Dettati ortografici BUONE MANIERE E GENTILEZZA
Dettati ortografici BUONE MANIERE E GENTILEZZA – Una collezione di dettati ortografici su argomenti vari: gentilezza, buone maniere, amicizia, famiglia, ecc…, per la scuola primaria
La nostra piccola società: siamo veramente uguali?
Scegliamo tre bambini di uguale statura, ad esempio Massimo, Antonio e Carlo, e facciamo loro eseguire una semplice gara di corsa, dal fondo dell’aula alla cattedra. Vince Carlo. E’ giusto che riceva un premio o una lode? Sì, perchè i tre concorrenti erano uguali per capacità, e uguale era la distanza da percorrere.
Ripetiamo la gara, ma ora disponiamo Carlo in fondo all’aula, Antonio a quattro metri e Massimo a due metri dalla cattedra. Naturalmente vince Massimo. Ma è giusta la sua vittoria?
Disponiamo ancora i tre bambini: uno libero e sciolto, uno con una gamba legata, il terzo con un grosso peso sulle spalle. Chi vincerà? Sarà giusta la sua vittoria?
Chiamiamo ora i bambini a riflettere: anche nella vita accade come in queste gare. Non siamo tutti uguali: ogni uomo è diverso dall’altro per le sue capacità fisiche e intellettuali, per l’educazione che ha ricevuto, per l’ambiente sociale in cui vive, per i mezzi di cui può disporre.
Pensiamo alla piccola società della nostra classe, anche se siete tutti bambini della stessa età alcuni di voi sono alti e robusti, altri piccoli e mingherlini; ci sono tra voi bambini che riescono facilmente nello studio, altri che riescono meno ma volenterosi; ci sono bambini attivi e bambini facili alla pigrizia; bambini loquaci e bambini taciturni.
L’insegnante a volte, nel giudicare uno stesso compito, ad uno stesso risultato assegna voti diversi. Perchè? E’ forse ingiusto il suo comportamento? No, se ha considerato le difficoltà che ogni bambino ha dovuto superare, lo sforzo che ha saputo compiere, e se ha giudicato ciascuno in modo imparziale.
Educhiamo i bambini a giudicare con serenità i successi o gli insuccessi dei compagni; ad essere imparziali nel valutare il proprio lavoro e quello degli altri; esortiamoli ad aiutarsi a vicenda.
Le tre cose difficili
Ad un sapiente dell’antica Roma fu chiesto quali fossero per un uomo le cose più difficili. Il sapiente pensò un poco, poi disse: “Le cose più difficili sono: tenere un segreto, dimenticare un’offesa, spendere bene il proprio tempo”.
Fratelli
Se vuoi essere un buon fratello, guardati dall’egoismo; proponiti ogni giorno di mostrarti generoso. Rallegrati delle virtù delle sorelle e dei fratelli tuoi e imitale; rallegrati delle gioie loro, condividi i loro piccoli crucci e fa che essi abbiano a benedire la sorte di averti fratello. (S. Pellico)
Il prossimo
Vecchi e giovani, ricchi e poveri, disgraziati e felici, tutti sono il nostro prossimo. Noi abbiamo tanti bisogni che non sappiamo soddisfare da soli: ecco che ci aiuta il prossimo nostro. Ama il tuo prossimo: soccorri il bisognoso, sii pietoso con chi soffre, sappi difendere il debole, pratica il bene, proteggi il derelitto, consola chi piange. Queste sono tutte opere d’amore per il prossimo. G. Mazzini
Roba d’altri
Che quiete si godrebbe nel mondo se tutti rispettassero la roba altrui! Non più ladri, non più vandali. L’uomo che non offende nessuno e non teme vendette, starebbe tranquillo; le mura di cinta, i muretti, gli steccati, i cancelli, le siepi vi sarebbero solo per ornamento. I giardini, gli orti, i viali sarebbero aperti al pubblico sempre e senza bisogno di sorveglianza. Verrà quest’ora felice? Speriamolo. P. Pasquali
Attenti ai fiammiferi
In tutte le case esistono dei piccoli oggetti molto pericolosi che si chiamano fiammiferi. Il loro compito è di accendere i fornelli, le candele, i caminetti… Ma quei personaggi, in apparenza così innocenti, sono pronti a dar fuoco a intere case! Essi sono vere armi da fuoco! A. Rubino
Quel che è di tutti
Dire che una cosa è di tutti, non vuol dire certo che è di chi se la prende, nè che tutti possono farne quello che vogliono. Vuol dire che tutti possono goderne senza danneggiarla. Così sono di tutti i fiori dei giardini pubblici, ma devono restare di tutti. Nessuno ha diritto di portarsene a casa un mazzo, ma tutti di goderne la bellezza, il profumo. Sono di tutti le panchine dei viali, dei giardini. Chi si siede ha diritto di trovarle pulite; quando se ne va, ha il dovere di lasciarle in modo che altri si possano sedere, senza trovarvi terra, sassolini o sudicerie. Sono di tutti gli alberi che danno ombra e frescura lungo le vie, le siepi, i cespugli, le fontanelle. E’ di tutti la strada. Tutti vi devono poter camminare sicuri. Nessuno ha diritto di disturbare gli altri, di ingombrare il marciapiede, di farvi delle file per traverso, di passarvi a corsa sfrenata. Hanno diritto di camminarvi anche i vecchi, i bambini, i deboli. E per rispetto degli altri non si devono gettare per la strada rifiuti, cartacce, scatolette o peggio; e tanto meno, si deve far piovere questa roba dalle finestre. Dove tutti capiscono queste cose si vive meglio.
Vivere insieme.
Nella città dove migliaia di persone vivono senza mai conoscersi, si sfiorano senza incontrarsi, il quartiere è luogo dove la gente si conosce, si capisce, si riunisce negli stessi luoghi, si ritrova nei medesimi negozi. E’ il luogo dove i ragazzi frequentano la stessa scuola, i genitori stringono amicizie, e tutti si aiutano scambievolmente. Ma, vivere vicini, specialmente dove lo spazio è limitato, dove i servizi spesso sono in comune e talvolta insufficienti, significa imporre a se stessi delle limitazioni e dei sacrifici, per rispettare il riposo, le attività, lo spazio, le esigenze degli altri; significa sapersi scusare con garbo, trattare con cortesia, offrire aiuto, giocare senza far chiasso, con moderazione, non insudiciare scale, soglie, marciapiedi, ecc…
Rispettiamo chi soffre.
Se misuri i tuoi passi ed i tuoi gesti in una casa privata, perchè non dovresti fare lo stesso nella strada che è la casa di tutti? Tutte le volte che incontri un vecchio, un povero, un malato, un uomo che sta lavorando, una famiglia vestita a lutto, cedi il passo con rispetto. Noi dobbiamo rispettare la vecchiaia, la miseria, l’infermità, la fatica, il dolore e la morte. (E. De Amicis)
Il prossimo
Vecchi e giovani, ricchi e poveri, disgraziati e felici, tutti sono il nostro prossimo. Noi abbiamo tanti bisogni che non sappiamo soddisfare da soli: ecco che ci aiuta il nostro prossimo.
Il medico, l’operaio, l’insegnante, l’agricoltore, tutti sono il nostro prossimo.
Ama il tuo prossimo: soccorri il bisognoso, dà un pane all’affamato, sii pietoso con chi soffre. (G. Mazzini)
La sincerità
Non vi è miglior dote in un bambino della sincerità.
Hai commesso un fallo? Non nasconderlo, abbi il coraggio di confessarlo, ti sarà perdonato facilmente e la coscienza non ti rimprovererà.
E’ tanto bello lo sguardo franco e sereno del bambino che non conosce la menzogna!
Il bambino che ha il coraggio di confessare le sue mancanze è un bimbo coraggioso che non indietreggia davanti al pericolo. E’ leale e merita per questo di essere perdonato e stimato.
La giornata
Ogni ora è come una moneta da spendere. C’è chi la spende bene, sempre pensando a ciò che fa, sempre pensando, che passata, quell’ora non torna più.
C’è chi butta via le sue monete e alla sera sente di essere povero povero. Poi il sole tramonta, l’aria si fa scura, il mondo silenzioso. E nel silenzio si sente una voce che domanda: “Come hai speso la tua giornata?” (G. Vaj Pedotti)
La verità
La verità è come una scintilla di fuoco nascosta in un cumulo di paglia. Voi credete che sia spenta ed essa brucia. Voi la coprite di bugie. Sperate così di nasconderla e soffocarla. Ma la verità non si spegne. Cova lentamente. Si fa strada a poco a poco. E a un tratto, ecco spunta una linguetta di fuoco. E’ la sorpresa. E’ la verità che si fa luce. Allora il mucchio di bugie messo sopra la verità arde e si consuma. E la bella fiammata della verità crepita e sorride. (G. Capo)
I giochi
Anche nel gioco si distingue il bambino gentile e bene educato. Il bambino d’animo buono si preoccupa che anche gli altri si divertano come si diverte lui. Non impone la sua volontà, non è arrogante. Non bisticcia per piccole sciocchezze. Si diverte con misura. Non è egoista fino al punto di negare che un compagno più povero giochi con la sua palla. Gioisce anzi della sua gioia. Chiamato dalla mamma, lascia prontamente il gioco, senza rimpianti.
Comportiamoci bene
Gli uomini non sono amati per la loro ricchezza; non sono amati per la loro sapienza; ma sono amati per la loro bontà. Dobbiamo essere gentili coi nostri superiori, con i genitori, con gli amici, ma anche con quelli più umili di noi. La scuola è una grande famiglia; sii studioso, attento, generoso verso i compagni, per esserne degno.
Dare
Tutti siamo nati uguali , tutti dobbiamo morire, nulla resta delle ricchezze, della gloria, del potere: tutto è transitorio. Perchè allora la gente si aggrappa tanto disperatamente a questi beni terreni? E perchè coloro che hanno molto di più di quello che ad essi abbisogna, non danno il superfluo ai loro fratelli? Perchè per qualcuno la vita deve essere così dura?
Che soddisfazione pensare che non abbiamo alcun bisogno di aspettare, che tutti possiamo subito cominciare a cercare di cambiare il mondo, un pochino per volta!… che ciascuno di noi, grande o piccolo, può contribuire immediatamente a diffondere un po’ di giustizia.
Date e riceverete: molto di più di quello che possiate immaginare. Nessuno è mai diventato povero per aver dato. Se lo farete, fra qualche generazione nessuno dovrà provar compassione per i bimbi poveri, perchè di gente povera non ce ne sarà più. C’è posto per tutti a questo mondo, c’è denaro per tutti, ricchezza per tutti, cose belle per tutti. Siamo noi che dobbiamo cominciare a dividercelo con giustizia. (Anna Frank)
Dettati ortografici BUONE MANIERE E GENTILEZZA – Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.