Il gioco sensoriale – zero tre anni. Sappiamo che i bambini piccoli hanno bisogno di muoversi, esplorare, sperimentare se stessi e gli oggetti del mondo circostante, e che questo porta ad un sano sviluppo mentale, emotivo e fisico.

Uno degli elementi chiave, nel metodo Montessori e non solo, è la preparazione di un ambiente che permetta al bambino di fare esperienze sensoriali varie ed adatte alla sua tappa di sviluppo, offrendo oggetti e materiali che gli permettono di esplorare e scoprire il mondo attorno a sè. Perché i bambini amano togliersi le scarpe nella buca della sabbia? Perchè per loro è una meravigliosa esperienza sensoriale. Quando andiamo nella direzione giusta nell’offerta di esperienze e “giocattoli” al nostro bambino, la prova è sempre la sua felicità.

Il gioco sensoriale - zero tre anni

Molti dei prodotti per l’infanzia in commercio stimolano eccessivamente il bambino con colori troppo vivaci  o suoni aggressivi, ad esempio, ma anche una stanza troppo piena di giocattoli rappresenta uno stimolo eccessivo; vengono poi offerti dal mercato oggetti “per l’infanzia” proprio non adatti all’infanzia, che ostacolano le fasi di sviluppo del bambino  dal punto di vista del linguaggio (ad esempio il ciuccio) o del movimento (girelli, ecc…), e se vogliamo aggiungiamo che molti di questi prodotti “per l’infanzia” sono costruiti con materiali sintetici  e non naturali.

Moltissimi poi sono i giocattoli che si propongono come “l’esercizio sensoriale perfetto”, ma in verità oggetti e materiali presenti in casa o in natura, e un adulto che si dedichi con sensibilità a preparare questa offerta e ad osservare il gioco del bambino per far evolvere tale offerta nella direzione dei suoi bisogni, senza interferire col suo fare esperienze, rappresentano la perfezione.

Un ambiente semplice, naturale e delicato, suscita nel bambino sentimenti di sicurezza, e lo incoraggia a comunicare con gli altri e a muoversi nell’ambiente.

Quando il bambino è molto piccolo, preparare la cameretta non dovrebbe essere un accumulare merci. Bisognerebbe davvero mettersi a quattro zampe e cercare di guardare le cose come lui le vede, dalla sua altezza, e cercare di individuare cosa lui coglierà della stanza dal punto di vista visivo, e anche uditivo. Il bambino, infatti, non è capace come lo è l’adulto di filtrare gli stimoli superflui.

Ma non va preparata solo la sua cameretta: bisogna preparare a sua misura tutta la casa, anche dal punto di vista della sicurezza, cosa che consentirà al bambino di muoversi in meravigliosa libertà, di fare tutte le esperienze sensoriali di cui ha bisogno, di vivere e interagire con l’ambiente fisico ed umano che lo circonda.

Pensate ad un bambino che inizia a gattonare, e può da solo uscire dal suo lettino basso e girovagare per la stanza, e poi andare in un’altra… certo il lavoro di preparazione dell’ambiente è enorme e richiede grande sensibilità: ogni elemento di pericolosità deve essere previsto e rimosso.

Essere presenti ma non interferire con l’esperienza che il bambino piccolo sta facendo è di importanza fondamentale; ad esempio evitiamo di porgere al bambino l’oggetto che sta puntando, mentre lui sta cercando il modo per raggiungerlo provando a girarsi da solo o dondolandosi avanti e indietro. Lasciamo che esplori queste sue azioni, e semplicemente stiamo attenti al momento in cui, eventualmente, si potrebbe manifestare in lui la sensazione di insuccesso, la frustrazione… insomma aiutiamolo solo quando siamo certi che davvero non è in grado di fare quella determinata cosa che si è prefisso.

Il gioco sensoriale - zero tre anni

Per quanto le attività manuali siano considerate, nella società attuale, inferiori rispetto a quelle intellettive, tutti gli studi dimostrano la stretta correlazione che esiste tra abilità manuali ed intelligenza. Questo vale per tutte le fasi di sviluppo del bambino, ma in particolare per i bambini molto piccoli. Per questo ogni esperienza, ogni tappa della crescita delle abilità motorie, è importantissima; i bambini devono essere aiutati a fare ogni esperienza possibile in relazione alla loro reale tappa di sviluppa, e non vanno forzati, “precocizzati” . Ad esempio possiamo sentirci felici nel vedere il nostro bambino che si alza in piedi e comincia a muovere i primi passi, ma se questo avviene troppo precocemente, il bambino avrà perso l’esperienza dello strisciare, dell’arrampicarsi  e del gattonare (in tutte le varianti possibili). Le neuroscienze sottolineano che tutte le attività fisiche che richiedono coordinazione motoria coinvolgono entrambi gli emisferi cerebrali, cosa che avviene anche, ad esempio, mentre leggiamo.

Facendo un altro esempio, quando il neonato comincia a sollevare da solo la testa, per aiutarlo a sperimentare questa nuova abilità motoria possiamo giocare con lui muovendo un piccolo giocattolino su un lato del cuscino, aspettare che il bimbo giri la testa e giocare un po’, poi spostarlo sull’altro lato. Bisogna però alternare davvero lentamente. Il bambino può giocare a questo gioco sia supino sia prono.

La scelta del giocattolo giusto per il bambino molto piccolo apre una questione enorme… i giocattoli infatti rivestono un ruolo fondamentale non solo nello sviluppo del movimento, ma anche nello sviluppo sensoriale, soprattutto sono importanti stimoli visivi. Molti giocattoli che un adulto trova bellissimi, non sono affatto adatti ai sensi ed ai muscoli poco sviluppati dei bambini. Il consiglio è quello di iniziare con forme semplici (anche per le giostrine e i mobiles da culla), e di scegliere via via i giochi in base alla loro funzione e non al loro aspetto o al loro colore. Dare ad un bambino un giocattolo troppo difficile per lui da utilizzare, non rappresenta uno stimolo, ma al contrario può essere dannoso. Col giocattolo giusto il bambino non si annoia, anzi trova grande piacere nel ripetere, sembrerebbe all’infinito, la stessa azione.

Ad esempio, appena il bambino comincia a camminare, possiamo offrirgli giocattoli da spingere, muniti di bastone, che magari consentono di essere caricati di cose; o anche una semplice scatola munita di cordicella, da riempire e tirare. In questa fase di sviluppo questo genere di giocattolo gli permette di sviluppare forza muscolare e coordinazione motoria.

Man mano che il bambino cresce, ogni volta che scegliamo di costruire o acquistare un giocattolo da offrigli,  oppure prepariamo per lui una data attività, continuiamo ad interrogarci sulla sua funzione. Non trascuriamo l’offerta di giocattoli e “lavori” che invitano ad una data attività intenzionale, stimolano le capacità immaginative del bambino e richiedono un processo decisionale. Prima di offrirli consideriamo sempre quanto tempo il bambino può dedicarvi e quanto tempo abbiamo noi per stare al suo fianco. Questi giochi, che possiamo chiamare “giochi con scopo” stimolano i sensi, il movimento e l’immaginazione. Dalla qualità delle esperienze sensoriali fatte dal bambino piccolo in relazione all’ambiente, dipende lo sviluppo della sua capacità immaginativa, quella che consente di essere creativi, immaginare appunto soluzioni per risolvere problemi, mettere in atto le strategie trovate.

Scegliamo oggetti e attività manipolative che rappresentano in sè una sfida per il bambino, che hanno un inizio ed una fine (ad esempio appaiare i calzini colorati), e nei quali sia insito il completamento dell’attività stessa. Quando, ad esempio, il bambino avrà appaiato tutti i calzini e non ne sarà rimasto nessuno ancora “singolo”, ne avrà grande soddisfazione, e  molto probabilmente chiederà di ripetere il gioco.

Per quanto riguarda la coordinazione occhio – mano, come già detto sopra, ricordiamo sempre quanto essa sia importante e offriamo al bambino la possibilità di fare moltissime esperienze in questo campo. L’esempio classico sono tutte la attività dentro-fuori (ad esempio infilare scovolini da pipa nello scolapasta, oppure le scatole che presentano fori di forme diverse nelle quali inserire un certo assortimento di elementi: grazie a queste attività il bambino impara a utilizzare i suoi muscoli per fare ciò che è dettato dai suoi occhi.

L’utilizzo del legno al posto della plastica aiuta il bambino ad apprezzare il mondo naturale, le sfumature, i colori e le venature del legno,  il peso di oggetti che varia per dimensioni e densità.

I giocattoli dovrebbero essere messi a disposizione del bambino nelle stanze in cui stanno tutti i membri della famiglia, salotto, cucina, bagno, e non solo nella sua stanza; dovrebbero essere possibilmente pochi, scelti, e disposti in ordine su scaffali e ripiani ad altezza di bambino. Tenere in ordine è molto difficile, si sa, ma un certo ordine dell’ambiente genera nel bambino una sensazione di  fiducia e sicurezza, e ne vale la pena. Inoltre, se osserviamo con sensibilità il suo giocare, non sarà difficile eliminare via via qualcosa sostituendolo con altro. Se i giocattoli sono pochi, non ammassati qua e là, ed ognuno ha il suo posto, senza cadere nella maniacalità sarà davvero più facile tenere in ordine le cose, e grazie all’esempio presto il bambino stesso darà una mano. Anzi per i bambini piccoli, spesso la fase del riordino è vista anche come più divertente del giocare in sè. Se ad esempio il bambino vedrà ogni volta la mamma mettere nella cesta i pezzetti del puzzle, lentamente, con piacere, presto vorrà imitarla e non ci sarà bisogno di altro.

Un altro buon trucco per facilitare il riordino, è quello di abituare il bambino, sempre attraverso l’esempio, ad utilizzare un giocattolo alla volta, e non a vuotare sul tappeto l’intero scaffale. Naturalmente se il bambino invece ha bisogno di tutto il contenuto dello scaffale per fare ad esempio una nave, non deve essere intralciato nel suo progetto. Al termine si giocherà, mamma e bambino “a mettere via”, provando piacere e non dando l’impressione che si tratti di un compito sgradevole. Qualunque cosa il bambino stia facendo di attivo costruttivo e propositivo, rispettiamo e proteggiamo la sua concentrazione, perchè sta facendo sempre un lavoro importante. Evitiamo di disturbarlo anche guardandolo: anche a noi adulti, se ci pensiamo, disturba sapere di essere guardati mentre facciamo qualcosa.

Durante i primi tre anni il bambino assorbe come una spugna tutto ciò che è nell’ambiente attorno a lui, la bellezza e la bruttezza; dobbiamo impegnarci per raggiungere uno “standard elevato” per quanto riguarda i materiali (naturali), i libri illustrati, i quadri alle pareti, i giocattoli, l’arredamento e la decorazione. E’ interessante notare come questo punto sia fortemente condiviso anche dalla pedagogia Waldorf.

Questo “standard elevato”, poi,  non ha affatto a che fare col concetto di costoso o di lusso, anzi, forse è il contrario. Ad esempio mantenere l’ordine fa parte di questo modo di concepire gli spazi in cui vivono i bambini piccoli, come lo è l’avere pochi giocattoli. Se ci pensiamo non è affatto difficile, ed ogni concetto è collegato all’altro. Se infatti il bambino, fin dai primissimi giorni, condivide gli stessi spazi in cui stanno anche gli adulti, e partecipa alle loro attività quotidiane, sarà durante tutta la giornata impegnato in giochi fantastici: travasi in cucina, tutte le attività connesse con la cura di sé e dell’ambiente (vestirsi, preparare la tavola, pulire il pavimento, lavare i piatti, spolverare, ecc…), annaffiare le piante in vaso e in giardino, riporre la biancheria… Un bambino preferisce togliere la polvere vera da un vero scaffale impolverato, piuttosto che usare un “giocattolo” che gli propone di farlo per finta.  Trovi molti esempi di attività di vita pratica qui ed esempi di attività di cucina qui.

A conclusione possiamo dire che per “gioco sensoriale” intendiamo una serie di esperienze pensate per promuovere le abilità sensoriali e la conoscenza dell’ambiente; si tratta essenzialmente di cose da fare.

Tra queste cose da fare, in aggiunta alle attività di vita pratica e a tutto quanto già esposto sopra,  citiamo:

–  non tanto per la loro importanza quanto per le infinite variazioni  che consentono, le ceste o vaschette sensoriali (sensory tubs)

e le bottiglie magiche (spy bottles).

– le paste da gioco, ad esempio: play dough,

slime silly putty flubber e gak,

oobleck, ecc…

– naturalmente la buca della sabbia

– gli esperimenti scientifici, quelli più semplici e d’effetto per bambini piccoli… Nel bambino piccolo, come nell’adulto, la ricerca è un’azione promossa dall’intenzionalità. La sperimentazione è la base fondamentale di ogni scoperta, una delle principali chiavi di accesso alla conoscenza. Interiorizzare un concetto è molto più semplice se il bambino può memorizzare un’esperienza ad esso collegata. Ad esempio a tre anni molti bambini sanno a che cosa serve l’olio e di che colore è, ma quanti hanno potuto mescolare l’olio con l’acqua? Per fare ricerca con bambini così piccoli non occorre andare molto lontano.

Quando parliamo di “giochi sensoriali”, dunque, parliamo di giochi (attività) “naturali” che sviluppano le capacità sensoriali e percettive, e che conducono il bambino ad esplorare materiali della vita quotidiana e della natura per imparare via via ad osservare e riflettere: “fare per capire e capire attraverso il fare”. Il concetto di “gioco euristico” è molto affine a quanto detto e può essere sicuramente preso in considerazione.

Sono “giochi sensoriali” vari elementi offerti dalla natura (conchiglie, sassi, pigne, pannocchie, foglie,…) e qualsiasi oggetto o elemento che fa parte della nostra vita e che può essere strumento di creatività e di gioco: attrezzi di cucina, alimenti, materiali e attrezzature per la cura di sè e della casa, e tutto ciò che presenta questi aspetti:

– promuove l’attività del bambino

– risponde alla legge di causa-effetto (se tocco la pentola mi scotto)

– offre una risposta naturale (se il mio bicchiere che è di vetro cade, si rompe)

– si inserisce in attività adeguate alle abilità del bambino.

Le ragioni per utilizzare questi materiali presenti in casa sono molte:

i giocattoli acquistati hanno spesso una gamma di efficacia limitata; a molti bambini vengono proposti quotidianamente gli stessi giocattoli, ma la persistenza di uno stesso materiale non può stimolare il bambino a mantenere vivo l’interesse, nè può soddisfare la sua instancabile curiosità per il mondo che lo circonda, di cui è ogni volta più consapevole

questi “giocattoli sensoriali”, cioè queste attività, offrono una grande ricchezza manipolativa,  ed una grande varietà di qualità percettive (forma, peso, volume, textures, colore, odore, gusto, ecc…),

offrono la possibilità di sperimentare i quattro elementi: acqua, aria, fuoco (luce) e terra

risvegliano il pensiero scientifico, che stimola i bambini a creare un gioco; davanti a qualsiasi materiale sono loro stessi che decidono cosa fare

ravvivano la curiosità e la voglia di imparare

aumentano le capacità di controllo e di azione nell’ambiente e perciò facilitano l’autonomia personale

offrono informazioni sull’ambiente naturale e sociale nel quale viviamo, sul periodo dell’anno, sul clima, ecc…

aiutano i genitori a sviluppare una maggiore sensibilità nei confronti delle attività del bambino, perchè permettono di pensare a diverse strategie di preparazione e presentazione

sono alla portata di tutti, a buon mercato ed autentici.

Ci sono genitori, ed anche educatori, che non riconoscono il valore educativo di questi “giocattoli naturali”. Spesso siamo così abituati a comprare, che inconsciamente i giocattoli non comprati, non commercializzati, non ci sembrano altrettanto validi per educare i bambini.

Esiste inoltre un concetto prestabilito su cosa debba essere l’educazione e su cosa sia “educativo” e cosa no. Per motivi di tradizione culturale (soprattutto nei Paesi che hanno vissuto una situazione di miseria),  o anche di credo personale, per alcune persone è difficile non considerare gli alimenti semplicemente come cibo, e costa fatica accettare l’idea che i bambini possano farvi esperimenti. Nel proporre questo genere di attività all’interno di gruppi, forse è bene discuterne prima…

Il mio personale punto di vista in merito, nel rispetto delle idee e delle credenze di ognuno, è che sia importante alimentare tanto lo stomaco quanto il cervello, ed in questo senso la farina piuttosto che il sacchetto di lenticchie e il pacco di pasta o di riso non li vedo “sprecati”…

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