vuole confrontarsi con l’oratore. Prima del dibattito è importante la ricerca delle informazioni di base: per essere un oratore efficace, bisogna conoscere vari punti di vista sull’argomento, e costruire un impianto logico solido. Bisogna essere chiari e convincenti. I dibattiti dovrebbero seguire regole precise, come la parità di tempo a disposizione di ognuno per l’esposizione, la confutazione e la chiusura.
LETTURE DI POESIE interpretate: è un’attività che non dovrebbe essere praticata prima dei 9 anni. A partire da questa età i bambini leggono, scrivono e memorizzano molte poesie. Se hanno fatto negli anni precedenti pratica con la forma poetica, anche i più piccoli possono partecipare come ascoltatori alle letture, e ne potranno godere. Le poesie, oltre che lette, possono essere recitate a memoria. Maria Montessori consiglia di non far leggere i bambini a voce alta troppo precocemente, perché è un’attività che richiede abilità complesse: coinvolge il movimento degli occhi, la comprensione attraverso la mente di ciò che l’occhio percepisce, la voce che deve riprodurre le parole mentre l’occhio deve muoversi in avanti. La lettura ad alta voce dovrebbe essere il punto di arrivo di un lungo processo di preparazione.
– DIALOGHI PARLATI, soprattutto dai 9 ai 12 anni. I bambini possono preparare dialoghi tra personaggi storici o letterari. (Per la preparazione di questi dialoghi consulta le idee presentate nell’articolo sugli esercizi di scrittura in prosa). Possono assumere anche la forma di intervista.
– RECITE. I bambini si preparano alle loro recite a partire dalla lettura interpretativa di testi. Possono essere monologhi o lavori di gruppo. Da questi lavori interpretativi, scaturisce spontaneamente la scrittura di testi teatrali per i compagni. Se i bambini si riuniscono per allestire un testo teatrale che hanno scritto, hanno bisogno di discutere di molte cose: come si comportano i personaggi, come dovrebbe essere la loro voce, ecc… L’allestimento di una recita da parte dei bambini dovrebbe comprendere la scrittura e l’esecuzione; possono anche preparare da sé i costumi e la scenografia.
Il linguaggio orale nella scuola primaria