Dettati ortografici ANIMALI AFRICANI – una raccolta di dettati ortografici sugli animali africani: leone, leopardo, elefante, giraffa, ecc…
L’elefante. L’elefante è un mammifero erbivoro tra i più grossi attualmente esistenti sulla terra. Il suo muso è caratteristico per la presenza della proboscide, un organo muscoloso, lungo, robusto, mobile, formato dal naso e dal labbro superiore cresciuti insieme. I due denti incisivi superiori, enormemente sviluppati, sono detti zanne. La sua pelle è durissima, e per questo è chiamato pachiderma.
Leopardo. Questo feroce carnivoro, che vive in Africa e in Asia, è capace di arrampicarsi sugli alberi, dove sta in agguato per sorprendere la preda. E’ cacciato dall’uomo per la sua pelliccia, di colore giallognolo e macchiettata di nero.
Leone. Il leone è il re della foresta e il suo possente ruggito spaventa e mette in fuga antilopi, zebre e giraffe. Il suo mantello è di colore rossiccio; il capo è ornato di una folta criniera. Il corpo è forte ed agile. Con i robusti artigli e i denti acuminati avvinghia e sbrana la preda.
Giraffa. La giraffa è un mammifero ruminante che vive in tutte le regioni a steppe e a boscaglie dell’Africa. E’ molto alta, con un collo lunghissimo e due piccole corna. Il suo mantello è di colore giallognolo, con grandi macchie castane.
La nave del deserto. Gli Arabi chiamano il cammello “la nave del deserto”. In mezzo alle sabbie e tre le nuvole di rena che il vento spinge ad ondate impetuose, questo ruminante ha un grande vantaggio sugli altri animali: dotato di lungo collo, erge il capo e tiene le narici al di sopra del vortice polveroso, con gli occhi mezzo chiusi e difesi da densi peli. Il cammello porta enormi pesi; dà latte, carne, pelo, pelle; la notte serve da guardia come un cane; ha l’istinto di sentire le acque lontane; riconosce a meraviglia la strada; sopporta la fatica con grande mansuetudine. All’esterno del rumine del cammello vi sono tante tasche sempre piene di acqua; è la riserva da consumare in caso di bisogno. La gobba che ha sul dorso è formata di grasso che l’animale consuma in caso di carestia; essa infatti scema e sparisce nei giorni di fame. Come il soldato che intraprende una lunga marcia di guerra, il cammello ha i suoi viveri di riserva, indispensabili nella lotta contro la natura avversa dei paesi desolati. O. Valle
Il più bello dei felini: la tigre
La tigre può raggiungere la lunghezza di tre metri, compresa la coda; e l’altezza di più di un metro, misurata dalla spalla. Ha pellame fulvo, con larghe striature nere, nella parte superiore; nelle parti inferiori, biancastro.
La tigre è un terribile carnivoro, molto più coraggioso del leone. Essa si nutre di cervi, antilopi, giovani bufali, giovani cinghiali e anche di scimmie, di pavoni e altri animali. Se riesce a scoprire un luogo dove ci sia del bestiame domestico, fa strage di capre e cavalli. Va a caccia sempre da sola, silenziosamente, e non ruggendo come il leone. Avanza lentamente verso la preda, e la atterra con una zampata; dopo le torce il collo, fratturandole le vertebre cervicali.
Animali selvatici
Una mandria di zebre e di antilopi pascolavano nella radura. Erano migliaia e ricoprivano tutto il vasto pianoro come un immenso mantello che, al loro lento procedere sembrava fosse trascinato via da qualcuno, formando pieghe e viluppi a seconda degli avvallamenti del terreno. Fra le zebre e le antilopi, a passi lunghi e maestosi, camminavano alcune frotte di struzzi dalle smisurate zampe spoglie, di un vivido bianco e nero i maschi, e di un grigio sporco le femmine.
(Cloete)
L’abbeverata
Non venivano avanti uno per uno, per due e nemmeno a gruppi, bensì in schiere compatte e serrate e facevano rintronare e tremare tutto il terreno fangoso. Dapprima una mandria di elefanti, guidati da una femmina gigantesca, scese sino all’acqua e si mise a bere, a ruzzare, a giocare, e in mezzo a loro si muovevano, imperturbabili, gli ippopotami che, come succhiando il fango coi piedi, sbucavano dall’acqua sempre più numerosi, per buttarsi sulla riva a pascolare l’erba folta.
(Cloete)
La tigre
La sua pelliccia è color giallo ruggine a strisce nere. La tigre non teme l’uomo.
Vive lontana dagli abitati, nelle grandi foreste e tra le erbe alte. I suoi movimenti sono eleganti e rapidi. Sa strisciare come i serpenti, si arrampica sugli alberi, artiglia come le aquile.
E’ il terrore di tutti gli animali, ma teme molto l’elefante, il rinoceronte, il bufalo; fa strage di cinghiali, cervi, antilopi. E’ un animale ricercato per i circhi e gli zoo.
La tigre
La tigre è un grosso mammifero carnivoro della famiglia dei felidi. E’ un bell’animale per il suo mantello rosso fulvo a strisce nere verticali, mentre la gola e il ventre sono bianchi.
La tigre è un animale asiatico: abita le foreste e le boscaglie fitte e umide (giungle).
Si nutre di diversi mammiferi selvatici o domestici e divora in un sol pasto anche 40 chilogrammi di carne.
La tigre è addomesticabile e vive senza difficoltà in cattività, dove però di rado dà alla luce figli.
Il leopardo
Il leopardo ha mantello giallo con macchie e disegni neri; è diffuso in tutto il Continente Africano e in Asia. L’esemplare asiatico ha dimensioni maggiori di quello africano e vien detto pantera; questa presenta talvolta il mantello completamente nero. Di preferenza assale animali di piccola taglia; tuttavia non esita ad assalire anche mammiferi di grande mole.
Esso sorprende gli animali con l’agguato: agilissimo e astuto, striscia sul terreno, appiattendosi e riuscendo a celarsi anche il erba poco alta. Compie balzi improvvisi e potenti; si arrampica sugli alberi con velocità incredibile; balza di ramo in ramo a grande altezza dal suolo, tenendosi in perfetto equilibrio con la più spericolata sicurezza. Di rado assale l’uomo. Ma vi sono esemplari antropofagi i quali, pur non tralasciando la caccia agli animali selvatici, attaccano anche l’uomo.
Il leone
Attraversavo, in compagnia di ottimi amici e con una piccola scorta armata di gregari, un tratto di savana estesa lungo la riva destra del Giuba tra i villaggio fi Gar Uama e la carovaniera che porta a Bobbuin. Brillava sul cielo l’ultima falce di luna, dalla foresta esalava un mormorio sterminato come il frastuono dell’Oceano ce dà a chi ascolta il senso della madre natura: dai guaiti dei serpenti afflosciati nell’intrico erboso, al frullare garrulo degli aironi, delle otarde (grosso trampoliere), annaspante tra i rami e i tronchi; dalle lamentazioni gutturali di certe antilopi allo squittire elettrico delle gazzelle, degli struzzi, dei trampolieri, dal barrito misterioso dell’elefante al brulichio dei gattopardi, delle iene, degli sciacalli che vanno di notte rimuovendo gli anfratti della boscaglia o battono in cerca di preda i greti alluvionali.
Noi camminavamo da lungo pezzo ascoltando. A un tratto gli indigeni si sono fermati, come colpiti da un avvenimento, in quel silenzio subitaneo, quasi sotto l’effetto paralizzante del panico. Anche noi ci siamo arrestati, trattenendo il respiro; sensazione di vuoto assoluto: tutto taceva, tutto era come inabissato. In mezzo a quel silenzio si percepì lontano, lontanissimo, un boato. Io, ignaro di cose d’Africa, non comprendevo che fosse: pareva un vocalizzo nasale, come se un basso dalla voce cupa si ostinasse a ripetere a lettera emme tenendo le labbra chiuse. Eppure faceva spavento.
“E’ la voce del leone”, mi hanno detto gli indigeni.
Fatto straordinario: quando risuona il grido del domatore tutti ammutoliscono. Non è semplice superiorità di forza fisica, giacché innumerevoli animali, quanto a massa e volume, meccanismo di muscoli, preponderanza di peso, potrebbero avere ragione di lui. E’ il sentimento di una dignità superiore, di una prevalenza ideale. Tutti temono il leone non perché egli sia il più brutale fra i bruti, ma perché egli è il più nobile. Il più fiero, il più dignitoso tra i viventi. Ogni animale tace e s’arresta davanti a chi lo supera nella scala dei valori, cioè davanti all’uomo, infinitamente più forte nello spirito, quantunque infinitamente più debole nel corpo. Questa è la vera spiegazione psicologica di quel fenomeno che tante volte è stato descritto e sul quale tante ironie si sono consumate: la timidezza del re della foresta di fronte al cacciatore.
((V. B. Brocchieri)
Il leone
Il leone è un grosso carnivoro della famiglia dei felidi. Non vive nelle foreste e nei deserti, ma abita le boscaglie e le savane dove va a caccia di giorno e di notte. Assalta antilopi, giraffe, zebre e costituisce un pericolo per l’uomo.
Il leone possiede una grossa testa, zampe robuste e coda con ciuffo nero in punta. Il pelame è color fulvo uniforme. I maschi hanno il collo rivestito da una caratteristica criniera.
Oggi, vive in Africa e in Asia, ma in zone ormai limitatissime e protette (riserve), dove non può venir cacciato e sterminato come è accaduto in Africa e in certe regioni asiatiche in cui praticamente è scomparso.
L’elefante
Esistono due tipi di elefanti: quella africana e quella asiatica. L’elefante asiatico è più piccolo.
Una caratteristica dell’elefante è il naso prolungato, la proboscide, che può superare i due metri di lunghezza. Con la proboscide, l’elefante porta il cibo alla bocca, si fa la doccia, beve, fiuta, testa e carezza.
Altra caratteristica degli elefanti sono le zanne, due denti inseriti nella mascella superiore che si sono allungati in modo enorme. Esse sono armi di difesa e di offesa: l’animale le adopera anche per scortecciare e sradicare alberi.
L’elefante ha la pelle spessa, senza peli, di colore grigio. Ha un udito finissimo. Vive pacifico in famiglie e si lascia facilmente addomesticare.
L’elefante
L’elefante è il più grande mammifero terrestre. Durante età antichissime ne esistevano parecchie specie, ora scomparse. Oggi vivono: l’elefante asiatico (dalle orecchie relativamente piccole) e l’elefante africano (dalle orecchie grandissime, simili a ventagli, che coprono parte delle spalle).
L’elefante fa parte dell’ordine dei proboscidati. Il suo corpo è massiccio, di grande mole, sorretto da zampe robuste, simili a colonne.
La pelle è di colore grigio, rugosa, spessa, quasi senza peli. I denti sono in tutto sei: due incisivi superiori che sporgono dalla bocca, detti zanne, e quattro molari distribuiti uno per lato in ciascuna mascella. L’elefante può vivere fino a 120-130 anni di età.
La giraffa
E’ un mammifero, quadrupede, selvatico, erbivoro, ruminante. E’ il più alto degli animali: un maschio adulto misura da 5 a 6 metri. Almeno due metri spettano al collo. Eppure le vertebre che reggono questo collo smisurato sono solamente sette, come nella maggior parte dei mammiferi. Naturalmente sono vertebre… giganti. Questo simpatico erbivoro ha le misure tutte eccezionali: ha 2 metri di zampe e mezzo metro di… lingua! Eppure, con tanta lingua, la giraffa è muta. Alcuni naturalisti sostengono che la giraffa fischia per chiamare i piccoli. In genere si pensa che almeno la coda, in questo lungo animale, sia piccola. Nossignori; la giraffa può vantare una coda di m 1,20!
Il peso della giraffa oscilla da kg 500 a 1000. Quando i giraffini nascono misurano già 2 metri e dopo tre o quattro settimane sono già alti 3 metri.
Il nome della giraffa deriva dalla parola araba zurafah, che significa mite, buona. Infatti la giraffa dai dolci occhi è un animale tranquillo. Di giorno vaga nelle rade boscaglie africane, dove abita col piccolo branco delle compagne (10-20 individui).
La giraffa cammina in modo goffo e curioso, muovendo insieme prima le due zampe di destra, poi quelle di sinistra, e galoppa dondolando il collo. Nella corsa non sembra veloce, eppure il suo galoppo è più rapido e più resistente di quello del cavallo.
Non crediate però che la giraffa sia paurosa: è solo prudente. Se un leone, che fra gli animali è il suo nemico più pericoloso, attacca i suoi piccoli, li difende strenuamente, sferrando potenti calci.
A sera la giraffa scende all’abbeverata. La povera bestia deve faticare molto per bere: per arrivare al pelo dell’acqua deve divaricare le zampe anteriori come le aste di un compasso, oppure deve ripiegarle, con buffe e scomode contorsioni. Pare impossibile, ma il suo collo non è abbastanza lungo!
Gli ippopotami
La parentela tra ippopotami e suini è riconoscibile dal fatto che entrambi i gruppi sono forniti di canini potenti e di piedi con quattro dita. Gli ippopotami sono quasi del tutto nudi, salvo qualche raro pelo sul dorso e alcune setole rigide sul muso. Il corpo è potente, tocco; il collo è corto e robusto; la testa quadrata e enorme.
L’ippopotamo pesa dal 2000 ai 2500 chili, talvolta perfino 3000. La femmina è molto più grossa del maschio. La pelle è di un colore che va dal rosso rame al grigio blu. Quando l’ippopotamo rimane per molto tempo fuori dell’acqua, e la sua pelle si secca, delle ghiandole sottocutanee secernono un liquido rossastro che aveva fatto pensare che l’animale perdesse sangue.
Il muso è più voluminoso della scatola cranica. I canini ricurvi della mascella inferiore possono raggiungere la lunghezza di 70 cm e il peso di 4 kg. I canini superiori sono rivolti verso il basso e sono assai più piccoli. Di solito questi denti sono nascosti dalle labbra ma vi suono individui nei quali uno o due o anche tutti e quattro spuntano fuori dalla bocca. I canini dell’ippopotamo vengono utilizzati per l’avorio che è molto più pregiato di quello degli elefanti. Un tempo gli ippopotami vivevano lungo il Nilo, ma ormai sono stati del tutto sterminati a nord di Cartum. Questa specie si trova invece ancora lungo le coste di quasi tutti i grandi fiumi e laghi dell’Africa tropicale e in modo particolare nell’Africa equatoriale, dal Kenya fino al Senegal.
Gli ippopotami sono buoni nuotatori, e infatti sono stati visti svariate volte in mare oltre le foci dei fiumi. Si è constatato anche che essi sono in grado di attraversare il braccio di mare che separa il continente africano da Zanzibar. Peraltro si incontrano anche nelle zone di notevole altitudine fino a 1500 e a 2500 metri sul mare, dove gli inverni possono essere freddi al punto che i laghi gelano. In realtà questi enormi animali possono sopportare il freddo grazie allo spessore della loro pelle.
Di giorno rimangono a lungo nell’acqua dei fiumi o dei laghi; mangiano piante acquatiche e poi fanno dei bagni di sole, sdraiati su degli isolotti melmosi. Quando si immergono per dissotterrare i rizomi delle piante acquatiche dal fondo, restano sott’acqua da 1 a 4 minuti. Di notte compiono spesso delle spedizioni per saccheggiare le piantagioni e distruggere i raccolti calpestandoli. In genere vivono in mandrie di 20-30 animali, ma all’epoca dell’accoppiamento, i maschi si abbandonano a furiosi combattimenti. La gestazione dura circa otto mesi. Appena nato, il piccolo ippopotamo, che pesa all’incirca 40 chili, è condotto dalla madre in acqua. Quando vuol dargli il latte, essa si corica su un fianco per consentirgli di succhiare le mammelle. I giovani sono più scuri degli adulti e restano sotto la sorveglianza della madre durante il primo anno di vita- In acqua sono trasportati, di solito, sul dorso materno. All’uscita dell’acqua, gli ippopotami scrollano le orecchie e dimenano la coda rapidamente. Si riconosce la zona del territorio su cui essi vivono per il fatto che lasciano dappertutto depositi di escrementi.
(H. Hvass)
La zebra
Le zebre vivono nella savana dell’Africa a sud del Sahara e sono facilmente riconoscibili per le striature brune sul fondo biancastro della pelle.
La coda termina con un lungo fiocco, le orecchie hanno una lunghezza intermedia tra quelle dei cavalli e quella degli asini. Le mandrie di zebre possono essere composte da parecchie centinaia di individui talvolta perfino da mille, che brucano placidamente tra le antilopi e le giraffe. Spesso degli uccelli bovari si appoggiano sul loro dorso; in caso di pericolo spiccano il volo dando così l’allarme. Ma ciò non preserva del tutto le zebre dal loro peggiore nemico: il nemico che osserva i movimenti del branco durante l’abbeverata, solitamente serale.
La mandria di zebre è condotta da un maschio che mantiene la disciplina nel gruppo. Le zebre corrono in fretta, ma non sono molto resistenti e un buon cavaliere può riprenderle facilmente.
Alcune zebre sono state addestrate nei circhi o attaccate alle carrozze, ma non è mai stato possibile addomesticarle completamente; in qualsiasi lavoro esse sono inferiori ai cavalli e agli asini.
Il rinoceronte africano
Le specie di rinoceronti che vivono in Africa si differenziano da quelle asiatiche per la presenza di due o più corna sul muso, mentre i rinoceronti indiani ne posseggono solo uno. Hanno corpo massiccio, lungo anche quattro metri, rivestito di una robusta pelle che sembra una corazza. Le zampe sono corte e tozze, ma ciò non toglie che il rinoceronte possa caricare gli intrusi, correndo a una certa velocità.
Il rinoceronte africano è diffuso particolarmente nelle regioni dei grandi laghi dell’est, poiché preferisce i terreni ricchi di acqua. Le sue abitudini sono prevalentemente notturne. Esce dall’ombra dei cespugli solo per pascolare e alle erbe preferisce gli arbusti verdi, compresi quelli spinosi. Nelle ore calde ama immergersi nelle acque fangose, dalle quali esce con uno strato di fango sulla pelle che, essiccandosi, forma una crosta protettiva contro le punture degli insetti.
La scimmia
Se ne sta sui rami oppure gioca e fugge sulle cime degli alberi; si afferra ai rami con le mani e con i piedi; una grande famiglia di scimmie, per appigliarsi ai sostegni, usa anche la coda.
Ci sono grosse scimmie: gli oranghi, gli scimpanzé, i gorilla. L’orango ha braccia lunghissime; non spicca salti e raramente cammina sul terreno; si sposta da un ramo all’altro e scende a terra solo se spinto dalla sete. Vive in Asia (nelle isole di Sumatra e Borneo).
Lo scimpanzé vive in Africa. E’ l’animale più intelligente che esista. Può essere addomesticato e può imparare una quantità di cose. Cammina eretto come l’uomo, ma se avverte qualche pericolo si allontana a quattro zampe. E’ di colore nero.
La scimmia
La scimmia è un mammifero e viene anche detto “quadrumane”; rappresenta senza dubbio un gruppo di animali molto intelligenti.
Possiede una dentatura completa; cammina poggiando completamente la pianta del piede a terra, le unghie sono quasi sempre piatte, gli alluci e talvolta anche i pollici sono opponibili alle altre dita.
Il pelame è di colorazioni molto varie e spesso vivaci.
La scimmia abita le regioni tropicali. Moltissime specie vivono sugli alberi: sono agilissime ed hanno ottima vista; le specie che vivono a terra hanno sviluppatissimo l’olfatto.
Il gorilla
Il gorilla è la più grande e più possente fra le scimmie. Pur possedendo una forza enorme, però, esso è abbastanza pacifico e non presenta alcun pericolo per l’uomo, se non viene molestato. E’ invece assai temuto dagli animali, che difficilmente osano attaccarlo, ben sapendo che avrebbero la peggio in un eventuale corpo a corpo. Il gorilla è alto fino a due metri in posizione eretta.
Ha un corpo massiccio e arti assai muscolosi, muso prominente e ampie narici. Ne esistono due varietà, una di pianura con pelame grigio scuro, e una di montagna, che nel Congo vive fino a tremila metri, con le pelliccia completamente nera.
Di solito vivono in branchi di pochi individui, comprendenti giovani e vecchi, e si costruiscono rudimentali abitazioni che hanno l’aspetto di piattaforme di rami e ramoscelli, poste sugli alberi a qualche metro da terra. Non conducono però vita arboricola, preferendo vagare durante il giorno sul terreno, alla ricerca di cibo. Si nutrono di foglie, di radici e di frutti che la foresta offre in abbondanza.
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