Fiaba cosmica della storia della scrittura Montessori, in tre versioni. Per avere il quadro completo della quarta grande lezione e consultare tutto l’altro materiale vai qui: 

Fiaba cosmica della storia della scrittura

QUARTA GRANDE LEZIONE MONTESSORI
Fiaba della lingua scritta (o della comunicazione attraverso i segni)
Prima versione

Fiaba cosmica della storia della scrittura – Materiale utile per la presentazione:

– linea del tempo per la fiaba cosmica della storia della scrittura (facoltativa)


– carte illustrate per la fiaba cosmica della storia della scrittura (facoltative)

Fiaba cosmica della storia della scrittura

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Fiaba cosmica della storia della scrittura – Racconto:

Qualche settimana fa, abbiamo raccontato la storia della nascita dell’Universo. Al termine del racconto, ricorderete che la Terra era formata. In un’altra storia avviamo visto che l’equilibrio non era completo, ed è comparsa la vita a risolvere questo problema. Apparve una grande varietà di animali e piante, che col tempo popolarono i mari, la terraferma ed il cielo. Abbiamo visto molti di questi esseri viventi sulla nostra linea del tempo. Al termine di questa linea, il nostro pianeta era pronto ad accogliere l’essere umano. Abbiamo raccontato una storia che parlava di quando è arrivato sulla Terra e di ciò che faceva, fin dalla sua prima comparsa. Abbiamo poi srotolato la lunga fascia nera, che aveva al termine una striscia speciale. Abbiamo poi visto un’altra fascia, quella della mano, e abbiamo parlato del lavoro che gli uomini da sempre svolgono sulla Terra.

Oggi racconteremo un’altra storia sugli esseri umani, una storia molto speciale.

Non sappiamo esattamente quando si è svolta, sappiamo che è avvenuta molto tempo fa, e sappiamo di certo che è una storia vera.

Quando i primi uomini e le prime donne vennero sulla Terra, avevano dei bisogni da soddisfare. Ad esempio avevano bisogno di cibo. Per questo cominciarono ad esplorare l’ambiente intorno a loro per trovare cose da mangiare. Era un tempo molto lontano, e non c’erano negozi di generi alimentari o fattorie. Quando qualcuno trovava qualcosa di buono, la notizia si diffondeva anche agli altri. E la notizia si diffondeva anche nel caso di cose disgustose o velenose.

Durante le loro esplorazioni, capitava che questi uomini a volte si allontanassero molto dal loro rifugio. Per diffondere le notizie riguardo a ciò che era buono da mangiare ed a ciò che non lo era, a qualcuno (non sappiamo chi) venne un’idea: disegnerò questa cosa per lasciare un messaggio di quello che ho scoperto. Per molto tempo le persone fecero questo: riproducevano con immagini le cose che volevano condividere con gli altri.

Questo sistema fu usato per lunghissimo tempo, finché un gruppo di esseri umani, chiamati Egizi, cominciò a disegnare immagini più dettagliate delle cose. Questi segni venivano da sempre disegnati sulle pietre, ma gli Egizi pensarono che ci fosse bisogno di un sistema più semplice e veloce per lasciare agli altri uomini dei messaggi. Scoprirono così un metodo per fabbricare dei fogli, utilizzando una pianta che cresceva abbondante sulle rive del loro grande fiume. Con questo tipo speciale di foglio, era possibile disegnare i segni con dei pennelli, e questo metodo fu adottato poi per lunghissimo tempo. In seguito qualcuno ebbe l’idea di rendere il lavoro ancora più veloce e semplice: invece di usare i pennelli, si poteva usare uno strumento più appuntito, una sorta di penna, per tracciare i segni.

Con le immagini che gli Egizi usavano per scrivere i loro messaggi, però, c’era un problema: non sempre si potevano decifrare con certezza i messaggi, perché una stessa immagine poteva voler dire cose diverse. Ad esempio un tavolo poteva voler dire tavolo, oppure gamba, oppure mangiare. Come facevano le persone che guardavano il disegno, a capire il messaggio?

Un altro gruppo di uomini, chiamati Fenici, viveva molto tempo fa sulle sponde del Mediterraneo. Mentre gli Egizi vivevano lungo le rive del fiume Nilo, e vivevano di agricoltura, i Fenici erano commercianti e marinai, e viaggiavano con le loro navi raggiungendo molti Paesi, trasportando argento, vetro e cristalli, profumi, gioielli e ornamenti preziosi. Raggiunti Paesi lontani con le loro navi, offrivano queste cose alle persone che volevano comprarle. Tra le loro merci più preziose c’era un tessuto che nessun altro popolo sapeva fabbricare: un tessuto tinto con la porpora di Tiro. Questo tessuto era così prezioso che veniva usato solo da re ed imperatori. Tutti desideravano acquistare le merci vendute dai Fenici, e il tessuto tinto con porpora di Tiro era la merce più desiderata di tutte. Ma non è questo il motivo per cui i Fenici sono un popolo molto importante nella storia dell’umanità. Essi fecero una cosa ancora più importante. I Fenici conoscevano la scrittura tramite disegni degli Egizi, e sapevano che il significato di questa scrittura non era sempre chiaro. Siccome erano un popolo dedito totalmente al commercio e alla navigazione, non avevano il tempo di mettersi a disegnare tutte quelle immagini per lasciare i loro messaggi. Avevano bisogno di un modo più semplice per registrare la merce che compravano e vendevano. Così ebbero un’idea davvero intelligente. Decisero di utilizzare solo le immagini che gli Egizi usavano per riprodurre i suoni, modificarono un po’ queste immagini, e decisero di tenere solo alcune di esse.

La cosa interessante è che con poche immagini che significavano un determinato suono, era molto più facile scrivere ciò che si voleva comunicare. I Fenici scoprirono quello che voi stessi avete scoperto quando avete cominciato ad usare le lettere smerigliate e gli alfabeti mobili. Hanno trovato un modo per rendere la scrittura semplice e veloce.

La nostra storia non finisce però con i Fenici. Un altro popolo, i Greci, presero i simboli fenici, ne modificarono la forma, e usarono i nuovi segni per scrivere. L’alfabeto ideato dai Greci passò poi ad un altro popolo, i Romani, che modificano ulteriormente i loro segni. Le lettere che noi usiamo oggi per scrivere assomigliano molto a quelle usate dai Romani.

Quindi le lettere che usiamo oggi per scrivere, sono nate grazie ai Fenici, il primo popolo che utilizzò dei segni per riprodurre i suoni. Questi segni ci aiutano a comunicare con le persone che sono lontane da noi e non possono sentire la nostra voce, e per comunicare con tutte le persone che verranno dopo di noi.

Fiaba cosmica della storia della scrittura

QUARTA GRANDE LEZIONE MONTESSORI
Fiaba della lingua scritta (o della comunicazione attraverso i segni)
Seconda versione

Fiaba cosmica della storia della scrittura – Materiale utile per la presentazione:

linea del tempo    per la fiaba cosmica della storia della scrittura (facoltativa)

Fiaba cosmica della storia della scrittura – Racconto:

Ricordate quando abbiamo parlato di come si è formata la Terra? E quando abbiamo parlato della comparsa dei viventi? Le piante si sono trasferite sulla terraferma, gli anfibi hanno emesso il primo suono e la Terra ha udito per la prima volta una voce, poi sono arrivati gli animali e infine, quando la Terra fu pronta, arrivarono gli esseri umani. Poi abbiamo parlato anche di questi esseri umani: donne, uomini e bambini come noi. Abbiamo parlato dei loro doni speciali e di ciò che hanno fatto.

Oggi parleremo in particolare di una cosa che gli esseri umani sono riusciti a fare molto tempo fa, ma solo dopo essere vissuti sulla Terra molto, molto a lungo.

Gli scienziati pensano che l’essere umano, fin dalla sua prima comparsa, fosse in grado di parlare con suoni e risate. Già i primi uomini impararono a dare nomi agli oggetti per comunicare agli altri ciò che volevano, o per mettere in guardia gli altri dai pericoli, ad esempio dalla presenza di animali feroci, o per far sapere agli altri dove trovare cibo, o buoni posti in cui rifugiarsi. La sera poi raccontavano agli altri le cose interessanti che avevano visto durante il giorno, e confortavano i loro bambini, se qualcosa li aveva spaventati.

Ma questo lo potevano fare solo con le persone che erano presenti davanti a loro. Come sappiamo, però, l’uomo ha un cuore in grado di provare amore anche per persone che non sono presenti davanti a loro, addirittura possono provare amore per persone mai incontrate.

Per lasciare messaggi a persone che non erano presenti in quel momento, gli uomini all’inizio usarono i sassi, disponendoli secondo certi schemi, poi iniziarono a fare dei disegni. Questo è ciò che può essere successo.

C’era una volta un ragazzo che non aveva un nome. Era usanza del suo popolo scegliere un nome adatto ai ragazzi, solo quando essi avessero compiuto un atto coraggioso.

Nel paese dove il ragazzo viveva, venne una grande siccità. Il fiume cominciò a prosciugarsi, e presto non ci fu più nulla da mangiare. Le piante erano appassite e gli animali selvatici erano scappati. Le persone dovettero abbandonare la loro terra, alla ricerca di acqua.

Il ragazzo aveva un cane, e alcuni uomini della sua tribù volevano ucciderlo per cibarsene, ma il ragazzo lo difese dicendo che il cane era un buon cacciatore e che lui e il suo cane insieme sarebbero riusciti a trovare del cibo per tutti. Così il ragazzo e il suo cane andarono sulle montagne a cercare qualcosa da mangiare.

Dopo molti giorni di esplorazione, si fecero molto deboli per la fame e la sete. Poi il ragazzo vide tre cervi. Lui ed il cane inseguirono uno di essi ed arrivarono in un canyon. Nel canyon nascosto c’erano acqua, erba, e molti altri cervi.

Il ragazzo tagliò una striscia di corteccia di betulla e vi incise la descrizione della sua scoperta. Poi legò la striscia al cane e l’animale tornò al villaggio.

Alcuni giorni dopo, tutta la gente della tribù arrivò al canyon, guidata dal cane. Tutti onorarono il ragazzo e gli diedero nome: “Ragazzo che ha reso felice e sana la sua gente trovando un ricco branco di cervi e acqua”.

Quando il ragazzo crebbe, diventò il capo del suo popolo, e tutti lo chiamarono “Ricco branco”.

Fiaba cosmica della storia della scrittura

QUARTA GRANDE LEZIONE MONTESSORI
Fiaba della lingua scritta (o della comunicazione attraverso i segni)
Terza versione

Fiaba cosmica della storia della scrittura – Materiale utile per la presentazione:
– Linea del tempo della comunicazione attraverso i segni versione 1

Fiaba cosmica della storia della scrittura – Racconto:

Pochi giorni fa vi ho raccontato una storia che parlava della Terra e di come si è formata. Abbiamo poi parlato di come sono apparsi gli animali e le piante. Abbiamo poi raccontato la storia della comparsa degli esseri umani.

La storia che voglio raccontarvi oggi è iniziata quando gli esseri umani vivevano già da molto tempo sulla Terra. Non c’è modo di sapere esattamente quando si è svolta, sappiamo soltanto che successe molto tempo fa. E soprattutto sappiamo che si tratta di una storia vera.

I primi uomini e le prime donne che vissero sulla Terra avevano bisogno di molte cose, ad esempio di un riparo, di vestiti e di cibo. A quel tempo, naturalmente, non esistevano negozi di generi alimentari o di abbigliamento. E non c’erano case in cui andare ad abitare. Ma sappiamo che, anche così, la Terra era pronta per accogliere gli esseri umani, quando sono comparsi. Il dono che essi possedevano di una mente più grande di quella di tutti gli altri animali, capace di pensare ed immaginare, li aiutò a cercare e trovare tutto ciò di cui avevano bisogno.

Forse per comunicare tra loro le soluzioni che via via trovavano per soddisfare i loro bisogni, all’inizio usavano gesti, o una combinazione di gesti e suoni (mimare alcuni gesti accompagnati da suoni per indicare ai bambini qualcosa).

Questo sistema funzionava abbastanza bene, ed essi lo usarono per lungo tempo. Alla fine, però, si presentarono nuove sfide.

Se una persona trovava qualcosa di buono da mangiare, ad esempio uno stagno ricco di pesci, e nessun altro era lì, non potevano usare suoni o gesti, perché in quel momento non c’era nessun altro. Così si chiesero: “Come faccio a raccontare quello che ho trovato?”. Probabilmente la prima persona non è riuscita a risolvere il problema, ma ad un certo punto qualcuno ci riuscì. Non sappiamo chi fosse, né quando ebbe questa intuizione, ma sappiamo che ad un certo punto, qualcuno pensò che poteva “fotografare” lo stagno ricco di pesci, cioè realizzare un’immagine dipinta di esso, un’immagine che raccontasse la storia della scoperta dello stagno. Con i suoni e con i gesti non sarebbe stato possibile.

Ad esempio un cacciatore che aveva visto dieci bisonti nei pressi di una data roccia, disegnava un bisonte, e sotto ad esso disegnava dieci aste.

Il tempo passava, e gli uomini continuarono a disegnare. I loro dipinti erano meravigliosamente belli, e si possono ammirare anche oggi.

A un certo punto della storia, circa 5.000 anni fa, si sviluppò una civiltà chiamata Civiltà Egizia. Gli Egizi vivevano lungo le rive del fiume Nilo, in Africa del Nord. Questo popolo usava tantissimo i messaggi illustrati: alcuni li scolpivano sulla pietra, altri li dipingevano sulla pietra, altri li dipingevano su fogli di carta. Le pietre le prendevano dal suolo che abitavano, mentre la carta la fabbricavano con la pianta del papiro, una canna che cresce abbondante sulle rive del Nilo. All’inizio dipingevano su questa carta utilizzando i pennelli, ma poi preferirono uno strumento appuntito intinto nei colori, come una penna (mostrare dei geroglifici).

Come potrete immaginare, decifrare questi messaggi non era così facile, soprattutto perché la stessa immagine poteva significare cose diverse. Ad esempio l’immagine di una gamba poteva significare:

– gamba (cioè esattamente la cosa disegnata)

– correre, perché le gambe si usano per correre (cioè un’idea connessa alla cosa disegnata)

– rapidamente (cioè una qualità connessa alla cosa disegnata).

Nello stesso periodo di tempo in cui gli Egizi vivevano sulle rive del Nilo, un altro gruppo di uomini, chiamati Fenici, vivevano in un’altra regione del Nord Africa, sulle sponde del Mar Mediterraneo. I Fenici erano abili navigatori, e viaggiavano verso tutte le terre intorno al Mediterraneo vendendo le loro merci, soprattutto avorio, spezie, incenso, argento, ornamenti e vetro. Avevano anche una merce molto speciale, che solo loro possedevano: un tessuto pregiatissimo tinto di porpora. Essi scoprirono che un particolare mollusco conteneva nel suo guscio particelle di un colorante rosso brillante, e lo utilizzarono come colorante per tingere i tessuti. Per ottenere questo colorante occorrevano milioni di molluschi, che venivano poi lavorati per estrarne il prezioso colorante. Poiché era molto difficile da ottenere, e solo i Fenici erano in grado di estrarlo, questo colorante era molto costoso. Solo le famiglie reali o quelle molto ricche potevano permettersi di tingere i loro vestiti con questo bel colore. Ed i Fenici tennero il segreto della sua fabbricazione gelosamente al sicuro. Ma il segreto della porpora di Tiro non è il motivo per cui il popolo dei Fenici è così importante nella storia dell’uomo. I Fenici, infatti, seppero fare una cosa ancora più importante per tutti noi.

I Fenici vendevano e compravamo merci anche dagli Egizi, e così conobbero il loro modo di registrare messaggi attraverso i geroglifici. Però, essendo un popolo di commercianti, essi avevano bisogno di un modo più rapido e preciso di scrittura. Così presero in prestito dai geroglifici egizi solo le immagini che essi usavano per rappresentare i suoni della lingua, e non quelli che rappresentavano parole o idee, e ne semplificarono la forma, per renderli più veloci da scrivere. Queste immagini erano poche, ma bastavano per registrare tutte le cose che per loro erano importanti, come la merce comprata e venduta, le somme di denaro, e così via.

I Fenici scoprirono quello che avete scoperto voi quando avete imparato ad  usare le lettere smerigliate e gli alfabeti mobili, cioè l’uso di segni che rappresentano suoni, con i quali si possono comporre le parole.

Anche se possiamo dire che i Fenici furono i primi ad usare quello che noi conosciamo come “alfabeto”, per noi è difficilissimo riconoscerne le lettere. Quindi la storia non finisce qui.

I primi ad usare la parola “alfabeto” furono i Romani, e le lettere romane sono quelle che noi possiamo riconoscere più facilmente. Le lettere dell’alfabeto smerigliato sono quasi le stesse dell’alfabeto romano.

I Fenici furono i primi ad aver avuto l’idea di scrivere i suoni. Non c’era più bisogno di disegnare le immagini degli oggetti, bastavano i segni dei suoni.

Noi oggi continuiamo ad usare la loro idea. Quando scriviamo un racconto, registriamo le lettere che formano il suono delle parole che vogliamo scrivere. Quando leggiamo, riconosciamo i suoni delle lettere che formano le parole. Questa storia potrebbe averla scritta un antico Fenicio, e noi ora potremmo leggerla.

Fiaba cosmica della storia della scrittura

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