In qualità di adulti o di giovani in cammino di crescita, dovremmo essere in grado di vivere come il bambino vive nei suoi processi di fantasia mentre gioca con la sua bambola. Per poter comprendere questa affermazione però, dobbiamo fare riferimento a quanto esposto da Rudolf Steiner proprio in relazione alla bambola, ed ai nessi esistenti tra la bambola, l’estetica, la spiritualità e la pedagogia.
La “bambola Waldorf” è molto presente nel web e in molte delle nostre case, e forse è interessante leggere cosa ne dice l’antroposofia… Il mio personale parere è brevemente riassunto qui http://www.lapappadolce.net. Trovo però utile la pubblicazione di questi due articoli intanto per chi crede (perchè di credo si tratta, come vedrete) nell’antroposofia, perchè sono articoli abbastanza rari, e poi per le persone che magari sono affascinate dall’indubbia bellezza degli ambienti e dei materiali delle scuole steineriane, ma non ne conoscono i presupposti… Conoscere è importante…
Questo genere di bambola non è stato inventato da Rudolf Steiner: sono le bambole dei bambini poveri, che sempre le mamme hanno confezionato per i loro bambini prima dell’avvento della produzione in serie, della plastica, e dell’estetica e dei bisogni indotti dal marketing. I bambini ricchi avevano la bambola di porcellana, i bambini poveri giocavano con la bambola fatta con le foglie del mais (da cui la famosa bambola annodata), o con figure intagliate approssimativamente nel legno, o con uno straccio annodato, appunto… Oppure le mamme e le nonne facevano le bambole di pezza ai loro bambini. Quello che ha fatto Steiner è stato “canonizzare” il modello e inserirlo all’interno di un complesso impianto filosofico-teologico, cosa che ha fatto praticamente con ogni possibile aspetto della vita (dall’agricoltura all’arredamento all’abbigliamento a tutte le arti e non mi dilungo). Ma così oggi ha senso parlare della bambola di pezza, come della “bambola Waldorf”, e in questo modo un’importantissima tradizione continua a vivere.
Come sempre dico, io credo che la bambola fatta a mano sia un giocattolo bellissimo, qui c’è in mio manuale se può esservi d’aiuto: https://www.teacherspayteachers.com/Product/manuale-per-realizzare-le-bambole-Waldorf-1938893
bellissimo farla e bellissimo giocarci, ma mi sento libera di non credere a quanto ci si vuole mettere dietro; pure rispetto chi lo crede, se è consapevole e altrettanto rispettoso.
Questi articoli sono comparsi in Von der Wurde des Kindes intorno agli anni ’70, il primo (Pensieri aforistici sulle bambole) a firma di Anne Schnell, il secondo (Bambole e animali nella stanza dei bambini) di Johanna Veronica Picht. Li ho rimaneggiati parecchio nel tentativo di renderli il più comprensibili possibile a tutti. Le parti in grassetto sono quelle che più direttamente fanno riferimento alla confezione della bambola…
Pensieri aforistici sulle bambole
In qualità di adulti o di giovani in cammino di crescita, dovremmo essere in grado di vivere come il bambino vive nei suoi processi di fantasia mentre gioca con la sua bambola. Per poter comprendere questa affermazione però, dobbiamo fare riferimento a quanto esposto da Rudolf Steiner proprio in relazione alla bambola, ed ai nessi esistenti tra la bambola, l’estetica, la spiritualità e la pedagogia.
Nella delicata relazione che si sviluppa giorno dopo giorno tra adulto e bambino, tutto ciò che si crea attorno a una bambola che la mamma stessa ha realizzato, può diventare una vera scuola di amore umano e amore di vita, e donare al bambino gioia nei rapporti e gioia di vita; nutre inoltre le sue forze vitali favorendo lo sviluppo sano del suo corpo, della sua anima e del suo Io.
Per meglio esporre il suo pensiero, Steiner porta un confronto tra la “cosiddetta bella bambola” e una “bambola veramente bella“. La prima, che ai suoi tempi sapeva solo parlare e muovere gli occhi, e che oggi sa fare molto di più, ha avuto origine dall’idea che ha prodotto anche i robot.
La bambola veramente bella, che ci viene descritta da Steiner, può essere semplicemente costituita da un pezzo di stoffa annodato o legato, in modo tale che nella parte superiore si formi la testa, con occhi naso e bocca, di cui gli ultimi due non sono indispensabili. Se poi si annodano i due angoli superiori e quelli inferiori, questa bambola avrà anche braccia e gambe.
Rudolf Steiner parla in modo esteso ed approfondito della bambola, mettendola in relazione al bambino dai due anni e mezzo fino ai cinque anni, e illustrando ciò che caratterizza questo periodo della vita: una particolare fantasia che si sviluppa proprio in questa età, una fantasia viva e ricca di stimoli, ma anche meravigliosamente delicata in questo suo primo attivarsi.
Secondo l’antroposofia prima della nascita si verificano tutta una serie di eventi sovrasensibili, cioè di carattere spirituale, difficili da cogliere col nostro pensare moderno, ma secondo Steiner da considerarsi come scientifici, seppure nel nostro linguaggio manchino perfino i termini per definirli. E’ secondo lui necessario, quindi, introdurre un altro concetto nella nostra moderna immagine del mondo. E senza credere in questa realtà spirituale, non si può comprendere il concetto di fantasia infantile, nè come questa rappresenti una forza salutare che rappresenterà una risorsa dell’uomo per tutto l’arco della sua vita.
In un breve testo, “Educazione del bambino e preparazione degli educatori”, Rudolf Steiner parla della nascita del bambino come costituita in realtà da una sequenza di varie nascite, poichè considera l’uomo formato non solo dal corpo fisico, ma da altri tre corpi: il corpo delle forze vitali o di crescita (che chiama corpo eterico), il corpo delle forze dell’anima (che chiama corpo astrale o senziente) e il corpo dell’Io. Avvengono più nascite, appunto perchè questi corpi non nascono contemporanemente.
L’antroposofia crede fermamente nella reincarnazione e nell’esistenza di una gerarchia molto dettagliatamente classificata di “entità spirituali” (angeli, arcangeli, serafini, cherubini ecc…). Tra queste entità le più alte, in armonia con il cammino che l’individualità umana ha compiuto sulla terra di incarnazione in incarnazione, prima della nascita del bambino lavorano con l’aiuto della corrente ereditaria alla costruzione del corpo fisico dell’essere che vuole nascere, e questo rispettando anche il destino di tale individualità. Le forze eteriche materne che lo avvolgono, attive nella corrente ereditaria, collaborano a questo lavoro per formare nel nascituro le sue funzioni vitali, e naturalmente anche il padre del bambino collabora in questo lavoro di costruzione.
Via via viene descritta la nascita dei vari corpi.
In particolare si afferma che l’Io del bambino resta inizialmente avvolto nella sua anima, come una meravigliosa immagine. Per questo, in questo periodo della vita che comincia col periodo embrionale e termina circa col terzo anno di età, è possibile leggere nei sentimenti innati di un bambino quale sia il suo destino individuale. Io e corpo dell’anima costruiscono insieme il corpo delle forze vitali, e questo fa crescere il corpo fisico del bambino. Quindi Io, anima e forze vitali insiemi agiscono insieme nel corpo fisico, costruiscono gli organi interni, e sono forze attivissime come detto fino ai tre anni, anche se permangono con intensità minore fino al cambio dei denti.
continua nelle pagine seguenti (segui i numeri delle pagine):