Dettati ortografici APRILE – Una collezione di dettati ortografici (difficoltà miste) sul mese di aprile, per la scuola primaria.
Aprile
Prati verdi, agnellini saltellanti, uccelli che preparano il nido amorosamente, ruscelli canori che scorrono tra sponde fiorite, lucertole che si scaldano al sole, farfalle dalle ali screziate: ogni cosa graziosa e gentile allieta questo mese, che è uno dei più belli dell’anno. “Aprile dolce dormire” dice il proverbio, ed è anche vero; ma è dolce anche vivere in questo mese. Talvolta piove, sì, “aprile ogni giorno un barile”, ma è pioggia benefica. I campi, gli orti, i prati se la bevono con avidità. Gli alberi hanno indossato il vestito nuovo di fronde tenere e verdi e se ne compiacciono. Il mondo sembra tutto nuovo, tutto lustro, vivido e luminoso. (Palazzi)
Aprile
In Italia il primo aprile è un giorno particolare. I ragazzi si divertono a fare le burle e gli scherzi più strani che chiamano pesci d’aprile. Per esempio, se ti dicono: “Hai una mosca sul naso” e tu ci credi, ti hanno fatto un pesce d’aprile. Si attribuisce l’invenzione del pesce d’aprile al popolo di Firenze: pare infatti che un tempo, in quella città, il primo d’aprile ci fosse l’usanza di mandare i semplicioni a comperare, in una certa piazza, del pesce che era soltanto raffigurato. Altri pensano che questa tradizione abbia avuto origine in Francia: forse perchè tanto tempo fa, in alcune città l’anno ufficiale cominciava il primo aprile. In seguito, quando si adottò il nuovo calendario, il capodanno cadde il primo di gennaio; ma alcune persone lo dimenticarono e continuarono a festeggiarlo come prima: per questo furono chiamati sciocchi o pesci d’aprile.
Aprile
Il nome di questo mese viene da “aprire” perchè la terra si apre sotto l’impeto della vegetazione, i fiori si schiudono, gli insetti escono dal loro involucro per mettere le ali. Durante questo mese, in genere, si celebra la Pasqua. Non vogliamo dimenticare inoltre il pesce d’aprile, a cui è scherzosamente dedicato il primo giorno di questo mese. Sempre in questo mese cade l’anniversario della Liberazione. Uno dei fiori caratteristici di aprile è il glicine.
Aprile
Aprile è un mese gentile, odoroso di fiori, tiepido di sole. Le siepi sono tutte in veste bianca: fra l’erba odorano le viole, il cielo è dolcemente azzurro. La campagna è ormai tutta verde. Le rose sono in boccio e sono pieni di fiori anche gli alberi da frutto: meli, peri, susini e ciliegi.
Aprile
In aprile anche la pioggia è piacevole e lietamente accolta. Le pioggerelle frequenti ed insistenti di questo mese rendono meno dure le zolle disseccate dai venti freddi di marzo, saziano la sete delle erbe e degli alberi, permettono alle radici di succhiare avidamente dal terreno gli umori necessari alla vita. (G. G. Moroni)
Aprile
Aprile, ce lo dice il suo nome, apre la porta all’ingresso trionfale della stagione dei fiori, degli uccelli, dei cieli sereni e splendenti d’azzurro. Il fremito di vita nuova, che sembra animare ogni zolla, è avvertito intimamente anche da noi: si rivela nel desiderio di godere in pace questo sole giocondo, di giocare fuori all’aperto, di contemplare lietamente ciò che avviene attorno a noi. (G. G. Moroni)
Aprile
D’aprile si ammirava il felice fiorire della campagna. Gli alberi erano vividi di foglie, il campo era verde di grano. La vite cominciava a gettare le prime aguzze foglioline. Accanto al campo passava un gregge di pecore guardate dal cane, ch’era il più alto di tutte; e il pastore con la mazza alzata le spingeva sulla strada perchè non mangiassero il grano tenero, ch’era stato tanto tempo sotto la neve. (G. Titta Rosa)
Aprile
Aprile è un bel mese, nè caldo nè freddo, con un cielo dolcemente azzurro, gli alberi in fiore, il canto degli uccelli. Le rondini, ormai tutte tornate dai lontani paesi, hanno ritrovato il loro nido dove, presto, cinguetteranno i rondinini.
Aprile
Aprile, dolce dormire. E tu, la mattina, resteresti tanto volentieri fra le lenzuola. Non essere pigro, non senti gli uccellini che cantano, le rondini che garriscono, le campane che suonano? Tutti sono già al lavoro, uomini e animali. Aprile ti chiama, col suo bel cielo azzurro, con gli alberi fioriti, col dolce venticello che fa frusciare le foglie. Non lasciare senza risposta il suo appello.
Aprile
Aprile, ogni giorno il suo barile. E quasi ogni giorno il cielo si vela di nuvolette leggere, manda sulla terra una pioggia gentile che ristora la campagna, disseta le piante, rinfresca l’aria. E, a ogni goccia di pioggia che cade, è un fiore che sboccia, una gemma che si apre, una foglia che ingrandisce. Aprile è, forse, il più bel mese dell’anno.
Aprile
La campagna è ormai tutta verde. Gli alberi sono pieni di foglie e di fiori, le siepi sono ammantate di bianco, l’erbetta tenera e verde copre la terra, gli uccellini cinguettano allegramente. Ogni balcone ha una pianta fiorita. Il cielo è dolcemente azzurro, il vento fa frusciare le foglie degli alberi. Benvenuto, aprile!
Aprile
Avanti, bel mese sorridente! Tu fai sbocciare, ogni giorno, cento e cento fiori profumati, rose di macchia, convolvoli, campanelle, glicini e lillà. Il tuo venticello è tiepido e profumato, nei tuoi occhi si rispecchia l’azzurro del cielo. Benvenuto, aprile!
Aprile
Aprile arrivò e aveva in mano un ramo fiorito. Vide che marzo, quel fratellino pazzerello, aveva fatto il suo dovere, ma non troppo. C’era, sì, qualche fiore, c’era, sì, qualche spicchio di cielo azzurro, ma per aprile non bastava. Spazzò il cielo e subito tutte le nuvole si allontanarono. Toccò, col suo ramoscello, gli alberi e subito questi misero tanti fiori e tante foglie. Aprile non si stancava: la sua fatica era leggera e dolce.
Aprile
Aprile è arrivato. La gente apre le finestre e invita l’aria tiepida ad entrare; le ragazze cantano felici. Fiori dappertutto. Perfino le piantine che crescono sulla strada e che tutti, camminando, schiacciano col piede, mettono un fiorellino, piccino, ma coraggioso. Gli insetti escono dalla terra e si mettono a volare.
Aprile
Qualche volta il cielo si vela, ma è un velo di pioggerella leggera: dà un’annaffiatina ai fiori e sparisce. Quando aprile si avanza tra i fiori, le farfalle e gli insetti ronzanti, tutto rinasce a nuova vita. Gli alberi sono in fiore, il cielo è dolcemente azzurro, nei prati odorano le violette e sui vecchi muri si arrampica il glicine profumato.
Aprile
Quanti fiori nei giardini, ad aprile! Nascoste, fra l’erba, sbocciano le violette profumate, sulla siepe, le rose di macchia. Ecco i garofani rossi di fiamma, le campanelle azzurre, le margherite fatte a stella. Ogni pianta ha il suo fiore. Anche le piantine che non si sa come si chiamano, hanno messo il loro bocciolino. Le api volano sui fiori e visitano il fiorellino più modesto come il fiore più splendente.
Aprile
Aprile deriva da “aprire”, perchè con questo mese comincia la bella stagione, si schiudono gemme e fiori, e la terra si apre alla vegetazione.
La natura è nel suo pieno rigoglio. Quali sono i fiori tipici dell’aprile? Il glicine, che ammanta con la sua veste smagliante i vecchi muri e le terrazze; il lillà, i cui fiorellini sono golosamente visitati dagli insetti che ne cercano la gocciolina di nettare nascosta in fondo ai calici; gli alberi da frutto, meli, peri, ciliegi, tutti in fiore.
Gli insetti sono ormai tutti in piena attività: farfalle di tutti i colori, vespe, calabroni, api… Tutti gli animali che erano caduti in letargo nella cattiva stagione si sono ormai risvegliati: bisce, lucertole, tassi, ghiri e pipistrelli. Inoltre sono tornate le rondini che hanno già cominciato a riattare il nido.
Nel cielo intensamente turchino qualche nuvola leggera sdrucciola lentamente. Il sole sparge sui campi il suo calore tiepido e dolce. Gli uccelli, ebbri di gioia, cantano. Nei prati, le primule e le margherite sollevano le timide testine al sole che le ha risvegliate. I boschi si ravvivano di profumi e di canti. Il ruscello inargentato rinnova la sua musica antica, fra sorrisi azzurri di mammole e di pervinche. Nei campi, i susini ed i ciliegi in fiore sembrano lunghe sciarpe rosee e bianche. La primavera! Dappertutto ha diffuso la sua giovinezza, il suo riso, la sua bellezza, la sua luce. (G. Barbetti)
Aprile
Aprile è un bel mese di primavera. Il cielo è dolcemente azzurro e soltanto qualche nuvoletta bianca vaga qua e là sospinta da un venticello lieve. I prati sono fioriti. Sbocciano, fra l’erba, le margherite bianche che sembrano stelline, le primule, le viole; i bambini le colgono e ne fanno mazzetti che offrono alla mamma e alla maestra. Aprile, dolce dormire. I bambini, la mattina, non vorrebbero aprire gli occhietti pieni di sonno, ma la mamma li bacia in fronte e dice: “Sù, è tardi!”.
Il mese di aprile
La primavera avanza lentamente; l’accompagnano molte fioriture, molti risvegli, un buon tepore ed anche la benefica pioggia o il vento che trasporta i semi. La campagna si anima notevolmente poichè si lavora da per tutto. Sui pascoli montani tornano gli armenti che sono stati a svernare nelle pianure.
I contadini impiegano bene il mese di aprile con l’intensa ripresa dei loro lavori: completano la semina di patate, fagioli, lenticchie, granoturco, riso; nelle vigne spargono lo zolfo ramato, disinfettano i tralci ed i tronchi contro la peronospora. Intanto nei frutteti proseguono la potatura delle piante e gli innesti. Grandi lavori si fanno nell’orto dove si rinnovano trapianti e semine di cardi, carote, lattughe, rape, cetrioli, zucchine, trifogli, mentre si raccolgono i primi asparagi, i piselli, le insalate. Anche il giardino vuole semine e trapianti: garofani, astri, violaciocche, verbene e tanti altri fiori daranno alla primavera la gioia dei loro profumi e dei loro colori.
Aprile anticamente era consacrato a Cibele, madre degli dei. Il suo nome deriva dal latino “aperire”, che vuol dire aprire; infatti, in questo mese, tutto si apre a nuova vita.
Canzone d’aprile
Cielo d’aprile, fresco come acqua viva, canta: la rondine è tornata. Nubi bianche e nere, scendete: il pesco è appena fiorito. Venti del sud, correte: gli agnelli sono sul prato. Sole, per te si è aperto il primo fiore: bacia la terra. Lampi, lucidi come fuoco, brillate: i pampini inverdiscono la vite. Tuoni duri come rombi di battaglia, squarciatevi sopra il grano: ha sete. E voi grilli e farfalle, allodole e merli, tenete compagnia al contadino che lavora. E voi bisce acquaiole che giocate con le rane dagli occhi pendule: uscite. E voi, semi, piante, fiori, gioia della terra, rallegrate il cuore degli uomini. (L. Davanzo)
Aprile
Aprile arrivò e aveva in mano un ramo fiorito. Vide che marzo, quel fratellino pazzerello, aveva fatto il suo dovere, ma non troppo. C’era sì qualche fiore, c’era sì qualche spicchio di cielo azzurro, ma per aprile non bastava. Spazzò il cielo e subito tutte le nuvole si allontanarono. Toccò, col suo ramoscello, gli alberi e subito questi misero tanti fiori e tante foglie. Aprile non si stancava: la sua fatica era leggera e dolce. (M. Menicucci)
Così è aprile
Ogni albero è una nuvola verdognola di foglie che incupiscono ad ogni bacio del sole, a ogni scossa di vento.
E nel vento, che odore! Odore di peschi e di ciliegi e di meli e di albicocchi e d’ogni grazia di dio. Un frullo da una siepe: c’è un nido; e la mamma covava. Eccola lì che si lamenta, ci dice che ci leviamo subito di torno, che le facciamo paura.
Guardate il grano come cresce: par che non veda l’ora di buttar fuori la spiga. E le viti non piangono più: sventolano i pampini teneri e tra i pampini è il piccolissimo grappolo.
E’ una mattina di aprile
Dal cielo grigio cominciano a cadere le prime gocce di pioggia. Esse si fanno sempre più fitte e l’aria sembra intessuta di fili d’argento. Vero è il proverbio: “Aprile ogni giorno un barile”.
Le persone che passano per la strada cercano un rifugio. I tetti delle case, gli asfalti delle strade, le piante luccicano sotto la pioggerellina fine ed insistente.
Aprile in campagna
Ti viene incontro il verde tenero dei prati che appaiono così morbidi che si ha la tentazione di sdraiarvisi dentro, di sentire sul viso, sulle mani, ovunque, la freschezza di quell’erba nuova.
E poi gli alberi in fiore che danno una improvvisa emozione: quel delicato e gentile pesco rosa che pare una nuvola illuminata dal sole al tramonto, quel vaporoso albero bianco che appare come incappucciato di neve.
Aprile sui monti
In alto c’è ancora neve, ma sotto i verdi pascoli si sono fatti più verdi, più intensamente colorati. Le mandrie escono dagli stalli e vanno lentamente da un prato all’altro, da un pendio all’altro; il suono dei campanacci porta una acuta malinconia nel cuore di chi ascolta, come di voce che si perde lontano nel silenzio dei boschi. Appaiono siepi in fiore, una festa multicolore fatta di innumerevoli fiori che sembrano gocce di cielo, immagini di paradiso.
Fiori d’aprile
Fra i fiori selvatici, aprile dona l’azzurra pervinca, lungo le siepi, e nei fossi, riuniti in grappoli, i fiorellini delicati del nontiscordardime. Adornano i prati innumerevoli ranuncoli dai fiori giallo – oro, e le graziose pratoline.
Nei giardini fioriscono le fresie, le giunchiglie, l’anemone e il giaggiolo; da balconi, da muri, da cancellate pendono ricchi grappoli del fiore del glicine… mentre nell’aria appaiono le prime farfalle e arrivano gli uccelli migratori.
Arrivano gli usignoli
Siamo alla metà di aprile. Si susseguono giornate limpide e chiare e notti palpitanti di stelle. Il biancospino ha lasciato cadere gli ultimi petali di immacolato candore e si sta rivestendo di un tenero verde.
Eccoli, arrivano gli usignoli. Vengono di notte alla spicciolata. Arrivano prima i maschi, cercano il posto ove hanno formato il loro nido l’anno scorso, e cantano per richiamare le spose.
L’usignolo sceglie per il suo impareggiabile canto le ore del tramonto, della notte, dell’alba. (T. Bettolo)
Un giorno d’aprile
Un giorno d’aprile il vento disse al sole: “Proviamo a fare un bel disegno nel cielo?”
“Ebbene, comincia tu”, rispose il sole.
Il vento cominciò. Scese nel mare, si caricò di nuvole e andò a stenderle nel cielo. Che bei disegni! Parevano fiori, alberi, animali, montagne. Ma le nubi erano quasi tutte dello stesso colore.
“Ora tocca a te!” disse il vento.
Il sole, zitto zitto, si fece prestare tante goccioline dalle nuvole e tra quelle goccioline mandò i suoi raggi. Oh, che bellezza! Subito nel cielo si disegnò un bell’arco di sette colori: rosso, arancione, giallo, verde, azzurro, indaco e violetto.
Tutti gli uomini e gli animali che lo videro stettero lì incantati a guardare. (E. Nuccio)
Profumi e colori
Verso la fine di aprile le viole, i giacinti, i narcisi, i tulipani, i nontiscordardime traboccano dalle aiuole. Il glicine si veste di grappoli violacei. Il caprifoglio è tutto un mazzetto color miele. Le serenelle folte di corimbi bianchi e lilla profumano l’aria. Tra poco sbocceranno le rose: a maggio.
Due pesci d’aprile famosi
Famoso è rimasto lo scherzo preparato a Roma dal sarto Pasquino ai danni di un avaro signore. Un anno, ai 31 di marzo, parecchi romani si videro recapitare un biglietto d’invito a pranzo per l’indomani da parte del ricco signore. E il giorno dopo, tra lo stupore generale, tutti si presentarono puntualmente a palazzo. Rimandare tanta gente indietro sarebbe stato uno scandalo; così il pranzo dovette essere preparato e gli ospiti dovettero essere accolti, sia pure a malincuore. Ma che lezione fu quella per l’avaro!
Qualche anno fa a Verona furono annunciati i balli svedesi, nell’Arena, per il primo di aprile. Oltre duemila persone acquistarono i biglietti. Aspetta, aspetta… i balli non cominciavano mai… Ad un certo momento gli spettatori videro apparire in mezzo all’Arena un enorme pesce di carta, mentre un ragazzetto si presentava alla folla facendo ballare sulle dita… i fiammiferi svedesi. L’incasso fu destinato a pubblica beneficenza.
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