Libri illustrati: Tararì Tararera.

“Un libro per bambini piccoli si legge e si ascolta più volentieri se il testo contiene:

– RIMA: facilita la memorizzazione, produce un piacevole effetto sonoro, si accompagna quasi sempre ad un sorriso
– RITMO: invita ad accompagnare il suono delle parole con movimenti del corpo
– RIPETIZIONE: facilita la comprensione, favorisce la lettura corale, aiuta a prevedere lo sviluppo della storia.”

Tararì tararera. Storia in lingua Piripù per il puro piacere di raccontare storie ai Piripù Bibi: un libro di Emanuela Bussolati

Le avventure del piccolo Piripù Bibi sono narrate in una lingua inventata: un’allegra sequenza di suoni che invitano il lettore adulto a giocare con le intonazioni della voce, le espressioni del viso e del corpo… e creare così una giocosa complicità che rende unico ogni legame. E questa la magia di narrare oltre le parole. ” 

“Le avventure del piccolo Piripù Bibi sono narrate in lingua Piripù, una sequenza di suoni che si rendono comprensibili attraverso l’intonazione della voce, esattamente come fa una mamma con il suo bambino molto piccolo, e attraverso la lettura delle immagini.”  

All’uscita della prima edizione, l’autrice lo definisce il suo libro “fuori di zucca”.

“Si sono provati libri “per bambini” con immagini destrutturate, libri gioco o giocattolo, libri profumati e gadget con libri. Io ho voluto provare il librocongenitorichesidivertonoaleggere.”

Per far questo, bisognava dimenticare chi sa leggere e chi non sa, chi parla una lingua e chi un’altra e pensare unicamente al complice divertimento tra un adulto e un bambino che scoprono una storia…

Poco importa che si sbaglino le parole: ci si farà una risata. Poco importa se il livello “AUTORIALE” non è stampato a caratteri cubitali: al bambino interessa solo condividere un momento di allegria con la persona a cui vuole bene.

“Piripù Bibi, con la sua voglia di diventare grande, di inventarsi la sua vita, di scoprirne i momenti piacevoli e… anche quelli rischiosi, con coraggio e curiosità, ha vinto il premio Andersen 2010 come miglior libro 0-6 anni e il Super premio Andersen 2010 come libro dell’anno, con queste motivazioni:

– per essere quanto mai coinvolgente e godibile, di assoluta originalità;

– per essere un libro semplice e lineare frutto di un attento e colto progetto linguistico e grafico;

– per regalarci un implicito invito a far sì che piccoli lettori e adulti possano incontrarsi e stare felicemente insieme.

Dice ancora l’autrice: “L’intento di questa storia e dell’uso di questo linguaggio era far riflettere i grandi sul fatto che senza passione e senza gioco, non si può trasmettere il piacere di esistere, il piacere di esprimersi e infine il piacere di leggere. Ma soprattutto le prime due cose, perché il piacere di leggere non è indispensabile alla vita, anche se la arricchisce molto. Invece esprimersi e apprezzare i momenti belli, questo sì è indispensabile.”

“Malgrado il mio desiderio di linguaggio transculturale, mi ero resa conto che la lingua piripù era un gram-lo italianeggiante. Ma il gioco della lettura in piripù no. Quello è assolutamente trasversale. E vedere bambini di ogni provenienza rimanere in sospeso al “Mé mimia”, ridere come pazzi al “Pum pum patàm patapàm…stò!” e dondolarsi al “Nena nina, nina nena…” è per me una grande gioia.”

Infine:

“Disegnare un piripù è facilissimo. Bisogna imparare però a strappare. Strana cosa, i bambini, che piccolissimi sanno strappare molto bene, tanto più sono grandi, tanto più si trovano impacciati. Allora è vero che si nasce competenti e via via si selezionano le competenze, trattenendo solo quelle più immediatamente utili?”

Il protagonista, Piripù Bibi, è il più piccolo di una famiglia composta da Piripù Pa, Piripù Ma, Piripù So e Piripù Bé.  Piripù Bibi, che non può seguire gli altri sugli alberi, si annoia a starsene solo e decide allora di tagliare la corda che lo tiene legato alla madre, e cammina cammina, si inoltra nella foresta alla ricerca di avventure. Incontra un “Bubolo bibi”, un cucciolo di leopardo, e gli gioca un brutto scherzo, che non finisce bene; ancor di peggio gli succederebbe se un enorme elefante non intervenisse a salvarlo da un terribile serpente: “Spaciac!”, recita il testo mentre le zampe dell’elefante stritolano il rettile. Ma arriva la sera, e Piripù Bibi si è troppo allontanato: riuscirà a tornare a casa? Angela Dal Gobbo, da LiBeR 87 

Consiglio questo libro a tutte le persone che sanno che ogni amore ha la sua propria lingua, e lo vogliono dire ai bambini… mica per insegnarglielo, non serve,  ma per dire soltanto che anche i grandi lo sanno.

Riferimenti nel web:

http://emanuelabussolati.wordpress.com

http://emanuelabussolati.wordpress.com/

http://www.idest.net/

http://www.deastore.com

http://www.ibs.it/

http://www.natiperleggere.it/

http://www.nessundove.net/

http://biblioragazziletture.wordpress.com/

http://www.natiperleggere.it/

http://www.natiperleggere.it

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