CHICCOLINO recita per bambini della scuola d’infanzia e primaria.
Narratore: C’era una volta un chicco di grano, lo chiameremo Chiccolino, per distinguerlo dai mille e mille altri chicchi che gli stavano accanto, sopra e sotto, tutti raccolti insieme in un granaio. Un giorno il nostro Chiccolino trasse un lungo sospiro e disse…
Chiccolino: Ah, che triste è questo luogo, scuro… silenzioso… e come si sta male così pigiati, uno sull’altro.
Narratore: Gli rispose un altro chicco di grano, lì vicino
Secondo chicco: Hai ragione, fratellino, dobbiamo starcene qui stretti, noi che eravamo abituati all’aria aperta, laggiù nel campo dorato.
Chiccolino: Ricordi come si stava bene nel grembo della spiga? Il sole intorno sorrideva…
Secondo chicco: … e il vento sussurrava le sue dolci canzoni…
Chiccolino: … e le messi ondeggiavano.
Secondo chicco: E il canto degli uccelli… Te lo ricordi il canto degli uccelli, fratellino?
Chiccolino: Altro che… E i papaveri con i loro vestitini rossi che mettevano l’allegria…
Secondo chicco: Sembrava on dovesse finire mai quella bella vita. Invece un giorno vennero gli uomini, avanzarono con le loro macchine nel campo…
Chiccolino: Recisero le spighe, a cento a cento.
Secondo chicco: E noi sgusciammo fuori e fummo raccolti nei sacchi, poi scaricati qua, nel granaio.
Chiccolino: Una vera prigione.
Secondo chicco: Triste destino davvero… la vita era cominciata tanto bene, ed è finita così male.
Narratore: I due chicchi di grano sospirarono. Per un momento regnò un gran silenzio nel granaio, poi si udì una nuova vocina…
Terzo chicco: Non scoraggiatevi, amici miei… Io vi dico che non è finita così.
Chiccolino: Chi sei, tu?
Secondo chicco: E che ne vuoi sapere?
Terzo chicco: Sono un chicco di grano come voi, come tutti gli altri, soltanto sono più anziano di voi e conosco un po’ il mondo.
Secondo chicco: Ma come puoi dire che la nostra vita non è finita qui?
Terzo chicco: So quel che dico: ne ho visti tanti e tanti di chicchi di grano… Ne ho visti arrivare e li ho sentiti lamentarsi proprio come fate voi…
Chiccolino: E poi?
Terzo chicco: E poi, un bel giorno, li ho visti partire per un nuovo destino.
Secondo chicco: E tu?
Terzo chicco: Il mio destino è stato diverso da tutti gli altri: quando fui versato nel sacco del granaio, sono quattro anni ormai, andai a finire in una fessura del tramezzo di legno, e così sono rimasto nascosto in un cantuccio ad osservare…
Chiccolino: racconta, racconta per favore…
Secondo chicco: Su, da bravo, non farti pregare.
Terzo chicco: Con piacere, amici miei. Dovete dunque sapere che…
Narratore: Il vecchio chicco di grano non ebbe tempo di cominciare il suo racconto perchè le porte del granaio furono spalancate, e risuonarono le voci degli uomini
Primo uomo: Su, svelti, riempite quaranta sacchi.
Secondo uomo: Avanti, voi, con i sacchi. Qui a me.
Primo uomo: Poi li caricherete sull’autocarro e li porterete al mulino.
Narratore: Per tutta la mattina gli uomini affondarono le pale nel grano. Che tramestio, che confusione in quel mare di chicchi… Alfine le voci tacquero, le porte furono chiuse e nel granaio tornarono il silenzio e l’oscurità.
Terzo chicco: Chiccolino, Chiccolino! Dove sei?
Chiccolino: Eccomi, sono qui, vecchio chicco.
Terzo chicco: Oh, meno male! Ho tremato per te…
Chiccolino: L’ho scampata bella. Per due volte la pala mi ha sfiorato… Brrr, non mi sarebbe piaciuto finire un’altra volta in un sacco.
Terzo chicco: Ci saresti rimasto per poco. Ti avrebbero portato al mulino con tutti gli altri.
Chiccolino: Al mulino? Cos’è il mulino?
Terzo chicco: Il mulino è lo stabilimento dove si macina il grano: ogni granello viene stritolato fra due ruote di pietra, ridotto in polvere bianca, in farina.
Chiccolino: Questo non può essere, non è possibile che la mia veste dorata si riduca in polverina bianca.
Terzo chicco: La veste, o involucro, è color d’oro, ma dentro sei tutto bianco. Chiccolino, come me e come tutti gli altri; dopo che la macina del mulino ci ha stritolati, la farina viene passata allo staccio.
Chiccolino: E cosa accade allora?
Terzo chicco: Lasciami dire: passata allo staccio, il candido fior di farina sarà liberato dal cruschello; da una parte il cruschello dorato, dall’altra la candida farina.
Chiccolino: E poi?
Terzo chicco: E poi gli uomini lavorano la farina nei pastifici e nei forni, fanno il pane e la pasta, due dei loro alimenti principali.
Chiccolino: Se questo sarà il mio destino, sono già rassegnato…
Terzo chicco: C’è di meglio, Chiccolino, c’è di meglio. Può darsi che ti attenda un destino migliore.
Chiccolino: Che cosa c’è ancora?
Terzo chicco: Devi sapere che ogni anno una parte del grano che gli uomini raccolgono dai campi…
Narratore: Neanche questa volta il vecchio chicco potè continuare il suo racconto: le porte del granaio si spalancarono, risuonarono ancora le voci degli uomini.
Primo uomo: Sarà cosa da poco questa volta: basteranno cinque sacchi.
Secondo uomo: La provvista per la semina.
Narratore: Ancora un gran tramestio nel granaio, le pale si immersero nel mare di grano… Ad un tratto Chiccolino si sentì sollevare, ebbe appena il tempo di gridare…
Chiccolino: Addio, vecchio chicco di grano e grazie per la buona compagnia!
Terzo chicco: Addio, Chiccolino, addio, e buona fortuna!
Narratore: Come si stava male dentro il sacco… stretti stretti, sembrava di soffocare. Ma non durò a lungo. Il mattino seguente Chiccolino sentì che qualcuno sollevava il sacco, lo portava via, lo posava sul terreno. Chiccolino si chiese…
Chiccolino: Quale sarà il mio destino?
Narratore: L’imboccatura del sacco fu sciolta, una mano si immerse nel grano… Chiccolino fu trasportato in un sacchetto appeso alla cintura di un seminatore.
Chiccolino: Ah, finalmente! Un po’ di aria fresca e la gran luce del sole! E com’è bello andarsene per i campi…
Narratore: Ma ecco nuovamente una mano si immerge nel sacchetto: Chiccolino si ritrae, ma la mano si serra, lo prende con tanti altri granelli…
Chiccolino: Ah… che gran volo!
Narratore: Era stato lanciato nella terra smossa.
Chiccolino: Ben trovata, madre terra. Con te starò benissimo.
Narratore: Chiccolino si guardava intorno, non c’erano ne erbe ne i papaveri vestiti di rosso, ma soltanto terra umida e scura. Si stava domandando che cosa gli sarebbe accaduto, quando si sentì rotolare in mezzo alle zolle di terra, e fu sepolto.
Chiccolino: Nuovamente al buio, e solo, questa volta. Questa è proprio la fine…
Narratore: Non era la fine, anzi era il principio di una nuova storia che ogni anno, da migliaia e migliaia di anni, si ripete al sopraggiungere della stagione piovosa. Racchiuso nel seno della madre terra, Chiccolino dormì tranquillo per qualche tempo. Poi, un giorno…
Chiccolino: Che succede? Mi spunta come una bianca codina…
Narratore: Sì, qualcosa di nuovo avveniva nel corpo di Chiccolino: si rigonfiava, allungava dei piccoli tentacoli. Poi un piccolo stelo si allungava su su verso l’alto, in cerca d’aria e di luce.
Chiccolino: Che bello! Che bello! Aveva ragione il vecchio chicco, una nuova vita mi attende. Evviva il sole!
Narratore: Pian piano la nuova pianticella ruppe la crosta della terra, si innalzò verso il cielo. E Chiccolino? Chiccolino non c’era più, si era trasformato in una nuova pianta di grano e quando ritornò il sole dell’estate una bella spiga dorata ondeggiava al vento, sussurrava le sue canzoni in risposta al canto degli uccelli, scherzava con i rossi papaveri che mettono allegria.
G. Valle