Recita su Cristoforo Colombo per bambini della scuola primaria. La drammatizzazione può essere recitata fra i banchi. L’azione è sottolineata dallo storico, mentre tutti i diversi quadri che compongono la drammatizzazione saranno recitati da due ragazzi.

Recita su Cristoforo Colombo – Personaggi
Cristoforo Colombo
la regina Isabella di Castiglia
il fanalista
un dotto di Salamanca
il mercante
il nostromo
lo storico.

Recita su Cristoforo Colombo – I QUADRO
(a Genova, la torre di vedetta del Porto)

Lo storico: Siamo a Genova e corre l’anno 1480. Siamo sul porto, un porto un poco diverso da quello attuale, ma pur sempre grande e attrezzato di argani, ponti e pontili e scali per la riparazione delle navi. Un brulichio di uomini e di cose intercalato da grida, da comandi, da colpi di fischietto. Dall’osservatorio si scruta l’orizzonte, pronti ad annunciare…

Fanalista: Una vela, ohhhh!

Lo storico: (guarda da una parte sentendo un rumore di passi concitati) Chi è mai questo giovane che sale trafelato la scaletta dell’osservatorio? Non può essere che lui! Quando sente il richiamo di una vela, si precipita su!

Colombo: (entra e va verso il fanalista)

Fanalista: Buon giorno, messer Colombo

Colombo: una vela in vista?

Fanalista: Ecco, messere, fissate lo sguardo sul pennone della Stella Genuana, issatelo sino ad incontrare il filo dell’orizzonte…

Colombo: Tu quante vele hai contato?

Fanalista: una, messere

Colombo: ed ora fissa bene, quante ne vedi?

Fanalista: è vero, un’altra ne sta spuntando quasi sorgesse dall’acqua.

Colombo: (pensoso, ripete) quasi sorgesse dall’acqua… Hai ragione Pietro: quasi sorgesse come il sole che si alza al mattino…

Fanalista: (continuando il discorso) tutta la notte nascosto tra i flutti per permettere il riposo degli uomini…

Colombo: (sorridendo) credi che il sole stia davvero tutta la notte a mollo tra i flutti?

Fanalista: (convinto) sì, messere

Colombo: e, la velatura della nave, dimmi, perchè appare così dalla cima e pian piano mentre la nave avanza, sempre più di dispiega, fino a mostrarsi con tutta la tolda? Dimmi: anch’essa è stata a mollo nell’acqua?

Fanalista: oh, no! Ciò è causa di riflessi e giochi di luce

Colombo: giochi di luce! Sempre giochi fra voi! E non avete mai pensato che la terra sia una sfera?

Fanalista: una palla? Ah, Colombo, mi pare esageriate! Come faremmo a starci sopra e ritti? E quelli di sotto? Altro non potrebbero essere che piovre per starci abbarbicate con le loro enormi ventose!

Colombo: non posso rispondere a tutti i tuoi interrogativi, Pietro. So soltanto, per quel che mi  è dato conoscere, che la terra ha forma sferica e che pertanto se taluno parta per la via di occidente, tosto ritorni al luogo di partenza da oriente

Recita su Cristoforo Colombo – II QUADRO
(a Genova, la torre di vedetta del Porto)

Mercante: (entra sulle ultime parole di Colombo e si ferma ad ascoltare) Chi parla qui di oriente ed occidente?

Colombo: Colombo, messere, per servirvi

Mercante: Messer Ammiraglio, quale fortuna trovarvi! Chi affida a Voi le sue merci e i suoi denari può chiudere gli occhi soavemente e felice addormentarsi, sicuro che tutte le navi arriveranno alla meta!

Colombo: merito di Nostra Signora, che mi protegge

  Mercante: ho un carico. Destinato ai porti del Kataj. E di là un altro carico. Ho noleggiato un magnifico vascello: manca l’Ammiraglio. Ditemi che accettate.

Colombo: accetto, ma ad un patto. Arriverò al Kataj, navigando verso occidente.

Mercante: (lo scruta) Vi sentite bene, messere?

Colombo: perchè vi ostinate a guardarmi quasi io fossi uscito di senno? Se la terra è una sfera è facile arguire che navigando verso occidente dovrò spuntare ad oriente!

Mercante: ed io con tutta la sicurezza, il buon senso del mercante, la lunga esperienza, vi dico che oltre le colonne d’Ercole è avventuroso spingersi, nè io potrò mai approvare che uno solo dei miei battelli si spinga ove il mare è sconosciuto. Se volete andare nel Kataj prendete la via più breve per l’oriente!

Colombo: non fa per me! Il mio primo viaggio sarà per testimoniare agli altri ciò che è già certezza dentro di me!

Lo storico: Colombo, visto respinto il progetto di circumnavigare la terra da parte dei mercanti, decise di chiedere aiuto fuori patria. Andò alla corte della Regina Isabella di Castiglia.

Recita su Cristoforo Colombo – III QUADRO
(Una sala regale)

Colombo: mia potente Signora e Regina, non sono qui per chiedervi ricompense ed onori. Vengo soltanto a chiedervi di poter essere testimone della verità

la regina Isabella di Castiglia: Conosciamo il progetto. I nostri ammiragli ce lo sconsigliano temendo la perdita dei vascelli, degli uomini; temono infine per voi. Saremmo disposti a concedervi il denaro per allestire un’intera flotta e di essa nominarvi capo. Ma non siamo disposti a perdere un solo legno in un’impresa ignota

Colombo: impresa ignota, mia Regina? Ma allora il mio tempo speso nello studio del moto degli astri, la matematica, le lettere degli scienziati miei amici, la meccanica, a nulla è servito?

Isabella: c’è un solo mezzo per piegare il volere dei nostri ammiragli: affrontare la discussione con i dotti della città di Salamanca.

Colombo: andrò a Salamanca, mia Regina.

Recita su Cristoforo Colombo – IV QUADRO
(l’Università di Salamanca)

Lo storico: Colombo raggiunse Salamanca e ascoltò le lezioni dei dotti: chiese di parlare

Dotto: (continuando una lezione)… e dunque la Terra è un’immensa piattaforma al centro dell’Universo sidereo. Attorno a lei si muovono il sole, la luna e le stelle le fanno corona…

Discepolo: scusi maestro… sull’orlo della piattaforma chi vi abita? Vi è forse un recinto tutto attorno onde non precipitare nel vuoto?

Dotto: no, nessun recinto. Attorno v’è il mare che cinge la piattaforma; ma per chi è incauto e s’inoltra oltre le colonne d’Ercole, allorchè la terra tosto scompare al suo sguardo, è la fine.

Discepolo: Perchè? Non s’espande il gran mare sino all’estremo limite dell’universo?

Dotto: sì, ma infestato di mostri di tal ferocia da uccidere soltanto con lo sguardo l’avventuroso argonauta

Colombo: (si è alzato) Pure la Scienza di lor Signori potrebbe, a titolo di esperimento, concedere che persona di fiducia vada a testimoniare e tosto ritorni con l’esatta descrizione di ciò che ha veduto.

Dotto: e noi, messere, potremmo in nome della scienza, condannare a sicura morte un cristiano?

Colombo: e se questi si offrisse?

Dotto: pazzo e suicida! No, messere, la nostra dottrina impedisce ai pazzi di compiere azioni da pazzi! Ma Signori, potete voi pensare ad una sfera fatta di pietre e di acque galleggiante in un mare di venti, fra nubi e tempeste? E noi… (ridendo) sopra, aggrappati a questa sfera, in pena per tenerci ritti, con la bava alla bocca, morsi dalla paura di cadere e con le unghie conficcate in un ciuffo di erba o in una sporgenza di roccia! Messer Colombo, tornate a casa e distraetevi al sole delle vostre riviere!

Recita su Cristoforo Colombo – V QUADRO
(Una sala regale)

Lo storico: Deriso dai Dotti di Salamanca, Colombo sembra voler rinunciare al progetto; ma la Regina Isabella lo richiama improvvisamente.

Isabella: Andrete alla scoperta di nuove terre. Su ogni lembo di nuova terra che scoprirete porterete la Croce e lo Stendardo della Spagna. Questa è la missione che vi diamo da compiere. Noi non appoggeremo le vostre dottrine in contrasto  con i nostri Dotti, e quindi la scienza sarà bandita dalla vostra impresa. Vi concediamo tre caravelle: la Nina, la Pinta e la Santa Maria, con equipaggi e viveri per otto settimane. Voi traccerete la rotta che più vi aggrada e darete il segnale di partenza ai vostri nocchieri. Partite pure, Messere, per il porto di Palos: la vostra flotta è già in allestimento.

Colombo: (si inchina profondamente) spero di tornar presto, mia Signora e Regina. A voi e alla Spagna una terra; a me l’onore di piantare la croce e una bandiera.

Recita su Cristoforo Colombo – VI QUADRO
(Il porto di Palos)

Nostromo: dunque Ammiraglio, secondo voi la terra… sarebbe una sfera… Ho navigato quanto voi e ho visto albe e tramonti sul mare e la gran curva dell’orizzonte e apparire, come dite voi, vele e terre quasi sorgessero dal profondo del mare. Poniamo che la terra sia quest’uovo. Voi volete andare da questo punto a quest’altro: ma non passare da qui, per la via conosciuta. Volete passare da qua, sicuro che incontrerete il vostro Kataj. Ma dite, perchè altri prima di voi non ci hanno pensato?

Colombo: prova a dar star diritto quest’uovo

Nostromo: (prova e riprova, poi si dà per vinto) Non ci sta!

Colombo: (prende l’uovo e gli dà un colpetto) si batte un poco… ed ecco fatto.

Nostromo: non ci avevo pensato… è vero, bastava pensarci solo un poco…

Recita su Cristoforo Colombo – VII QUADRO
(la tolda della Santa Maria in navigazione. E’ notte)

Lo storico. Si è lasciato Palos il 3 agosto del 1492. Si naviga da sessanta giorni. La ciurma esausta minaccia di ammutinarsi.

Nostromo: ancora una notte Ammiraglio. Le scorte d’acqua stanno per esaurirsi. Domani si torna indietro: bisogna stare ai patti.

Colombo: Conosco le leggi della gente di mare ed il valore della parola data. Pure ho nel cuore un buon presentimento.

Nostromo: il presentimento è costume di donne, non di uomini, Ammiraglio!

Colombo: può darsi, Nostromo! Pure io sento nelle narici l’odore della terra

Nostromo: le mie sono chiuse dal sale

Colombo: ho visto un branco di uccelli. Volavano verso levante. Gli uccelli non si allontanano molto dalla costa

Nostromo: Possono essere avvisaglie di mostri marini

Colombo: ho visto affiorare tronchi d’albero

Nostromo: esistono correnti marine simili a fiumi sotterranei. Potevano seguire la loro rotta verso l’inferno.

Colombo: ho visto laggiù un fuoco. Brillava nella notte. Poi una bassa nuvolaglia lo ha coperto.

Nostromo: perchè non avete dato il segnale?

Colombo: non a me è dato dar segnali: visionario e pazzo che sono!

Nostromo: Ammiraglio, voi avete raddoppiato stanotte le vedette. Voi avete promesso una ricompensa a chi avvisti per prima una striscia di terra. Ho creduto che fosse un trucco per rabbonire la ciurma… invece voi avevate già la certezza!

Colombo: Nostromo, guardate là! Dal profondo del mare si leva un’isola, una terra, un continente. Solo a chi ha navigato per anni è dato di vedere questo incanto che sa di magia.

(Un colpo di cannone ed un grido): Terra! Terra!

Nostromo: la Pinta ha dato il segnale!

Colombo: Ecco il favoloso Kataj abitato da uomini come noi! Che cosa porteremo loro? La nostra civiltà piena di dubbi? Oppore la nostra unica certezza?

(G. Siaccaluga)

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