Handling: toccare il bambino con le mani. La caratteristica più straordinaria delle cure materne al neonato, è che presentano al bambino il mondo esterno, rendendoglielo comprensibile. Il tempo che il bambino trascorre con la madre è il tempo in cui riceve informazioni che riguardano tutti gli aspetti della vita: il cibo, il linguaggio, l’attività sociale, il piacere del contatto con gli altri.
Nell’handling il contatto non è stretto e completo come nell’holding, ma avviene principalmente attraverso le mani. In tutte queste occasioni madre e bambino stanno insieme in modo diverso, e la loro interazione può assumere tantissime varianti.
Il lavoro delle mani è di solito svolto mentre il bambino si trova appoggiato su una superficie di fronte alla persona che dà le cure. Questa situazione è ideale per una migliore conoscenza reciproca, perchè l’adulto può guardare il bambino e il bambino può vedere meglio l’adulto.
I momenti delle cure materne devono essere sentiti come occasioni privilegiate per passare del tempo insieme, ma non è possibile provare questa sensazione se non si è consapevoli delle reali e straordinarie capacità dei neonati.
Handling: toccare il bambino con le mani – Consigli pratici:
– descrivere le nostre azioni: mentre ci occupiamo delle cure materne dovremmo sempre descrivere verbalmente le nostre azioni al neonato, parlandogli in modo semplice e breve;
– nominare le parti del corpo: quando tocchiamo le varie parti del corpo dovremmo dirne il nome;
– chiedere collaborazione: in tutto quello che facciamo con lui dovremmo sempre sollecitare la sua collaborazione.
E’ importante credere nella capacità di collaborazione dei neonati: essa è possibile fin dal momento della nascita, ma richiede di accettare di dare più tempo alle cure e di avere una grande fiducia nei bambini, considerandoli intelligenti e sempre desiderosi di interagire con noi. Imparando a dare le cure materne con la collaborazione del neonato gli invieremo l’informazione: “Tu sei qui con me, è un piacere stare insieme e fare le cose insieme”, e il tempo delle cure materne si trasformerà in un’esperienza sociale.
Handling: toccare il bambino con le mani
Le cure materne producono nel bambino l’integrazione psicosomatica interna, cioè aiutano l’unione di corpo e mente, l’unità dei due versanti dell’ “Io”.
L’unità dell’Io avviene per tappe:
1. integrazione: come detto, di realizza nel periodo della vita simbiotica;
2. personalizzazione: l’unione tra corpo e mente si rinforza, i bambini distinguono sempre meglio ciò che è interno da ciò che è esterno a loro, il loro schema corporeo si fa più preciso e dettagliato.
Mediante le funzioni del corpo tutta la persona del bambino si unifica e raggiunge la capacità di associare i bisogni fisici al piacere di soddisfarli in maniera umana.
La persona in via di sviluppo all’interno del bambino, ciò che viene chiamato “Io”, può diventare più o meno forte in relazione alla capacità della madre di soddisfare le sue aspettative. I suoi bisogni si presentano con una certa frequenza ogni giorno, ed egli, giorno dopo giorno, sperimenta il suo potere di richiamare l’attenzione della persona dalla quale si aspetta di essere aiutato. Se il bambino sente che i suoi bisogni ricevono una risposta adeguata riceve l’informazione: “Ho bisogno, chiedo e ricevo dall’esterno”.
Poiché ciò che arriva alla mente attraverso il corpo, durante il tempo delle cure materne, è buono, il corpo è in armonia con la mente, e le due parti diventano sempre più collegate tra loro con reciproca soddisfazione: si raggiunge l’unità psicosomatica.
Facciamo un esempio, la fame:
– è un bisogno che comincia a livello fisico: diminuzione della quantità di zucchero nel sangue, sensazione di stomaco vuoto;
– la situazione viene processata a livello psichico: i bambini si svegliano e piangono per ricevere aiuto;
– se la risposta è pronta, ricevono il seno della madre, che procura non solo cibo, ma anche presenza amorosa, relazione umana, stimolazione sensoriale; in questo modo ricevono il cibo per il corpo e il cibo per la mente;
– se la risposta non arriva, o se bisogna aspettare troppo a lungo, l’angoscia può diventare insostenibile, e i bambini possono decidere di ritirarsi all’interno di sé e dormire, perchè questa è la sola cosa in loro potere, se l’ambiente non risponde. La necessità di aiuto esterno viene superata con la negazione del bisogno e con la separazione dall’ambiente, che si è mostrato deludente. Siamo in una situazione di divisione tra il corpo e la mente: la mente infatti si procura una soddisfazione irreale ritirandosi all’interno.
Quando le delusioni si ripetono continuamente, i bambini imparano a chiedere sempre meno, oppure a chiedere in modo violento: in entrambi i casi l’unità psicosomatica non viene raggiunta e l’Io rimane diviso. Questo Io non può sentirsi forte né sicuro, perchè sente di non aver potere sull’ambiente e i suoi bisogni non sono soddisfatti. La vita allora diventa difficile e lo sforzo di crescere in un ambiente ostile occupa molte delle energie che dovrebbero essere impiegate, invece, per lo sviluppo armonico di sé.
Dobbiamo meditare profondamente sul fatto che durante la gravidanza e la prima infanzia lo sviluppo della mente dell’essere umano è sempre molto più avanzato rispetto a quello del suo corpo. Questa condizione mette i bambini in uno stato di impotenza e solo una madre attenta e sensibile ai loro bisogni fisici e psichici può salvarli.
I bambini hanno grandi capacità mentali, che non sono però sostenute dal loro fisico, e solo la madre, identificandosi con loro, può comprendere e risolvere i loro problemi.
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Handling: toccare il bambino con le mani