Il sottotitolo di questo post potrebbe essere: abbasso la confusione! Chiedetelo ad uno qualunque di noi, archeologi, (paleo)antropologi, paleontologi e saranno tutti unanimi nell’affermare che le nostre rispettive discipline sono spesso considerate tutte un po’ la stessa cosa.

A quanto pare basta indossare pantaloni con le tasche ed un buffo cappello et voilà, il gioco è fatto, l’iconografia ci ha intrappolato!

Cioè, certo che siamo tutti fratelli e nessuno vuol negare che le discipline in questione siano affini, ma di fatto facciamo un lavoro diverso, ed abbiamo formazioni diverse.

Non vorrei esser troppo presuntuosa e presumere che i giornalisti scientifici leggeranno questo post e useranno le dovute etichette d’ora in poi, anche se confesso che la cosa mi solleverebbe non poco.

Né tantomeno oso sperare che parlando di giocattoli si incorra in un’improvvisa illuminazione:

Aspiro più realisticamente ad un pubblico di lettori-genitori ed educatori, pronti ad correggere tutti gli errori dell’amata prole.

Quali sono quindi le differenze? Vi propongo un rapido e spero efficace prontuario dei mestieri.

L’archeologia (secondo la Treccani http://www.treccani.it/enciclopedia/archeologia/) e’’la  “Scienza dell’antichità che mira alla ricostruzione delle civiltà antiche attraverso lo studio delle testimonianze materiali (monumentali, epigrafiche, numismatiche, dei manufatti ecc.), anche mediante il concorso di eventuali fonti scritte e iconografiche. Caratteristica dell’archeologia è il metodo di acquisizione delle conoscenze, mediante cioè lo scavo sul terreno, la ricognizione di superficie, la lettura dei resti monumentali residui.”

L’archeologo è colui che ricostruisce il passato tramite lo studio diretto di ciò che è giunti fino a noi. E allora, dov’è il trucco? Il trucco è nella parola “civiltà’”, proprio lì nella definizione. Gli archeologi studiano l’uomo, il passato dell’uomo, i comportamenti, gli usi e costumi, la storia. L’archeologia, anche quella preistorica, fa parte delle “scienze sociali” e gli archeologi quindi hanno generalmente una formazione umanistica.

Di conseguenza i siti in cui non c’è la testimonianza di attività umana non sono “siti archeologici”. Quindi, poiché ovviamente i dinosauri si sono estinti molto molto tempo prima la comparsa dell’uomo, l’”Archeologia dei dinosauri” non esiste.

L’archeologia ha numerosissime branche, che possono variare per il periodo studiato (Preistoria, Protostoria, Età Romana eccetera), ma anche per il tipo di materiale studiato di preferenza (litica, ceramica eccetera). Alcuni archeologi si occupano di ossa animali, sono gli zooarcheologi (archeozoologi), e studiano le faune presenti negli scavi archeologici ed in particolare l’impatto dell’uomo su questi animali (sono stati cacciati? cotti e mangiati? allevati? macellati?…eccetera).

Chi sono invece i paleontologi? http://www.treccani.it/enciclopedia/paleontologia/

La paleontologia è lo studio dei fossili, ed in generale delle specie estinte. Essendo un campo molto vasto, questa scienza è divisa in molte categorie  (invertebrati, vertebrati, micropaleontologia, eccetera). Tra i paleontologi dei vertebrati, c’è chi studia di dinosauri e chi si dedica ad altre specie. Si può essere paleontologi senza aver mai sfiorato un dinosauro! Questa scienza copre un lasso temporale molto ampio, dall’origine della vita (cioè dalle sue prime testimonianze fossili) fino a tempi molto più recenti.

I paleontologi hanno quindi una formazione scientifica, generalmente studiano Scienze naturali o Geologia. A loro non interessa la traccia “umana”, ne’ la civiltà del passato che ha dato origine ai siti. Si occupano dello sviluppo, anzi dell’evoluzione delle specie nel tempo, la loro nascita, ed eventualmente la loro estinzione.

E i paleoantropologi allora? Beh, questi signori sono innanzitutto antropologi fisici. Sono specialisti nello studio dell’uomo ed in particolare del “posto dell’uomo nella natura”. I paleoantropologi sono specializzati nelle specie di ominidi fossili, e le studiano con lo scopo di ricostruire la successione di specie del nostro ramo evolutivo, quella quindi che ha portato fino a noi (o si è estinta).

I paleoantropologi generalmente sono biologi, biologi evoluzionisti o anche medici.

Come fare allora a distinguere questi signori?


Per allenarvi vi propongo un rapido quiz. Rispondete: = archeologo; = zooarcheologo; = paleontologo; pa = paleoantropologo.

1)      Vi trovate nel museo di Storia naturale di Milano e siete cosi fortunati da imbattervi in uno studioso intento ad esaminare una zanna di Homotherium. Che disciplina pratica questo signore?

2)      La vostra scuola organizza una conferenza di Giorgio Manzi, che vi parlerà dell’Uomo di Neanderthal in Italia. Il professor Manzi è un a) az) p) o un pa?

3)      In viaggio in famiglia, fate una sosta al complesso di siti Paleolitici dei Balzi Rossi, al confine tra Francia ed Italia, dove io ed altri colleghi vi accompagnamo in una visita guidata dei siti. Qual è la nostra disciplina?

4)      Ai Balzi Rossi, visitando il laboratorio annesso al museo, la Dott.ssa Zeppieri vi mostra le ossa animali provenienti dal sito di Riparo Mochi, spiegandovi che tipo di animali erano, quanti anni avevano e mostrandovi le tracce che gli strumenti di selce hanno lasciato sulle ossa. Cosa studia questa ricercatrice?

Risposte esatte: 1) p; 2) pa; 3) a; 4) za

Bene, se avete risposto correttamente a tutte le domande, congratulazioni! Se invece vi è sfuggito qualcosa, tornate su e rileggete con attenzione. Oppure scrivetemi, cercherò’ di sciogliere i vostri dubbi.

Liberamente ispirato a questo post.

Enza Spinapolice


Enza Spinapolice e’ un’archeologa del Paleolitico e lavora all’Istituto di Antropologia Evoluzionista Max Planck, di Leipzig. Ha studiato Preistoria a Roma, poi ha conseguito un dottorato Europeo tra Roma e Bordeaux, e da tre anni fa ricerca in Germania. Si interessa in particolare all’origine biologica e culturale della nostra specie, all’estinzione dei neandertaliani ed alle società di cacciatori raccoglitori passate e presenti. Oltre a girare il mondo e studiare il passato, Enza ha una famiglia multiculturale, ed un bimbo di due anni e mezzo, a cui spera di insegnare molto presto la preistoria.


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