Materiale didattico scuola primaria geografia – IL MARE – una raccolta di letture e dettati ortografici sul mare, per lo studio degli ambienti naturali in geografia e per perfezionare lettura e ortografia.
Il mare
Le acque dei fiumi raggiungono il mare. Il mare è una grande estensione di acqua salata, di colore verde – azzurro, che circonda le varie regioni della Terra.
La superficie del mare è mossa, di continuo, dal vento che provoca le onde. Esse sono appena accennate quando il mare è tranquillo, in bonaccia; sono alte e pericolose, crestate di schiuma, quando c’è burrasca.
Il limite tra terra e mare è la costa. Essa si presenta ora alta e rocciosa sulle acque, ora bassa e coperta di sabbia o di ghiaia. Le onde urtano contro le coste, le scavano, le frastagliano in modo bizzarro.
Le coste basse e sabbiose (spiagge) e specialmente quelle alte e rocciose sono molto varie: formano le sporgenze di promontori e di capi e le rientranze di baie e di golfi.
Ci sono terre che si allungano per molti chilometri nel mare; si chiamano penisole. L’Italia è una grande penisola estesa nel mar Mediterraneo. Completamente circondate dal mare ci sono terre di estensione talvolta notevole: si chiamano isole. La Sicilia e la Sardegna sono grandi isole italiane.
I mari, che occupano gran parte della Terra, producono con la loro evaporazione l’umidità necessaria per le piogge; quindi i mari sono anche regolatori della temperatura. Nella buona stagione, le acque marine si riscaldano e conservano questo calore. Quando giunge l’inverno, esse lo cedono a poco a poco all’aria e la intiepidiscono. Durante l’estate, le acque marine sono fresche e donano all’aria un po’ della loro frescura. Le terre presso il mare hanno così inverni ed estati miti.
Chi si è divertito tra le onde si è sicuramente accorto che l’acqua del mare ha un sapore sgradevole. Ciò è causato dalle grandi quantità di sali trasportate dalle acque dei fiumi e depositate nel mare, le quali si concentrano per la forte evaporazione. Il sale è un elemento indispensabile per la vita dell’uomo: egli non potrebbe nutrirsi solo di cibi dolci, perciò l’uomo ricava il sale facendo evaporare l’acqua marina nelle vasche delle saline.
Il mare è popolato da una quantità enorme di pesci grossi e piccoli. Gli uomini si sono sempre nutriti di pesce, ed oggi hanno vere e proprie flotte di pescherecci capaci di affrontare l’alto mare e di preparare e conservare il pesce appena catturato.
Gli uomini, fin dall’antichità, hanno saputo dominare e solcare il mare con imbarcazioni sempre più veloci e sicure; oggi il mare è una via di comunicazione facile ed economica.
Le navi che solcano i mari hanno, lungo le coste, le loro stazioni: i porti. Nei porti esse sostano per caricare e scaricare merci, per imbarcare e sbarcare passeggeri.
L’uomo dell’antichità trovò, sulla sponda, luoghi adatti per riparare le navi dai venti e dalle onde: erano insenature profonde, protette da coste alte, i primi porti naturali. Ritroviamo, oggi, lungo le coste e alle foci dei fiumi, porti costruiti dall’uomo; essi sono bordati e difesi da lunghe muraglie di cemento o di pietra: i moli.
Oh, com’è grande e bello il mare! Quando è tranquillo sembra un’immensa distesa azzurra con tante bianche vele, immobili, come in attesa del messaggio di un angelo. Nelle giornate più chiare il mare si confonde col cielo e le onde mansuete, come piccoli agnelli, baciano la sponda. Ma guai se il vento si mette a soffiare! Allora il mare sembra un mosto scatenato. Che paura!
Doni del mare
Il sole è scivolato dalle nubi di fiamma fino al mare. A poco a poco scende la sera buia. Nel cielo brillano le stelle e la luna tonda tonda. I pescatori ritirano le reti che hanno lasciato cadere nell’acqua scintillante. Quanti pesci nella rete! Il pescatore è contento e, mentre ritorna, pensa al suo bimbo che può dormire tranquillo: il mare ha pensato anche a lui.
Al mare
Come è grande il mare! Così grande che, a vederlo laggiù, sulla riga dell’orizzonte, pare che non debba avere fine. Come è mutevole l’aspetto del mare! Ora, a cielo sereno e ad aria ferma, ci appare liscio come una tesa coltre di seta azzurra, se si leva una leggera brezza s’increspa appena; giocano a rincorrersi piccole onde irrequiete. Lasciate però che si levi forte il vento, che si faccia impetuoso e che il cielo prometta burrasca: ecco che le onde si fanno più alte, diventano cavalloni, si coronano di creste schiumose, vengono a frangersi con forza contro la riva, gettando nell’aria, tra gli alti spruzzi, il loro fragore. Allora il mare fa paura. Quando il mare si calma e ritorna sereno, non si sa più dove siano le furie della tempesta.
Civiltà del Mediterraneo
Mare Mediterraneo vuol dire “mare chiuso tra le terre”. Esso è circondato dalle coste dell’Europa, dell’Asia e dell’Africa. E’ un mare che non conosce le grandi tempeste ed i venti furiosi; i navigatori vi si possono avventurare in lunghi viaggi senza perdere di vista la costa. Proprio sulle sue sponde nacquero alcune tra le più grandi civiltà. Questo mare costituì la via rapida per il commercio e per le conquiste.
Quando gran parte degli uomini viveva ancora in capanne ed affilava armi e strumenti di pietra, Gli Egiziani in Africa, i Fenici, gli Assiro-Babilonesi e gli Ebrei in Asia e i Greci in Europa erano forti, ricchi, organizzati. Foggiavano con arte i metalli; costruivano navi sicure e palazzi meravigliosi; scrivevano, dipingevano, scolpivano con gusto raffinato.
L’acqua sulla Terra
Se osservassimo il nostro pianeta stando su un altro corpo celeste, vedremmo un globo ricoperto per la maggior parte di acqua e senza dubbio verrebbe da dargli il nome di Mare e non di Terra. La Terra è infatti il pianeta delle acque: su 510 milioni di chilometri quadrati della sua superficie totale, quasi i tre quarti sono occupati dai mari e solo per 149 milioni si estendono terre. Nessun altro mondo, fra quelli osservati dagli scienziati finora, possiede una distesa d’acqua e in tutto l’Universo l’acqua, allo stato liquido, costituisce una vera rarità.
Le vie del mare
Il mare, così vario, non impedisce le comunicazioni tra i vari paesi. Immagina che sul mare siano tracciate centinaia di grandi strade che portano in ogni parte del mondo: sono le rotte, cioè i percorsi seguiti dalle navi. Sul mare si svolge un continuo traffico di merci e di passeggeri: i punti di partenza e di arrivo sono i porti.
All’ingresso dei porti c’è il faro; una torre sulla cui cima è posta una luce potentissima, che si scorge dal mare anche da lontano e serve di indicazione alle navi.
Il porto è generalmente protetto da un molo, che lo ripara dalla violenza delle onde. I grandi porti hanno più moli, i quali servono anche come banchine per l’attracco delle navi.
Sulla riva sorgono le attrezzature portuali: gru per il carico e lo scarico, magazzini di deposito per le merci. Vi sono anche gli uffici della Dogana, dove si controllano i passaporti dei viaggiatori che partono o arrivano da Paesi stranieri e si esaminano i bagagli e le merci.
Il porto
Il porto è la stazione delle navi che, cariche di uomini, di merci, di petrolio, arrivano e salpano per tutte le parti del mondo. E’ una vasta estensione d’acqua separata dal mare aperto per mezzo di lunghissime dighe chiamate moli, costruite dagli uomini per impedire che le onde del mare in tempesta portino danno alle imbarcazioni ferme.
Nel porto le navi riposano tranquille una accanto all’altra, attraccate ai piloni piantati nei ponti di approdo.
Gli sportivi del mare
Con poderose bracciate, il nuotatore avanza sicuro, muovendo ritmicamente il capo fasciato dalla lucida cuffia di gomma. Il nuoto è uno degli sport più antichi e più completi, perchè permette di tenere in esercizio tutti i muscoli del corpo. Perfino nell’antica Roma, per indicare una persona da poco, si diceva “non imparò nè a leggere nè a nuotare”.
Munito di maschera respiratoria, di pinne palmate ai piedi, il cacciatore subacqueo scende nelle profondità marine. E’ armato di uno speciale fucile che lancia una lunga e appuntita freccia, alla quale è agganciata la sottile gomena che serve per il recupero dei pesci colpiti. A questo sport si dedicano specialmente abili e coraggiosi nuotatori.
In fondo al mare
Forse voi credete che il fondo del mare sia formato soltanto da sassolini o da sabbia o da rocce. Invece gli abissi marini presentano gli aspetti più vari.
Scendendo in fondo al mare si scoprono alberi strani di rosso corallo e alghe multicolori che disegnano fantastici arabeschi. Si incontrano animaletti che sembrano fiori e pesci simili a farfalle.
La nostra vista è attirata da agili e trasparenti meduse o da spugne enormi fisse alle rocce del fondo.
Più scendiamo e più animali e piante diventano strani per forma e colore. A migliaia di metri di profondità troveremmo un mondo di tenebre e di freddo. Qui abitano esseri mostruosi e voraci che certamente ci incuterebbero grande spavento.
I prodotti del mare
Il pesce è certo, con il sale, il più importante dono del mare. Tutti conoscono il gusto prelibato delle sogliole e delle orate.
A volte i pescherecci si spingono fuori dal Mediterraneo per affrontare l’oceano ove la preda è abbondante e preziosa. Stoccafissi e baccalà sono appunto i merluzzi catturati in mari lontani. I primi vengono conservati facendoli essiccare, i secondi mediante un processo di salatura.
Celebri in Sicilia e in Sardegna sono la pesca del tonno e del pesce spada, e la raccolta delle spugne.
Tipica è la coltivazione di certi molluschi marini, come i mitili, e diffusa è la raccolta di altri frutti di mare, come i tartufi, le ostriche, le arselle e i datteri.
Sale e salgemma
La maggior parte del sale terrestre è contenuta nel mare e negli oceani. Milioni di anni fa le acque di molti golfi marini rimasti separati dal mare e quelle di laghi salati evaporarono e il sale si depositò sul fondo in colossali ammassi. Questi strati di sale furono, poi, ricoperti da sedimenti impermeabili trasportati dai fiumi e rimasero sepolti a varie profondità. Questo sale si chiama salgemma e viene scavato come un minerale nei giacimenti.
Le saline
Il mare è una miniera inesauribile di sale, un minerale prezioso che l’uomo estrae dalle saline. Esse sono grandi vasche, poco profonde, con il fondo di cemento, costruite sui tratti di costa pianeggiante. Per mezzo di un canale di immissione, che comunica con il mare, vengono riempite di acqua marina che, per il calore del sole, evapora, depositando uno strato di sale.
Pescatori al lavoro
Laggiù, in alto mare, nel buio della notte, appaiono all’orizzonte lunghe file di luci: sono le lampare. Le hanno accese i pescatori che al tramonto sono usciti dai porti con le loro barche da pesca e hanno gettato in mare le reti. La luce di quelle lampade è forte, accecante. Attrae i pesci curiosi e li abbaglia. Quando essi si accorgeranno dell’insidia tesa dagli uomini sarà ormai troppo tardi: saranno già prigionieri della rete.
Prima dell’alba i pescatori prendono la via del ritorno; se la pesca è stata buona scaricano sulla banchina del porto cassette piene di pesci d’ogni sorta: cefali, sardine, triglie, sogliole, aguglie, e un’infinità di granchietti incappati nella rete, che cercano ora di ributtarsi in acqua correndo.
La marea
Chi abita sulla costa conosce lo strano fenomeno della marea. Durante le ore di una giornata l’acqua non conserva sempre lo stesso livello: vi sono periodi di bassa e periodi di alta marea.
In Italia la differenza tra i due livelli è trascurabile. Ma vi sono coste dove si raggiungono vari metri di dislivello. Questo fenomeno è dovuto all’attrazione esercitata dalla Luna sulle acque del globo terrestre.
Il mare distrugge e costruisce
Quando un’onda infuriata si abbatte su uno scoglio, questo riceve un colpo da gigante. Lo scoglio resiste, anzi sembra che neppure lo avverta. Ma col passare dei secoli, le onde vincono: formano grotte e archi meravigliosi. Poi lo stesso scoglio viene staccato dalla costa e infine distrutto. Ma il mare restituisce tutto. Dopo aver sbriciolato e spezzato le rocce, le rende alla costa sotto forma di ghiaia e di sabbia. Così nasce una spiaggia.
Come nascono le isole
Ci sono isole sorte dal mare, proprio come funghi. Si tratta di vulcani che hanno trovato il loro sfogo nel fondo marino. La lava, accumulandosi rapidamente, giunge un bel giorno alla superficie formando, talora in pochi giorni, isolotti di forma conica.
Certe isole vicino alla costa, invece, erano un tempo saldate ad essa. Poi, a causa di un lento sprofondamento del suolo, se ne sono distaccate. Talora questo distacco avviene in seguito all’inesorabile lavoro di lima del mare.
I guardiani del faro
Il faro è una torre di pietra che, all’ultimo piano, ha una lampada molto luminosa che guida nella notte i naviganti. Di notte, le strade del mare sono buie; le navi, perciò, non possono vedere gli scogli o il porto. Il faro, con la sua luce amica, sembra dire: “Attenzione!”, oppure: “Vieni, qui c’è la casa che ti aspetta!”.
I fari sono sparsi un po’ da per tutto sulle coste, ma i più interessanti sono quelli sperduti su qualche scoglio, in mezzo al mare tempestoso. Ogni faro aveva due guardiani, che pensavano ad accendere la lampada e, di notte, a turno, facevano la veglia. Ogni settimana, e talvolta ogni mese, arrivava una nave che li riforniva di viveri.
Al mare
E’ tanto bello tuffarsi nell’acqua tiepida e salmastra, oppure restare sdraiati sulla sabbia calda ad ammirare l’immensa distesa azzurra, che si stende lontano, fino a confondersi col cielo.
Quando c’è bonaccia le onde increspano appena la superficie tranquilla. Ma basta che soffi il vento perchè i flutti si mutino in cavalloni bianchi di spuma che si avventano mugghiando contro la spiaggia, gli scogli, le insenature della costa. Allora è pericoloso avventurarsi in mare e anche i pescatori sono costretti a interrompere il lavoro.
Il mare
Guardiamo il mare: un’onda incalza l’altra e questa è incalzata da mille, e tutte, ad una ad una, con eguale misura, con monotona cadenza, giungono al lido, vi strisciano, coprendolo di spuma e si perdono sotto le onde che seguono. Davanti al mare l’uomo si sente prendere da un sentimento grande come il mare. E’ il sentimento di stupore e meraviglia che ci invade ogni volta che la natura ci presenta quanto ha di più grande nel cielo o sulla terra. (A. Stoppani)
Il bimbo e il mare
Giocavano così lui e il mare, soli soli. Il mare a lambirgli i piedi, e il bambino scalzo, a non farseli bagnare. E ridevano. Se il mare avanzava il bambino indietreggiava, se il mare indietreggiava il bambino avanzava. Finchè il mare, cingendogli di schiuma le gambette, era riuscito ad attirarlo a sè, e il bambino prese a saltare fra gli schizzi. E giù calci. (F. Tombari)
Le conchiglie
Le conchiglie che trovi sulla spiaggia sono le case di molluschi che vivevano nel mare, presso le coste, e che un giorno ebbero la disgrazia di essere colti di sorpresa e divorati dai loro nemici. Moltissimi animaletti marini, senza scheletro e dotati di un corpo molle, hanno imparato a fabbricarsi un guscio duro per proteggersi, utilizzando la sostanza calcarea che si trova disciolta nell’acqua. Alcuni se ne costruiscono come la chiocciola terrestre, altri preparano la loro casetta formando una cavità con due valve a forma di ventaglio, attaccate tra loro nel lato più breve, che si aprono quando il mollusco deve mangiare, mentre si chiudono di scatto non appena si presenta qualche pericolo.
Il sale
Questo prezioso minerale entra in tutti i cibi dell’uomo, persino nei dolci. Una minestra, una bistecca, una qualsiasi vivanda senza sale, non potresti gustarla. Peggio, anzi: ti ripugnerebbe.
Poi il sale è necessario al nostro organismo, come l’acqua, lo zucchero e altre sostanze.
Fortunatamente il mare è straricco di sale. Ne contiene tanto che, se l’acqua evaporasse, potremmo, col sale rimasto in secco, ricoprire completamente tutta la terra con uno strato alto dieci centimetri.
Il sale del mare ci fa conoscere l’età della Terra
In principio, i mari non erano salati. Come i nostri fiumi e i nostri torrenti d’adesso, anche gli oceani di quel tempo così lontano erano formati di acque dolci, cioè delle acque che il cielo aveva versato sotto forma di immense piogge. Chi ha recato al mare tutta la grande ricchezza di sale che ora contiene?
I torrenti e i fiumi, che dalle catene dei monti scendono al piano, scorrendo sulle rocce e portando con sè tutti i materiali che possono sciogliersi nelle acque o da queste essere strappati con la forza del corso.
Certo, si tratta di minime quantità, tanto che noi troviamo dolci, cioè prive di sale, le acque dei torrenti e dei fiumi. Ma in tanto lungo periodo d’anni, il poco accumulandosi è diventato il molto ed ha costituito la forte riserva salina dei mari.
Ora gli scienziati hanno fatto un calcolo. Hanno stabilito quanto sale si trova disciolto nelle acque di tutti gli oceani esistenti. Poi hanno calcolato quanto sale portano in un anno al mare tutti i corsi d’acqua, grandi e piccoli, che scorrono sulla Terra. Dividendo il primo numero per il secondo, si viene a conoscere da quanti anni dura questo continuo dono di sale che le acque viaggianti sopra il suolo portano alle infinite distese marine.
Quanti anni? Tanti, tanti: nientemeno che cento milioni. Un milione di secoli, dunque, è lontano da noi quel periodo in cui dalla nera fascia di nubi che circondava la Terra è sgorgato il grande flutto d’acqua che ha formato gli oceani.
Queste cifre sono molto approssimative. Nessuno viveva in quel tempo, nessuno ha potuto raccontare quello che allora è avvenuto.
I guardiani del faro
Il faro è una torre di pietra, che, all’ultimo piano, ha una lanterna molto luminosa che guida nella notte i naviganti. Di notte, le strade del mare sono buie; le navi, perciò, non possono vedere gli scogli o il porto. Il faro, con la sua luce amica, sembra dire: “Attenzione!” oppure “Vieni, qui c’è la casa che ti aspetta!”.
I fari sono sparsi un po’ da per tutto sulle coste, ma i più interessanti sono quelli sperduti su qualche scoglio, in mezzo al mare tempestoso. Ogni faro ha due guardiani. Essi pensano ad accendere la lanterna e, di notte, a turno, fanno la veglia. Ogni settimana, e talvolta ogni mese, arriva una nave che li rifornisce di viveri.
Il mare e Aki – leggenda finlandese
Il mare, quando nacque, era placido e gaio. Cantava, accarezzava le terre che gli stavano vicine, voleva che le onde fossero educate, le mandava a passeggio con un leggiadro cappuccio di pizzo bianco e, prima che uscissero dalla verde casa di vetro, diceva loro: – Mi raccomando, niente chiasso per la strada, nessun gesto scomposto. –
Milker, il padrone del mondo, condusse nella casa di vetro una donna bellissima, Aki, e disse al Mare: – Ecco tua moglie -.
Il Mare sulle prime fu contento. Gli piaceva avere una compagna che lo aiutasse a tenere la disciplina tra le onde e tra i pesci e che, nelle ore di riposo, gli raccontasse qualche storia bella e strana. Ma si accorse subito che Aki era bisbetica. Pretendeva che, nel liquido regno, tutti, dalle meduse pallide ai salmoni di roseo argentato, assecondassero tutti i capricci più pazzi che le passavano per la testa.
Investiva il marito con parolacce volgari, dava calci alle piccole onde e canzonava le balene, tirando fuori due metri di lingua.
Il mare, carattere dolce e animo generoso, sopportò, per un poco, l’arpia. Ma anche lui, poveraccio, aveva il suo orgoglio, o almeno il suo amor proprio.
Visto che Aki non si placava con la dolcezza, cambiò sistema e adotto misure severissime. Scoppiarono scenate d’inferno. Urlava la moglie, urlava il marito, e le onde, pazze di terrore, cercarono inutilmente di fuggirsene dalla liquida loro patria, di raggiungere l’alto paese degli astri, arrampicandosi l’una sull’altra, facendo balzi paurosi, chiedendo soccorso, ma invano, allo zio Vento e alla nonna Pioggia.
Si scatenarono così le prime terribili tempeste. La maschia volontà del Mare trionfava sulla sciocca petulanza della donna e per un poco nella casa di vetro, nella gran patria oceanica, ritornava la calma. Le onde, con le leggiadre cuffie di pizzo, andavano, gentiline e gaie, a passeggio. Il Mare accarezzava con dolcezza le rive amiche, cantando qualche canzone patetica, e i pesci ricominciavano i giochi, guizzando lieti, dai giardini delle alghe alle selve dei coralli. Ma la gran pace, la pace perfetta della sua giovinezza, babbo Mare, per colpa della moglie bisbetica, non potè più goderla.
Da quel tempo, nell’oceano, ai periodi di bonaccia si alternano i periodi di tempesta, e chi tenta sulle navi le avventure dei lunghi viaggi, conosce il carattere collerico della terribile Aki.
E le vittime innocenti delle bufere, scatenate dai capricci della volubile Aki, non si contano più.
Una famiglia di marinai
Un tale si imbatte, sulla banchina di un porto, in un marinaio e gli domanda, tra una boccata e l’altra di funo, se ha dei marinai tra i suoi ascendenti (genitori, nonni, ecc…).
Il marinaio risponde che in casa sua sono stati marinai di padre in figlio. E allora l’altro gli domanda in che modo morì suo padre.
– In mare, naufrago –
– E vostro nonno? –
– Anch’egli in mare –
– E il bisnonno? –
– Signor sì, anche lui in mare –
– E allora, come mai voi che sapete questo vi ostinate ad andare in mare? –
– Ecco; ora ve lo spiego, ma prima voglio anch’io rivolgervi una domanda. Come morì vostro padre? –
– Oh, a letto, circondato dalla sua famiglia –
– E vostro nonno? –
– Egli pure nel suo letto –
– E il bisnonno? –
– Per quanto mi fu detto, perchè io non lo conobbi, anch’egli morì nel suo letto. –
– E allora, signore, come mai ve ne andate a letto? Mi pare che vuoi siate molto più imprudente di me -. (Jack La Bolina)
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