Consigli per favorire la composizione scritta in quarta classe – idee, riflessioni e materiali.

“Le idee non vengono da sè allo spirito del bambino; bisogna aiutarlo a trovarle. E ancora meno prenderanno l’ordine e la forma che devono rivestire; bisogna insegnar loro a comporre”  O. Crèard

Col metodo globale, e quindi col metodo attivo che può considerarsi il metodo globale proiettato in tutte le classi, si può parlare di espressione fin da quando il bambino traccia il suo primo geroglifico sotto l’illustrazione della scheda che gli è posta tra le mani.
I bambini hanno un ricchissimo e incantevole mondo interiore che è patrimonio anche di quelli che, all’apparenza, sembrano meno dotati. Compito dell’insegnante sarà quello di rimuovere gli ostacoli che si frappongono fra questo mondo interiore e la sua possibilità di espressione e di favorirne la manifestazione nella forma migliore.
Comporre, parola comunemente usata nelle nostre scuole, significa mettere insieme qualcosa; ma per mettere insieme qualcosa, ci vuole qualcosa da mettere insieme. L’insegnante dovrà aiutare il bambino nella ricerca di questo qualcosa e a metterlo insieme. Dovrà insegnargli a comporre.
Ma come? Con tutto lo sbandieramento della spontaneità, adesso parliamo di insegnare a comporre? Noi pretendiamo, nelle nostre scuole, di insegnare la storia, la geografia, l’aritmetica; ma, per quel che riguarda l’espressione, pretendiamo che il bambino, come dicono a Napoli, nasca imparato.
Si può insegnare a nuotare in due modi: o gettando l’inesperto nell’acqua e lasciarlo annaspare e magari bere un po’ finchè  non riuscirà a stare a galla, oppure insegnandogli quei movimenti regolari che faranno di lui un nuotatore di stile. Col primo modo difficilmente lo diverrà.
Per quel che riguarda il comporre, noi ci regoliamo come nel primo caso: lasciamo che il bambino trovi faticosamente da sè il suo modo di esprimersi e che si arrangi come può. Ora, questo non è giusto e nemmeno onesto, e il risultato, nella maggior parte dei casi, lo vediamo in quei bambini che, come si dice, non riescono a comporre. E quando questo diventa un giudizio, quando il bambino si sarà messo in testa, per colpa nostra, di non essere capace a comporre, ecco che fra il mondo interiore di quel bambino e la sua espressione si sarà formato un muro che, col passare del tempo, diverrà sempre più massiccio e insuperabile. Bisogna evitare che questo muro sorga, bisogna evitare che nel bambino si formi il complesso di non avere idee e di non saperle esprimere.
A tale scopo l’insegnante dovrà adoperarsi, in tutti i modi, per rimuovere non solo gli ostacoli che si frappongono fra il ricchissimo mondo interiore del bambino e la sua possibilità di espressione, ma anche per facilitargli il cammino che dovrà percorrere e infine per insegnargli l’uso di quei mezzi di cui la natura l’ha dotato.
Uno degli ostacoli che non soltanto non rimuoviamo, ma che nella maggior parte dei casi siamo stati proprio noi a creare, è la brutta copia. La brutta copia è un elemento negativo che deve essere rimosso. Parleremo poi degli elementi positivi, tra i quali annoveriamo:
1. l’arricchimento del linguaggio
2. l’uso consapevole dei sensi
3. l’espressione del mondo interiore
4. la tecnica di questa espressione
5. la forma dell’espressione.

Consigli per favorire la composizione scritta in quarta classe – La brutta copia

Il bambino, nel quale noi avremo cura di non creare inibizioni di sorta, deve sapersi esprimere con naturalezza, sia a voce sia per iscritto e, come non usa la brutta copia quando parla, così non la dovrà usare quando scrive. Ma, ci si dirà, in questo caso i suoi elaborati si presenteranno pieni di cancellature, di ripensamenti, e che cosa si mostrerà al dirigente scolastico, abituato a quei bei quaderni dove sono stati ricopiati i componimenti precedentemente revisionati dall’insegnante?
Il fatto è che noi non li vogliamo questi famosi quaderni di bella copia, perchè non pretendiamo di dare a bere che il bambino “nasca imparato”. Vogliamo, invece, che  egli sia sincero in tutte le sue manifestazioni e quindi, anche nei suoi errori, nelle sue incertezze, nei suoi ripensamenti.
I nostri alunni imparano fin dalla prima classe a fare a meno del quaderno di bella copia. Intanto, l’uso delle schede esclude a priori la bella copia. Anche la scheda di classe, che pure è il risultato di una rielaborazione, non avrà il carattere di una bella copia, anche se bella e anche se copia.
I bambini, compilando le schede, dovranno per forza abituarsi all’ordine, alla concisione, all’esattezza e scriveranno soltanto dopo aver pensato ed elaborato l’espressione giusta. Non ci sarà bella copia in quanto non ci sarà brutta copia. Non dovrà esistere nulla di sciatto, niente di disordinato, niente di improvvisato nel lavoro dei  nostri bambini.
Le cancellature, gli errori, i ripensamenti, anche se vi saranno, e saranno sempre in numero molto limitato, son anch’essi l’espressione di un fatto interiore, sono la dimostrazione sincera degli sforzi, dei tentativi, delle esperienze dei bambini.
Abolendo la brutta copia si potrà ottenere, fin dalla prima classe, che i bambini scrivano frasi sia pur previ, ma corrette, senza cancellature, senza periodi da rifare e questi bambini, nelle classi superiori, arriveranno a scrivere pagine e pagine senza nulla di sciatto nè di disordinato. Provare non costa nulla, anche se bisognerebbe aver cominciato dalla prima classe, anzi, fin dal primo giorno di scuola. Ma anche nelle classi successive, qualora l’insegnante non l’abbia ancora fatto, si potrà ottenere che i bambini, sapendo che la brutta copia non ci sarà, cerchino di scrivere meglio, di pensare prima di scrivere, di non fare errori, di non buttare giù frasi disordinate che dopo sarà difficile correggere, di elaborare la frase prima di scriverla.
Infatti sarà più facile al bambino evitare un errore piuttosto che correggerlo; gli sarà più facile usare l’espressione giusta piuttosto che modificare quella sbagliata; più facile scrivere addirittura in bella scrittura piuttosto che farlo dopo essersi abituato a una scrittura sciatta, appannaggio della cosiddetta brutta copia.

Consigli per favorire la composizione scritta in quarta classe – Arricchimento del linguaggio

Per lavorare bene, occorrono strumenti adatti: per esprimersi bene occorre padronanza di una lingua ricca.
Questo è lo scopo delle numerosissime esercitazioni di arricchimento del linguaggio che sempre suggeriamo. Se il bambino ha un linguaggio povero, si esprimerà poveramente. Bisogna fargli conquistare un linguaggio ricco, variato, che sarà uno strumento efficace ed efficiente per l’espressione del suo pensiero. Ogni parola nuova è suscitatrice di un pensiero nuovo.
Un esempio: prediamo la parola “foglia”. Se, invece che foglia, diciamo “fogliolina”, l’idea che questa seconda parola richiama è diversa da quella di “foglia”. Facciamo una prova. A un bambino facciamo scrivere una frase con la parola “foglia”, a un altro con la parola “fogliolina”. La frase del secondo bambino sarà più particolare, mentre quella del primo, sarà ovvia e banale. Il primo potrà scrivere “La foglia è verde”, oppure “Gli alberi hanno le foglie”. Ma il secondo dovrà considerare il significato di “fogliolina” ed allora potrà scrivere “A primavera gli alberi mettono le foglioline”, oppure “Dalla gemma è spuntata la fogliolina”. C’è differenza. E se diciamo “fogliaccia”, ecco che questa parola susciterà il concetto di una foglia grande, spiegazzata, inutile, ingombrante. E la frase scritta rifletterà questo concetto.
Diciamo per esempio “fogliame”. Alla mente si presenterà l’immagine di una chioma fronzuta e fitta, di un pergolato coperto di verde. Perciò suggeriamo, parlando della compilazione delle schede, di non trascurare questa importantissima parte fatta di nomenclatura, di espressioni, di modi di dire, di famiglie di parole, di alterati, di derivati, di azioni e cose che possano riferirsi all’argomento trattato.
La ricchezza del linguaggio contribuisce notevolmente alla ricchezza delle idee.
Ipotizziamo che l’argomento da trattare sia l’albero. Nella scuola tradizionale l’insegnante seduto alla sua cattedra fa la sua bella lezione sull’albero, mostra magari alcune illustrazioni, nomina le varie parti, le varie caratteristiche, i vari tipi di alberi e gli alunni, buoni buoni ad ascoltare e l’insegnate giù a rovesciare sulle loro teste tutto lo scibile di cui è venuto in possesso. E poi il dettatino, il componimentino… dopo di che l’argomento è esaurito: l’albero è dimenticato e quando il bambino ne potrà osservare uno, non si ricorderà nemmeno che a scuola ci ha passato intorno magari due mattinate.
Nella scuola attiva la cosa è ben diversa.  Consideriamo qui che, al fine del comporre, le esercitazioni che i bambini faranno sull’argomento albero saranno molteplici. Esempi:

Albero: alberino, alberuccio, alberello, alberaccio, alberone. Alberata, albereto, alberare, inalberare.

L’albero è (può essere): grande, alto, fronzuto, chiomato, spoglio, fiorito, stento, robusto, stecchito, carico (di foglie, di fiori, di frutti), frondoso, ombroso, ramificato, abbattuto, stroncato, scortecciato,…

L’albero: stormisce, svetta, fruscia, germoglia, fiorisce, fruttifica, si riveste, si spoglia, tende le nude braccia al cielo, protegge i nidi, …

Azioni e cose relative ad un albero: chioma, tronco, rami, foglie, fronde, fiori, frutti, radici, ceppo, ceppaia, gemma, ciocca, corteccia, scorza.
Scortecciare, stroncare, troncare, svellere, spiantare, diradare, abbattere, ramificare, fruttificare, sradicare, estirpare…
Bosco, boscaglia, boscoso, boschivo, boschereccio, bosco ceduo, imboschire, imboscare, rimboschire, diboscare, guardaboschi, boscaiolo,…
Foresta, forestale, selva, selvatico, selvoso, inselvarsi, inselvatichirsi, macchia, scoperto, radura, …

Modi di dire: dal frutto di conosce l’albero; uccel di bosco; …

Come possono i bambini sapere tutte queste parole e tutte queste espressioni? Molte potranno essere trovate o nel linguaggio già noto, oppure in appositi brani che l’insegnante potrà avere scelto e predisposto. Inoltre, i bambini imparano presto l’uso del vocabolario. In alcuni vocabolari ci sono delle tavole di nomenclatura su un argomento specifico. I bambini potranno consultarle efficacemente e facilmente. In caso contrario, l’insegnante potrà dettare parole ed espressioni e invitare i bambini a ricercarne il significato sul vocabolario. Per ribadire i concetti, e come esercitazione linguistica, i bambini potranno costruire delle frasi sulle parole e sulle espressioni date.
Ma ecco un ulteriore gruppo di esercitazioni, sempre sull’argomento albero, che saranno anche oggetto e frutto di ricerche:

Completa il seguente brano con i seguenti verbi opportunamente coniugati: abbattere, schiantare, sradicare, frusciare, germogliare, maturare.
I buoni giganti della foresta hanno__________. Si sono coperti di una verde chioma fronzuta ed ora __________ i loro frutti. Il vento leggero li fa __________ dolcemente, ma se il vento si farà violento, allora potrebbe _________ e _______________. Non è raro vedere, dopo l’uragano, qualche bell’albero _________ dal vento, giacere a terra, senza più vita.

Aggiungere gli aggettivi appropriati per completare le seguenti frasi:
Il __________ alberello è sostenuto da un palo che gli impedirà di crescere storto. Il ______ albero della foresta non ha più bisogno di sostegno. Il suo ________ tronco resiste alla tempesta, la sua chioma ____________ è un valido ostacolo alla furia del vento.

Fin qui gli esercizi relativi all’arricchimento del linguaggio, passeremo poi alle ricerche ed ai compiti di osservazione.

Consigli per favorire la composizione scritta in quarta classe – L’uso consapevole dei sensi

I sensi mettono l’essere animato in contatto col mondo esterno. Quelli dell’uomo non sono limitati ai cinque che tutti i ragazzi hanno imparato. Tuttavia, limitandoci ed essi, proviamo a chiederci se sappiamo farne uso nella piena consapevolezza delle umane possibilità.
Ci rendiamo conto di vedere, sentire, odorare, gustare, toccare? Non ce ne rendiamo conto più di quanto non avvenga di quel tesoro della nostra salute fisica, finchè non l’abbiamo perduta, o della funzione di un organo interno, finchè questo non si ammala.
Naturalmente non è così per tutti: poeti, scrittori, pittori, musicisti sono dotati di una forte sensibilità che permette loro di trasfigurare la realtà che percepiscono per mezzo dei sensi, in bellissime immagini,  meravigliosi concetti, stupende architetture musicali.
Ma senza pretendere nei nostri ragazzi  le eccezionali facoltà che possiedono pochi esseri privilegiati, cerchiamo di utilizzare ai fini dell’insegnamento questi sensi dei quali non sappiamo perfettamente servirci e ce ne serviamo male.
Se non esistesse diversità di attitudine nell’uso dei sensi non sapremmo spiegarci perchè taluni vedono nel cielo uno spettacolo vario e suggestivo, mentre altri vedono solo la pioggia o il sereno; perchè questi godono della bellezza di un albero carico di frutti, quelli vedono soltanto se i frutti sono maturi e buoni da mangiare.
E’ necessario che i ragazzi imparino a guardare, udire, toccare, gustare, odorare; è necessario che imparino a rendersi conto della funzione di questi sensi perchè, per mezzo di essi, possano sentire, comprendere, descrivere gli esseri che li circondano. E ciò che impareranno a sentire avrà dentro di loro una rispondenza che non li farà essere sordi e ciechi al meraviglioso spettacolo della natura.
In quarta classe, come nelle classi precedenti, si sforzeremo perchè i bambini si rendano conto dei meravigliosi mezzi si cui sono dotati.
Facciamo un esempio. Mettiamo in mano a un bambino una rosa e diciamo: “Chiudi gli occhi e toccala. Poi dirai che cosa sentono le tue dita”. Egli eseguirà e potrà dire che la rosa ha petali vellutati, morbidi, serici, …; che il gambo è spinoso, le foglie sono dentellate, lisce, fresche… Ha esercitato il senso del tatto, isolandolo dagli altri, facendo convergere in esso tutta la sua attenzione e ottenendo una più completa percezione.
Ora facciamo la stessa cosa con l’odorato. Il ragazzo sentirà il profumo della rosa, e questo profumo sarà soave, o acuto, o forte, o delicato…
Quando proveremo ad esercitare il tal modo la vista,  potrà descriverci l’aspetto della rosa, il colore, la forma, il numero dei petali, ecc… E se ne compiacerà, indugiando nella descrizione come non avrebbe fatto se avesse dovuto parlare della rosa, usando contemporaneamente tutte le facoltà sensoriali.
Sullo stesso oggetto non potremo esercitare il senso del gusto e dell’udito.
Ci varremo, per questo, di un frutto che, all’esame del senso gustativo, sarà saporito, succoso, agro, acerbo, ecc…; di un oggetto di metallo che, percosso, darà un suono squillante, argentino, sordo, sonoro, ecc…
Non limiteremo l’esperienza a un singolo oggetto. Quando i ragazzi si saranno familiarizzati all’esercizio dei loro sensi, proporremo una scena da esaminare analiticamente, con l’aiuto dei cinque sensi, usati uno per volta.
Supponiamo che il tema sia “La strada”. Che cosa potrà distinguere l’alunno nei rumori della strada, quando avrà imparato a isolare l’udito dagli altri sensi e a isolare l’una dall’altra le stesse percezioni uditive? Stridio di tram sulle rotaie, rotolare di carri, squillo di clacson, voci di venditori ambulanti, grida di ragazzi… L’odorato stesso percepirà  l’odore di benzina degli automezzi, o l’odore d’erba e di fieno di una strada di campagna, della polvere di una vecchia strada non asfaltata.
Diamo qui alcuni spunti di esercitazioni  riservandoci di riprendere ed approfondire l’esperienza in quinta classe:

Esercizi per l’uso consapevole della vista

– In questo prato (servirsi di un’illustrazione o meglio della realtà) vedo…( l’erba verde, i fiori sbocciati, una casetta col tetto rosso, un albero frondoso, un uccellino che vola, ecc…)

– Ho osservato un albero e ho visto…. (il tronco ruvido, i rami pieni di foglie, la chioma frondosa,  le radici poderose, un nido nell’incavo di due rami, ecc…)

_ Altri soggetti: il muro, il cielo, la siepe, una casa, la strada, una zolla di terra, un fiore, un insetto, una farfalla, un bruco, ecc…

– I colori. Trovare tutto ciò che è di un bel rosso acceso, ciò che è candido, che è azzurro intenso, nero, giallo, verde. (Un colore per volta)

– Aggiungere, ad ogni colore, l’aggettivo o gli aggettivi che a esso si possono riferire: rosso acceso, verde tenero, bianco immacolato, nero cupo, ecc…

– Trovare ciò che è candido, bianco, biancastro… Nero, nerissimo, cupo…  Giallo, giallino, giallastro, gialliccio… Turchino, turchiniccio, celeste, celestino, azzurro, azzurrino, azzurrognolo, azzurro intenso… Grigio, grigiastro, bigio, grigiognolo… Verde, verdino, verdastro, verdone, verdolino…

– Trovare che cosa è argenteo, dorato, purpureo, vermiglio, incolore, trasparente, variopinto, iridescente, opaco, smagliante, cangiante, iridato.

– Trovare ciò che biancheggia, rosseggia, verdeggia, nereggia.

– Ricopiare le seguenti espressioni in due colonne, una per quello che è chiaro, una per quello che è scuro: il fondo del pozzo, il muro soleggiato, la sabbia ardente, l’entrata della grotta, la foresta, l’ombra dell’albero, la strada non asfaltata, il cielo di primavera, il vetro pulito.

Dire cos’è che risplende, che abbarbaglia, che acceca, che scintilla. Dire che cos’è che rischiara, che illumina, che fa brillare. (Scrivere una frase per ciascuna espressione).

– Trovare che cos’è che produce un’ombra fitta, il buio, un’ombra leggera. Che cos’è che si vede brillare alla luce del sole, al lume di luna, al lume di una lampada.

Con gli occhi vedo queste cose belle… Queste cose brutte…

– Fare due colonnine con le seguenti espressioni, una per le cose piacevoli a vedersi, una per le cose spiacevoli: il cielo sereno, un vestito sudicio, un viso roseo, un viso giallognolo, un viso corrucciato, un viso ridente, una farfalla, un rospo, un fiore sbocciato, un fiore appassito, un colore brillante, un serpente, un colore smorto, un gioiello, un cielo grigio.

Completare: Io vedo il _____________ di una lampada. Il vedo il _____________  di un lampo. Io vedo _____________ dell’alba. Io vedo _____________  del tramonto. Io vedo _____________ del fuoco. Io vedo _____________ del sole. Io vedo _____________ del gioiello.

– Comporre delle frasi usando le seguenti espressioni: aguzzare lo sguardo, fare l’occhiolino, strizzare l’occhio, puntare gli occhi, perdere la vista, riacquistare la vista, schiarire la vista, leggere negli occhi, a colpo d’occhio, un colpo d’occhio, dar la polvere negli occhi, crescere a vista d’occhio, sognare a occhi aperti, andare a occhi chiusi, parlarsi a quattr’occhi.

Esercizi per l’uso consapevole dell’udito

– Dalla strada si levano questi rumori… Dal prato… Dalla casa… Dal bosco… Dall’officina… Da una scuola… Dalle vicinanze di un corso d’acqua… Dalla riva del mare… Dalla piazza del mercato…

– Completare: io sento __________ delle ruote del tram. __________delle ruote dell’automobile. __________del passaggio del treno. __________ della tromba. __________ del tuono. __________ del campanello. __________ delle campane. __________ del pulcino. __________ del bue. __________ del gatto. __________ del fulmine. __________ delle mani. __________ delle labbra. __________ dei passi.

– Che cos’è che sferraglia? Che squilla? Che rimbomba? Che schiocca? Che risuona? Che rintrona? Che esplode? Che scoppia? che brontola? Che fruscia? Che cigola? Che geme? Che urla? Che stride? Che rulla? Che suona?

– Qual è l’animale che gorgheggia? Miagola? Cinguetta? Raglia? Pispiglia? Pigola? Geme? Gracchia? Ulula? Stride? Canta? Gracida? Frinisce? Parla?  Mugola? Guaisce? Grugnisce? Ringhia? Sibila? Squittisce? Ronza?

– Chi è che ha una vocina, una vociona, una viciaccia, una vocetta. 

– Scrivi una frase per ognuna di queste espressioni: voce aspra, chioccia, roca, argentina, metallica, armoniosa, sgarbata, dolce, debole, forte, acuta, stizzosa, sdegnosa, alterata, fiacca, profonda, sommessa, pietosa, lamentosa, sonora, ferma, femminile, maschia, sottile, cavernosa, accorata.

– Questi sono rumori piacevoli.

– Questi sono rumori spiacevoli.

– Copia le seguenti parole in due colonnine, una per i rumori (o suoni) deboli, una per i rumori (o suoni) forti: ronzio, scoppio, rimbombo, cigolio, stridio, sferragliamento, scampanellio, brontolio, mormorio, fruscio, esplosione, chiacchiericcio, pigolio, ululato. Poi componi per ognuna di queste parole una frase appropriata.

– Completa con un verbo che si riferisca al senso dell’udito: la ruota della carrucola __________. Il campanello della porta__________. La campana della chiesa__________. La porta che non è unta__________. I freni dell’autocarro__________. I denti della sega__________. I tasti del pianoforte__________. Le corde della chitarra__________. Il cane che si è fatto male__________. La cicala in agosto__________. La rana nel fossato__________. Il pianoforte scordato__________.

Per l’uso consapevole dell’odorato

– Compilare delle frasi includendovi le seguenti parole: naso, nasuccio, nasone, nasino, annusare, nasale, nasata.

– Queste sono cose che hanno un buon odore. Queste sono cose che hanno un cattivo odore. Queste sono cose che hanno un odore acuto. Queste sono cose che hanno un odore soave. Queste sono cose che hanno un odore  leggero. Queste sono cose che hanno un odore gradevole. Queste sono cose che hanno un odore sgradevole. Queste sono cose che hanno un odore nauseante. Queste sono cose che hanno un odore piccante. Queste sono cose che hanno un odore aromatico.

– Nel prato possiamo sentire questi odori. In cucina possiamo sentire questi odori. Per la strada possiamo sentire questi odori. Al mercato possiamo sentire questi odori. 

– Completare: l’odore acuto del ______________. L’odore soave del ______________. L’odore leggero del ______________.  L’odore amarognolo del ______________.  L’odore cattivo del ______________. L’odore appetitoso del ______________. L’odore nauseante del ______________. 

– Completa le seguenti frasi con le parole: nauseante, appetitoso, acuto, dolce, piccante, soave. L’odore della rosa è ______________.  L’odore del pepe è ______________.  L’odore del garofano è ______________.  L’odore della violetta è ______________.  L’odore dell’uovo guasto è ______________.  L’odore della carne arrosto è ______________. 

Per l’uso consapevole del gusto

– Compilare delle frasi con le seguenti parole: lingua, linguina, linguona, linguaccia, linguetta.  Linguacciuto, linguaggio, linguata, scilinguagnolo.

– Chi è che ha la lingua lunga? Corta? Bifida? Puntuta? Morbida? Rasposa? Sudicia? Patinosa?

– Che cos’è che ha un sapore buono? Cattivo? Amaro? Dolce? Salato? Agro? Acido? Gustoso? Disgustoso? Piccante? Aromatico? Dolciastro? Amarognolo? Salmastro? Rancido? Insipido?

Per l’uso consapevole del tatto

– Con le dita posso sentire la __________ del velluto; __________ del metallo; __________  del marmo; __________ del ghiaccio__________ ; __________ della palla ; __________ della corteccia dell’albero.

– Trovare il nome di alcune cose che hanno una superficie liscia; ruvida; morbida; fredda; calda; levigata; rotonda; piana; soffice; tiepida; rugosa;

– Scegliere fra le seguenti parole: caldo, umido, soffice, morbido, freddo, scabroso, liscio, ruvido, spinoso, rugoso, la risposta alle seguenti domande: com’è il velluto? Il tronco dell’albero? La pelle dei vecchi? Il vetro? La mano dell’operaio? Lo stelo della rosa? Il petalo del fiore? Il bucato messo ad asciugare? Il ghiaccio? La sabbia sotto il sole?

– Delle seguenti parole fare due colonnine, una per quelle che esprimono una cosa piacevole a toccarsi, l’altra per le cose spiacevoli: grinzoso, liscio, levigato, scabroso, bruciante, gelato, soffice, cedevole, morbido, duro, spinoso, vellutato, fresco.

– Completare le seguenti frasi scegliendo fra le parole: tocca, stringe, preme, accarezza, sfiora, tasta. La mano __________ un’altra mano. __________ la guancia. __________ il campanello. __________  una stoffa. __________  la tastiera. __________ i capelli.

– per quel che si riferisce al tatto, un fiore può essere __________ . La neve __________. La pietra__________ . La sabbia__________ . La pelle__________ . La stoffa__________ . La pelliccia__________ . Una superficie__________ .

Consigli per favorire la composizione scritta in quarta classe – Il giornale di classe e il giornale murale

In quarta può accadere che alcuni ragazzi, anche se abituati fin dalle prime classi ad esprimersi a voce e per iscritto in assoluta libertà, o per pigrizia o perchè presi da altri interessi, sentano meno il bisogno di raccontare per iscritto le loro esperienze individuali, spontaneamente e frequentemente, come avveniva quando erano più piccoli.
Occorre perciò offrir loro delle motivazioni nuove e valide allo scrivere. Lo svolgimento del “tema” attraverso la ricerca e l’organizzazione delle notizie o l’esplorazione di un determinato ambiente può accrescere l’interesse per la composizione. Un altro mezzo di grande efficacia è la realizzazione di un giornalino stampato o manoscritto (o di un giornale parlato, o di un giornale murale). Un giornalino permette di ricondurre il linguaggio alla sua funzione naturale ed essenziale che è quella di comunicare agli altri; esso è in stretto rapporto di continuità con il testo libero e offre ai ragazzi una validissima motivazione: si scrive non più solo perchè il maestro legga e per ricevere un buon o cattivo voto, ma si scrive per il giornale; lo scritto di ognuno potrà essere letto da tutti i compagni della classe, dagli amici delle classi vicine, dalle famiglie; il pensiero e l’esperienza individuale quindi acquisteranno significato proprio per il fatto di divenire sociali.
Il giornale murale è un giornale rudimentale la cui realizzazione può essere molto semplice e rapida: un grande foglio di carta da pacchi farà da sfondo ai vari pezzi che potranno essere testi liberi, composizioni, cronache, relazioni di contenuto vario; o potranno gravitare tutti intorno a un unico centro di interesse, ad un argomento di studio e di ricerca.
Si potranno stabilire rubriche fisse; la pagina sportiva, la pagina degli esperimenti scientifici, l’angolo della biblioteca, il cantuccio degli indovinelli, ecc…
Il giornale sarà abbellito e completato da disegni, fotografie, grafici, decorazioni varie. Cerchiamo di far collaborare tutti gli alunni alla stesura periodica del giornale, suddividendo e alternando i compiti secondo le preferenze e le capacità di ciascun bambino; soprattutto cerchiamo di evitare che il nostro giornale sia costruito solo di temi belli accuratamente scelti, corretti e ricuciti da noi per l’applauso di genitori e colleghi; esso dovrebbe essere al contrario lo specchio delle capacità vere dei ragazzi, del loro lavoro, del loro sforzo comune.

La redazione del giornalino di classe implica un insieme di attività che sono per i bambini causa ed effetto della maturazione: esige la capacità di assumere iniziative personali, di sottostare ad un giudizio; di impostare un lavoro in collaborazione e di suddividerlo in parti senza operare ingiuste esclusioni; di assumersi la responsabilità di scegliere e di migliorare le capacità di scelta; di valutare con serenità e con intelligenza, di migliorare il proprio gusto; di saper correggere ed autocorreggersi; di prevedere modi e tempi di esecuzione, di risolvere problemi pratici di procedimento.

Come si compone il giornale di classe stampato o murale
– comitato di redazione: un gruppo di bambini che ha l’incarico di scegliere le composizioni (prose e poesie), le relazioni, le cronache, i disegni;
– gli illustratori: provvederanno ai disegni
– gli impaginatori: dovranno stabilire l’impaginazione del materiale, disponendolo in modo logico secondo le rubriche preventivate, e in modo armonico distribuendo con equilibrio e senso delle proporzioni i testi scritti e le illustrazioni;
– il materiale: composizioni, relazioni, cronache, resoconti sulla vita della scuola, della famiglia, della città, sugli avvenimenti di attualità che hanno destato interesse, sui problemi della piccola comunità. Anche la corrispondenza scolastica può fornire materiale interessante

Scrivere per il giornale non è un esercizio meramente scolastico. La classe cessa di essere un ambiente artificiale e diviene una comunità nella quale tutti collaborano con gioia per lo stesso scopo, attuando così il primo tirocinio concreto della libertà. Bisogna però guardarsi dal trasformare il giornale in una vetrina nella quale fanno bella mostra di sè soltanto i primi della classe.

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