Segni di interpunzione col metodo Montessori DUE PUNTI E VIRGOLETTE per introdurre il discorso diretto.

Materiali:
– penna nera e rossa,
– una striscia di carta bianca
– forbici
– l’immagine di due orecchie e di due bocche
– la frase scelta (nell’esempio Giovanni dice mi piacciono i dinosauri) già scritta in nero, con il due punti, l’iniziale maiuscola e le virgolette acute scritte in rosso.

discorso diretto 1
discorso diretto 2

Segni di interpunzione col metodo Montessori DUE PUNTI E VIRGOLETTE
Presentazione:

Invitiamo un gruppo di bambini a partecipare alla lezione e stendiamo un tappeto sul pavimento.

Scriviamo una frase, leggendola mentre scriviamo. Ad esempio: Giovanni dice mi piacciono i dinosauri:

discorso diretto 3

Chiediamo ai bambini: “Quali sono le parole esatte che ha pronunciato Giovanni?”. I bambini risponderanno: “Mi piacciono i dinosauri”.

Tagliamo la frase in queste due parti,

discorso diretto 4

poi diciamo ai bambini: “Ora dobbiamo mettere un segno che ci spieghi che stiamo per ascoltare le parole di Giovanni. Con che cosa ascoltiamo le parole di chi di parla? Sì, con le orecchie”. Poniamo quindi l’immagine di due orecchie poste una sull’altra, sopra il primo segmento di frase:

Segni di interpunzione col metodo Montessori DUE PUNTI E VIRGOLETTE

Chiediamo ora ai bambini: “E che cosa usa, Giovanni, per dirci il suo pensiero? Sì, la bocca. Quindi metteremo una bocca all’inizio di ciò che dice, per indicare l’inizio del suo discorso, così…”
“E anche una bocca alla fine del suo discorso, altrimenti non possiamo sapere quando smette di parlarci. Facciamo così:”

Segni di interpunzione col metodo Montessori DUE PUNTI E VIRGOLETTE

“Quando scriviamo, sostituiamo le orecchie con questo segno speciale, che ricorda proprio le orecchie di chi ascolta.” (Aggiungiamo i due punti all’immagine e al primo segmento di frase, con la penna rossa, poi togliamo l’immagine, che metteremo poi accanto al titolo)

discorso diretto 7

“In italiano chiamiamo questo segno ‘due punti’, per indicare la loro forma”. (Mettiamo nella parte superiore del tappeto i cartellini dei titoli per i due punti e l’immagine.)

“Poi sostituiamo la bocca con un altro segno speciale. Quando la persona inizia a parlare, scriviamo così:” (Aggiungiamo con la penna rossa le virgolette alte aperte.)

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“E quando la persona termina il suo discorso, scriviamo così:” (Aggiungiamo con la penna rossa le virgolette alte chiuse.)

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 “Questi segni speciali incorniciano le parole pronunciate da qualcuno, e si chiamano virgolette. Quelle all’inizio sono virgolette aperte e quelle alla fine sono virgolette chiuse”.

Mettiamo nella parte superiore del tappeto i cartellini dei titoli:

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“C’è un’altra cosa importante da fare, adesso. Quello che ha detto Giovanni è una frase. Vi ricordate cosa si usa sempre a inizio frase?” I bambini risponderanno che si usa la lettera maiuscola. Correggiamo quindi con la penna rossa, così:

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“Questa è la vostra lezione chiave su due punti e virgolette.”

“Le virgolette possono essere scritte come abbiamo fatto noi, oppure anche in questo modo.” (Mettiamo la frase scritta con le virgolette acute sotto la frase costruita durante la lezione.)

Segni di interpunzione col metodo Montessori DUE PUNTI E VIRGOLETTE per introdurre il discorso diretto

“Ora potete registrare la lezione sui vostri quaderni”.

Segni di interpunzione col metodo Montessori DUE PUNTI E VIRGOLETTE
Per l’insegnante

In italiano li conosciamo come due punti, per indicare la loro forma, ma il loro uso viene dagli antichi Greci che chiamavano questo segno Kolon (ramo di un albero), perché la parte della frase che li segue è come un ramo che dipende dal tronco dell’albero.

I due punti indicano una pausa di durata uguale a quella del punto e virgola, ed hanno una funzione sintattica ben precisa: segnalare che ciò che segue è un’illustrazione, una spiegazione, una conseguenza di ciò che è stato detto in precedenza. In particolare i due punti si usano:
per introdurre un elenco: nella mia scuola si studiano molte materie: italiano, storia, geografia, matematica, fisica, inglese, educazione fisica.
E’ però preferibile che i due punti non separino il verbo dal complemento oggetto o dal soggetto post-verbale, anche se questi sono costituiti da un’enumerazione di cose o persone: nella mia scuola si studiano italiano, storia, geografia, matematica, fisica, inglese, educazione fisica.
per introdurre una spiegazione: ha un progetto molto ambizioso: diventare l’unico proprietario dell’azienda.
in combinazione con le virgolette o i trattini, per introdurre un discorso diretto: gli chiese: “Come ti chiami?”
in alcuni casi, in sostituzione di una congiunzione coordinante o subordinante: sono molto stanco: non esco. Prendi l’ombrello: piove.

I Romani usavano forme curve per rappresentare le labbra. Queste labbra a inizio frase significavano: “sto iniziando”; alla fine significavano: “ho finito”.

Le virgolette delimitano un discorso diretto o una citazione: Mi disse: “Cerca di aiutarlo”.
Talvolta vengono usate per dare evidenza a una o più parole, per sottolinearne un particolare significato, per metterne in rilievo la stranezza: il valore “politico” dell’opera d’arte.
In questi casi sono più comuni i segni “…”, mentre nei discorsi diretti e nelle citazioni sono più comuni i segni <<…>>; le virgolette semplici ‘…’ vengono invece usate spesso per dare il significato di una parola o di un’espressione: corizza significa ‘raffreddore’.

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