La gravidanza esterna o etero-gestazione – MONTESSORI DA ZERO A 3 ANNI. Secondo Maria Montessori dovremmo pensare che la vita embrionale del bambino si estende sia prima che dopo il momento del parto.
Dopo la nascita madre e bambino devono continuare a vivere insieme anche perchè il bambino è incapace di mangiare il cibo degli adulti e di muoversi da solo nello spazio.
Il movimento volontario ha bisogno di altri otto-nove mesi per arrivare a camminare a quattro zampe, e la completa autonomia dal latte materno richiede lo stesso tempo. Giunto a questo punto, biologicamente il bambino può sopravvivere senza la madre.
Questo periodo dura esattamente quanto dura una gravidanza, e per questo i nove mesi dopo la nascita sono considerati “gravidanza esterna” (o etero-gestazione).
Perchè il feto umano lascia l’utero prima di essere veramente pronto per il mondo esterno?
Perchè la testa del feto, per la grande quantità di corteccia cerebrale che caratterizza la sua specie, raggiunge in soli nove mesi il volume massimo che può passare attraverso il bacino materno, ed è perciò necessario che il bambino venga fuori. L’enorme e precoce crescita del cervello produce una testa fetale il cui volume richiede l’uscita al nono mese di gravidanza.
Questo apparente svantaggio diventa però occasione preziosa per vivere una seconda gestazione, nella quale le braccia materne sostituiscono l’utero e il seno materno sostituisce la placenta e il cordone ombelicale. A questo si aggiungono molti altri vantaggi.
La gravidanza esterna o etero-gestazione
Il neonato fuori dall’utero riceve moltissime informazioni sensoriali e fa moltissime esperienze che sviluppano il suo potenziale e gli permettono di utilizzare meglio la ricchezza del suo cervello.
I nove mesi dopo la nascita sono una gravidanza esterna che continua e perfeziona la prima.
Il bambino può chiedere aiuto piangendo, ma la soddisfazione dei suoi bisogni può avvenire solo per mezzo delle risposte che provengono dall’ambiente.
La necessità del neonato di essere aiutato procura al bambino una grande quantità di contatti e interazioni umane. Negli adulti intorno a lui la natura provvede ad accendere il loro periodo sensitivo materno e paterno.
Sappiamo che non esiste un istinto materno, come non esiste un istinto paterno, ma esiste un potenziale umano che spinge gli esseri umani adulti a rispondere alle necessità dei piccoli della loro specie, anche quando non sono i propri figli. In aggiunta a questo potenziale, che è sempre presente, vi sono periodi speciali, detti appunto periodi sensitivi per la maternità e la paternità, che si manifestano nei primi giorni dopo la nascita di un bambino e diventano attivi solo quando vi è un contatto diretto con il neonato.
La presenza del padre è importante in ogni momento della vita del bambino, e molto importante è il rapporto che c’è tra madre e padre: quando nella coppia c’è armonia ed equilibrio, la relazione con il bambino è di amore ed attenzione ai suoi bisogni, senza attaccamento eccessivo e possessività. I genitori che si amano non hanno bisogno dei figli per compensare le mancanze della propria vita affettiva.
Non appena la presenza del bambino si manifesta ai genitori, comincia un lavoro comune di madre e padre per proteggere ed aiutare il nuovo essere umano.
L’eredità biologica contenuta nei cromosomi materni e paterni assicura solo la forma umana e un grande potenziale, ma questa forma e questo potenziale hanno la necessità assoluta di un ambiente umano per svilupparsi.
Le cure necessarie alla sopravvivenza del neonato non sono solo fisiche, ma rappresentano anche il tempo e il luogo della relazione e della conoscenza reciproca. Tra madre e figlio si instaura una relazione preferenziale che aiuta la crescita del bambino perchè la madre continua ad offrirgli affetto, cibo e stimoli sensoriali.
L’incapacità del neonato è un’altra manifestazione della saggezza della vita per favorire lo sviluppo delle potenzialità umane.
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La gravidanza esterna o etero-gestazione