Dettati ortografici A HA, O HO, uso dell’H – Una raccolta di dettati per la scuola primaria su queste difficoltà ortografiche.
Ricordati di pensare la parolina “avevo” al posto di tutti gli “o” che trovi. Se puoi pensare “avevo” al posto di “o” e la frase non cambia senso, davanti ad “o” ci vuole la H. Proviamo? Io o una cartella nuova: si può pensare “io avevo una cartella nuova”? Sì! Allora “o” deve essere preceduto da “h” e si deve scrivere “Io ho una cartella nuova”. Vuoi leggere o scrivere: si può pensare “Vuoi leggere avevo scrivere”? No! Allora “o” deve essere scritto senza “h”.
La casa ha le porte e le finestre.
Quando vado a scuola porto con me i libri.
La mamma mi ha preparato una torta.
Ieri la nostra maestra ci ha accompagnati fino a metà viale, poi ci ha salutati sorridendo.
Il babbo ha comprato una nuova macchina; è una Cinquecento e ha cinque marce.
La nostra aula ha tre ampie finestre ed è esposta a sud.
In quella città c’è una grande stazione ferroviaria.
Essa ha quindici binari per i treni in partenza e in arrivo.
Tu hai un morbido berretto che hai comprato in un negozio vicino ai giardini.
Ho male a un dito; mi duole ed ho timore a medicarlo.
I miei cugini hanno un bel cane lupo; glielo regalarono l’anno scorso quando andarono in campagna.
Sebastiano non ha ancora il trattore. Costa molto ed egli non ha denaro sufficiente per comprarlo. Si ingegna perciò con i buoi; ne ha tre coppie che lo aiutano a preparare il terreno per le semine.
Ho contato le cartoline della raccolta e ne ho numerose.
Hai dato il giornaletto ai tuoi cugini?
Il maestro m’ha consigliato un libretto e la mamma me l’ha comperato subito. E’ un libretto per bambini dagli otto ai nove anni. La sua lettura m’ha insegnato molte cose, ma una sola m’ha colpito più delle altre. L’aiutarsi a vicenda rende la vita più facile. Ciò è vero.
Come m’ha reso felice il sorriso di ringraziamento di un mio amico dopo averlo difeso dalle accuse ingiuste di cattivi compagni! Anche lui era già felice e me l’ha detto quel suo sorriso.
Il babbo è uscito presto. Tu dormivi ancora e non l’hai visto. T’ha dato un bacio leggero per non svegliarti. Tu non l’hai sentito. Ora, sulla tavola, con la scodella del latte c’è un pane fresco. Quel pane l’ha guadagnato il tuo babbo per te, col suo lavoro di tutti i giorni. Il primo dono della giornata che ricevi dal suo amore è quel pane di grano che ha la forma di un cuore.
Lo zio è partito: l’ho salutato stamattina alla stazione.
La mamma cerca la chiave della camera; l’hai vista da qualche parte?
Giorgio voleva la palla per giocare e l’ha persa.
Tutti vogliono salutare il vincitore, ma non l’hanno lasciato libero!
Vorrei leggere il giornale; dove l’hai messo?
Il fuoco si è levato improvvisamente, ma i pompieri sono accorsi e l’hanno domato.
L’anno prossimo frequenteremo la quarta classe.
Tutti l’hanno visto arrivare, pochi l’hanno visto partire.
Questo quadernetto l’ho comprato l’anno scorso.
Il maestro m’ha sgridato, ma la colpa non l’avevo. Tu m’hai detto stamattina che quella lezione non l’avremmo studiata. Quando m’ha detto: “Ma tu come fai a non saperlo?” io non ho saputo cosa dire. Non m’ero mai trovato in un momento simile. Ma un’altra volta non capiterà, te l’assicuro! M’hai messo in un imbroglio, ma non mi ci metterai più. M’hai capito?
Io ho otto anni e mezzo e frequento la terza classe.
La mia merenda consiste in pane imburrato o in frutta mista.
La maestra ci chiede sempre se preferiamo iniziare la lezione con una poesia o con un canto.
Questa mattina ho scritto molti pensierini sulle ricerche fatte e ho l’impressione di aver fatto un buon lavoro.
Olga sbatacchiò la porta e la mamma gliela fece richiudere con garbo.
La donna desiderava alcune arance e io gliele portai.
Aldo desiderava un po’ delle tue susine e tu gliene hai date sette.
Carlo aveva il tuo libro; gliel’ho visto in mano.
Lo zio mi ha detto che durante l’esame gliene hai combinate di tutti i colori.
Quella bambola gliel’ha regalata la mamma.
Desiderava tanto provare i miei pattini e io glieli ho prestati.
Ma come, non siete ancora pronti?
Devo andare dalla mamma, m’ha chiamato più volte.
La nonna m’ha preparato un buon dolce.
Non s’era mai visto nulla di simile.
M’hai fatto spaventare con le tue parole.
Andrea promette molto, ma mantiene poco.
Non sarà un bel lavoro ma l’ho fatto da solo.
Lo studio finora m’ha dato molte soddisfazioni.
Mai e poi mai farò ciò che tu mi dici.
Non m’hai ancora raccontato come hai trascorso le vacanze.
Non m’hai avvertito e non sono venuto.
Il maestro s’alzò e disse: “Ragazzi miei, io v’ho concessa fin qui la maggiore libertà, e voi ne avete abusato; io v’ho trattato da ragazzi educati, e voi m’avete fatto comprendere che volete essere trattati da sbarazzini”.
“Mario, io vado un momento dalla nonna e poi torno subito” disse la buona donna al figlio, e questi rispose: “Va’ pure tranquilla, mamma, che io saprò corrispondere alla tua fiducia”.
Vi sono dei momenti nella vita in cui una parola buona può fare maggior bene di qualsiasi beneficio.
Che cosa v’ha detto a questo riguardo il maestro?
Maria ha chiesto il permesso di recarsi ai giardini, ma i genitori non gliel’hanno concesso perchè è stata disobbediente.
Ieri mentre attraversavo la strada m’hai scorto, ma non m’hai salutato.
La mamma ha rimproverato Carlo e l’ha castigato.
Il giorno del tuo onomastico che cos’hai avuto in dono?
Tua madre mi ha scritto un biglietto gentile; mi ha detto che i tuoi fratelli t’hanno preparato un bel regalo, ma che te lo consegneranno quando porterai a casa la pagella.
Che bella bicicletta ha quel ragazzo! Non gliel’ho mai vista.
M’hai forse visto qualche volta parlare con quell’imbroglione?
L’ha detto per scherzo e senz’altro non credeva di offendere nè te, nè nessuno dei presenti.
Pinuccio ti ha chiesto in prestito un foglio, ma tu non gliel’hai dato.
Io ho acquistato quattro quaderni per la scuola; Maria invece ne ha comprati solo tre e ne n’è fatto prestare uno da Lucia; ora gliel’ha restituito.
La gomma è utile per cancellare se si sbaglia. Chi non l’ha deve stare attento a non sbagliare.
Ho una bella cartella che ha comprato la nonna. Antonio però non l’ha come la mia.
Sullo scaffale c’è la riga? Chi l’ha persa? Maria l’ha trovata e l’ha messa qui.
Vado con la bicicletta al supermercato, per prendere la carta; se non ce l’ha, non so proprio come fare.
Era difficile la poesia, ma Edoardo l’ha studiata a memoria.
Ha prestato la squadra, ma non l’ha più riavuta indietro.
Ha rotto la vetrina, ma non l’ha fatto apposta!
Non l’ha visto e l’ha buttato in terra.
Te l’ha detto la maestra che dovevi fare la divisione!
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