Poesie per bambini e filastrocche sul tema epifania, befana e re magi; una collezione di autori vari, adatta a bambini della scuola d’infanzia e primaria.
La Befana spaziale
Su quel pianeta la Befana
viaggia a cavallo di un razzo
a diciassette stadi,
e in ogni stadio c’è un bell’armadio
zeppo di doni
e un robot elettronico
con gli indirizzi dei bambini buoni.
Anzi con gli indirizzi
di tutti i bambini, perchè
ormai s’è capito
che di proprio cattivi non ce n’è.
(G. Rodari)
La befana
La befana vien pianino
cala giù per il camino,
porta ai bimbi che son buoni
tante chicche, tanti doni.
Ma se buoni non sarete,
nella calza troverete,
come chicchi, come doni,
aglio, cenere e carboni.
(M. Maltoni)
I Re Magi
Tre Re Magi da lontano
son venuti piano piano
per veder Gesù bambino.
Una stella fra il turchino
li ha guidati col suo raggio,
li ha guidati col suo lume.
Gesù dorme e non ha piume,
non ha fuoco, non ha fiamma,
ha soltanto la sua mamma…
(L. Nason)
I Re Magi
La notte è tiepida e serena.
I Magi d’Oriente vanno, vanno
sui lor cammelli, e ancor non sanno
dove sia nato al mondo il Re dei Re.
Dice il moro:
“Io gli porto l’oro”.
L’altro gli fa eco:
“L’incenso io reco”.
Dice il terzo prono:
“La mirra gli dono”.
(M. Ronzoni)
I Re Magi
Lontano, tra il fischiare
del vento per le forre
i biondi angeli in coro:
ed ecco Baldassarre,
e Gaspare e Melchiorre
con mirra, incenso ed oro.
(G. D’Annunzio)
Epifania
I Re Magi dall’Oriente
si son messi già in cammino,
per trovar Gesù bambino,
il figliolo di Maria.
Buon Natale!
Epifania! (Anonimo)
I tre santi re
I tre santi Re Magi d’Oriente
chiedevano sostando a ogni città:
“Oh bimbe, oh donne, ci sapreste dire
la strada per Betlemme dove va?”
Né giovani né vecchi lo sapevano
ed essi riprendevano il cammino
ma una cometa dalla chioma d’oro
or li guidava come un lumicino.
La stella sulla casa di Giuseppe
ristette e i santi tre Re Magi entrar;
muggiva il bove, gridava il bambino,
ed i Re Magi presero a cantar.
(E. Heine)
La Befana
Discesi dal lettino
son là presso il camino,
grandi occhi estasiati,
i bimbi affaccendati
a metter la calzetta
che invita la vecchietta
a portar chicche e doni
per tutti i bimbi buoni.
Ognun chiudendo gli occhi,
sogna dolci e balocchi;
e Luca, il più piccino,
accosta il suo visino
alla grande vetrata
per veder la sfilata
dei Magi, su nel cielo,
nella notte di gelo.
Quelli passano intanto
nel lor gemmato manto,
e li guida una stella
nel cielo, la più bella.
Che visione incantata,
nella notte stellata!
E la vedon i bimbi
come vedono i nimbi
degli angeli festanti
ne’ lor candidi ammanti.
(G. Gozzano)
La Befana
Vien da lontano, per le vie nevose,
lascia giù, al cancello del giardino,
il somarello, e tra le sue calzette
una ne sceglie per ciascun bambino
e gliela porta: e sal dritta e sicura
per ogni stanza, sia pur chiusa e scura.
In ogni stanza di bambini buoni
entra pian piano, e il loro sonno spia:
e ai piedi del lettino lascia i suoi doni.
(P. Calamandrei)
La Befana
Quando è l’ora, la Befana
alla scopa salta in groppa
l’alza su la tramontana,
fra le nuvole galoppa.
Ogni bimbo nel suo letto,
fa l’esame di coscienza:
maledice il capriccetto,
benedice l’obbedienza.
La mattina, al primo raggio,
si precipita al camino:
un regalo ha il bimbo saggio,
il monello… ha un carboncino!
(C. Rosselli)
I Re Magi
Una luce vermiglia
risplende nella pia
notte e si spande via
per miglia e miglia e miglia.
“Oh, nuova meraviglia!
Oh fiore di Maria!”
Passa la melodia
e la terra s’ingiglia.
Cantano tra il fischiare
del vento per le forre
i biondi angeli in coro;
ed ecco Baldassarre,
Gaspare e Melchiorre,
con mirra, incenso e oro.
(Gabriele d’Annunzio)
La Befana
Con la diaccia tramontana
è arrivata la Befana
e gironzola in calzini
tra comignoli e camini
che l’aspettano impalati,
sorridenti e affumicati.
“Qui” un comignolo l’avverte
“c’è un piccin che si diverte
tutto il giorno: un fannullone!”
“Ecco, cenere e carbone!”
“Qui c’è un bimbo giudizioso?
Ecco un dono generoso,
ma al fratello negligente
lascio subito un bel niente.
C’è una bimba vanerella?
Ecco qua la paperella,
ma il giocattolo più bello
lo regalo a un orfanello:
per un attimo il sorriso
tornerà sul mesto viso.
(E. Zedda)
La Befana
Senti? Suona mezzanotte.
Dormi! Viene la Befana
con le scarpe tutte rotte
dalla casa sua lontana…
Entra: il dito sulla bocca,
con quel sacco che le pesa…
Tutto vede e nulla tocca,
vuol silenzio come in chiesa.
Vuota il sacco mano mano,
posa tante cose belle…
Torna a casa piano piano,
alla casa tra le stelle.
(Zietta Liù)
La Befana
Viene viene la Befana
vien dai monti a notte fonda.
Com’è stanca! La circonda
neve, gelo e tramontana.
Viene viene la Befana
e la neve è il suo mantello.
Ha le mani al petto in croce
ed il gelo è il suo pennello
ed è il vento la sua voce.
Ha le mani al petto in croce.
E s’accosta piano piano
alla villa, al casolare,
a guardare, ad ascoltare,
or più spesso, or più lontano.
Piano, piano, piano, piano…
(G. Pascoli)
La burla della Befana
Presso la nera cappa del camino,
una calzina in grande attesa sta.
Con il suo sacco ed il suo lumicino
a notte la Befana scenderà.
Ma un tormento sta in cuore a Tino e a Tina:
“Ci vorrebbe la calza di una donna,
la nostra è troppo corta e piccolina!”
“Appendiamoci quella della nonna!”.
Vanno al mattino i piccoli bricconi
alla scoperta dei sognati doni.
Ma che c’è nella calza lunga e nera?
Un paio d’occhiali e una dentiera…
(G. Vaj Pedotti)
I re magi
Nei paesi lontani di Uno Due e Tre
vivevano tre re
chiamati da una stella
si misero in cammino
per andare a trovare Gesù bambino.
“Stella, siamo lontani?”
“Stella, siamo arrivati?”
dicevano i re magi affaticati.
“Il nostro viaggio sarà lungo ancora?”
La stella rispondeva: “Ancora… ancora…”
E finalmente la stella si fermò
e sopra una capanna si posò
e svanì la fatica del cammino
in un sorriso di Gesù bambino.
La stella dei re magi
Era una cometina
che neanche si vedeva
ma capitò che un giorno
altissima volò
“Tu giungi qui a proposito”
le dissero lassù
e una gran coda lucida
di dietro si trovò.
E corri, e corri, e corri,
tornò a volar quaggiù
la videro i re magi
e giunsero a Gesù.
I re magi
Tre re magi, da lontano
son venuti piano piano
per veder Gesù bambino.
Una stella ha il turchino
li ha guidati nel viaggio
dolcemente col suo raggio
li ha guidati col suo lume.
Gesù dorme e non ha piume
non ha fuoco, non ha fiamma,
ha soltanto la sua mamma.
Oh magi d’oriente
Oh magi d’oriente, che siete sì belli
nello splendore dei vostri mantelli
chi vi ha insegnato la via di Betlemme?
Ce l’ha insegnata una stella splendente
nata improvvisa nel cielo d’oriente.
Vedi? La stella che ancora, lassù,
guida la gente al cuor di Gesù.
I balocchi di Titina
Sui balocchi di Titina
è discesa la sventura:
già la palla Saltellina
mostra un’ampia spaccatura.
Già il cavallo Vincilvento
alla morte è condannato
e si regge in piedi a stento
tentennante e spelacchiato.
L’automobile di latta
è ridotta una frittata
ed invano s’arrabatta
malinconica e malata.
Al pagliaccio (poverino!)
distaccata s’è la testa;
guarda questa il burattino
con un’aria afflitta e mesta.
Il bel libro adorno tutto
di bellissime figure
ora è un cencio, brutto brutto,
tutto sgorbi e spaccature,
e Titì, tutta piangente
della strage ora si pente,
nel pensar quanto lontana
sia la prossima Befana.
(Antonio Rubino)
I Re Magi
Questa notte dai lucidi paesi
dove il sol nasce sono giunti i Magi…
Han cavalcato a lungo i Re cortesi
per le notturne ambagi.
Come ai begli anni vecchio cuore, udisti
a notte il trotto dei bruni cavalli?
Sbocciarono fiori ed astri non mai visti
per i cieli e per le valli
mentre passan i vegliardi buoni!
Ed essi lungo l’aspettato viaggio
nelle scarpette, rosse, sui veroni
come rose di maggio,
han messo per voi, felici bimbi,
mani di giglio e boccucce di rosa,
i giocattoli strani, i fiori, i nimbi…
ogni più dolce cosa.
Ma ai bimbi che li udirono, da una brulla
tana, passare fra il tinnir dell’arpe,
i buoni Magi non ha dato nulla…
Quei bimbi non han scarpe!
(S. Satta)
Sempre lei
“Nonna, ai tuoi tempi c’era la Befana?”
E la nonna sorride e dice: “Sì.
Se mi ricordo! L’alba era lontana,
era ancor notte, non spuntava il dì:
ma presto andavo accanto al focolare
dov’era la mia calza ad aspettare…”
“Mamma, ai tuoi temi la Befana c’era?”
E la mamma sorride e dice: “Sì.
Era d’inverno, ma come primavera,
Mi pareva che fosse quel bel dì…
Mi alzavo quasi all’alba, in tutta fretta
e correvo a cercar la mia scarpetta…”
E passa il tempo, e il mondo avanti va:
e la Befana antica è ancora qui;
Per monti valli e isole e città
ritorna come un tempo, in questo dì;
è sempre lei, non può mutare più
perchè c’è sempre al mondo gioventù.
(A. Galante Garrone)
I Re Magi
Nella notte che odora di gelsomino e acacie,
tre re, mirando il cielo, vedono una gran brace
di stella. Il dolce lume al grande arco confitto
è un divino presagio che nei libri è già scritto.
Svegliano dal sonno un servo e gli dicono: “Presto,
metti un basto al cammello più robusto e più lesto”.
E cercando con mano felice nel tesoro
ricolmano tre scrigni di mirra, incenso e oro.
E notte e giorno vanno, alti sopra i cammelli.
Tintinna il loro passo di sonagli e gioielli.
Si piegano talora, a domandar la via.
Vanno a Gerusalemme per cercare il Messia.
Vanno per pianure dove non è casa né pianta,
né vi odora un cespuglio, né un ruscello vi canta.
Vedon fuochi di stoppie, vedon occhi di brace
accessi in mezzo ai campi come falò di pace.
Cantano insieme un inno tolto alla Scrittura
e la stella li guarda come una creatura.
Ma d’un tratto declina, così lustra che abbaglia
su una povera casa con il tetto di paglia,
e rimane sospesa come un frutto sul ramo
come a dire ai tre re: “Pellegrini, ci siamo!”
Sono giunti. Han lasciato pascolare i cammelli
e davanti alla porta han buttato i mantelli.
S’inginocchiano insieme e con gli occhi rotondi
adorano il bambino Gesù dai riccioli biondi.
poi, aprendo gli scrigni che ognun porta con sé,
fanno vedere i doni degni del Re dei Re.
(Renzo Pezzani)
Dopo Natale
Son passati i bei giorni di Natale.
Suon di zampogna, non ci culli più.
Forse tornasti ai placidi tuoi monti
insieme ai verdi abeti rilucenti?
Ma un angelo passò, lieve, e v’ha spenti.
Solo, in un canto d’una stanza buia,
un piccolo presepe ancor rimane;
ma che abbandono, che malinconia:
è secco il muschio, pendono le case,
stanchi i pastori cadono per via.
Stanchi, sì, è vero; stanchi di portare
sopra l’esili spalle i molti doni.
Vorrebbero posarli per un poco,
vorrebbero sedersi sopra un masso
ed accendere almeno un po’ di fuoco.
Così, in tutto il minuscolo paese,
c’è malcontento e una stanchezza estrema.
Solo Gesù, nel fieno, ancor sorride,
guarda e perdona, senza nulla dire:
e non si stanca, Lui, di benedire!
(Mario Pucci)
I Re Magi
La notte è tiepida e serena.
I Magi d’Oriente vanno, vanno
sui loro cammelli e ancor non sanno
dove sia nato al mondo il re dei re.
Dice il re moro: “Io gli porto l’oro!”
L’altro gli fa eco: “L’incenso io reco!”
Dice il terzo prono: “La mirra gli dono!”.
(Maria Ronzoni)
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