Il leone e il topo

Una volta un leone si era addormentato pesantemente, oppresso dalla calura di un giorno d’estate. Un topolino scervellato si mise a corrergli su e giù per il muso, facendogli il solletico con le zampine. Il leone si svegliò di soprassalto e ruggì terribilmente: levò la zampa e fece per uccidere il sorcetto. Questo allora, atterrito, implorò:
“Oh generoso re degli animali, abbi pietà di  me, lasciami la vita! Un giorno io ti ripagherò della tua bontà”.

L’idea che una creatura minuscola come il topolino potesse essergli utile divertì tanto il leone che esso si mise a ridere forte e, ormai di buon umore, lasciò andare il sorcetto.

Passò qualche tempo e una sera il leone, attraversando la foresta nell’incerta penombra del crepuscolo, cadde in una rete tesa dai cacciatori, si impigliò nelle maglie e rimase prigioniero. Si mise a ruggire disperatamente e il topo, riconoscendo la voce di lui, accorse.

Senza por tempo in mezzo, coi suoi dentini aguzzi si mise a rosicchiare le maglie di corda della rete e lavorando pazientemente e indefessamente tutta la notte, all’alba riuscì a liberare il leone.

“Ecco!” gli disse gioiosamente, “Tu hai riso quando ti promisi di ricambiare un giorno la tua generosità: ma ora vedi che anche un topolino a volte può aiutare un leone!”

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