Una raccolta di racconti per bambini sul tema buone maniere e gentilezza, di autori vari, per la scuola d’infanzia e primaria.
La strada della cortesia
C’era una volta un principino superbo e maleducato. Non chiedeva ma le cose per piacere.
Un giorno si perse in un bosco. Incontrò una vecchina curva sotto il peso di un sacco e le gridò sgarbatamente: “Vecchia, qual è la strada della reggia?”
La vecchina si strinse nelle spalle, allungò il mento, socchiuse gli occhi e rispose: “Non saprei. Chiedilo al gatto, che sa tutto”.
“Gatto” disse il principino “Voglio tornare alla reggia. Insegnami la strada!”
“Domandalo al cane, che ha girato tanto.”
“Cane, qual è la strada della reggia?”
“Domandalo allo scoiattolo, ce vede tutto”
“Scoiattolo, voglio sapere la strada della reggia”
“Chiedilo allo scricciolo, che ode tutto”
“Scricciolo, insegnami la strada della reggia”
Lo scricciolo volò sulla spalla del principe e gli sussurrò all’orecchio: “Principe, se vuoi ritrovare la reggia, prendi la strada della cortesia e comincia col domandare le cose -per piacere-“.
Il principe capì la lezione e subito disse: “Per piacere, mi potresti insegnare la via?”
Lo scoiattolo scese dall’albero e lo accompagnò fino a una radura dov’era il cane.
“Cane, per piacere mi accompagni verso la reggia?”
Il cane lo guidò fino al bivio dov’era il gatto.
“Gatto, per favore, mi dici dov’è la reggia?”
Il gatto, scodinzolando, lo condusse fino la limite del bosco. Qui era ad aspettarlo la vecchina.
“Nonnina, per gentilezza, mi dite dov’è la reggia?”
La vecchina lo prese per mano e lo condusse fino alla porta del palazzo reale.
“Entrate, per favore” disse il principino cortesemente.
“Grazie, caro. Sono contenta, perchè vedo che hai imparato la strada della gentilezza. D’ora in poi non ti perderai più”.
(P. Bargellini)
La camicia dell’uomo felice
Un re non era affatto contento e un giorno andò da un Mago.
“Io non sono felice” disse. “Sono ricco, potente, ho un regno grande pieno di belle cose. Ma non sono contento. Dimmi cosa devo fare per avere la felicità.”
Il mago guardò dentro una caldaia dove bolliva un liquido nero come la pece, v’introdusse la sua bacchetta magica, l’annusò e disse: “Ho trovato. Ti occorre la camicia dell’uomo felice. Quando la indosserai sarai finalmente contento”.
Il re, allora, mandò i suoi soldati alla ricerca dell’uomo felice, con l’ordine di levargli subito la camicia e portarla a lui. I soldati si misero a girare per città e campagne e quando vedevano un uomo dalla faccia contenta, gli chiedevano: “Sei felice?”
“Niente affatto!” rispondeva quell’uomo. “Mi manca questo, mi manca quest’altro”. E i soldati riprendevano le ricerche.
Dopo un anno, un mese, un giorno, non avevano trovato ancora quello che cercavano e tornarono al castello a mani vuote. Il re si infuriò moltissimo e disse: “Verrò con voi e vedremo se riuscirò a trovare l’uomo felice”. Con i suoi soldati percorse mezzo regno, ma non trovava ciò che voleva, tanto che si era deciso a tornare a casa, sempre più malinconico e adirato. Una mattina sentì il suono di uno zufolo di canna. Era un’arietta allegra che metteva la gioia nel cuore soltanto a sentirla. “Andiamo a vedere chi suona” disse il re.
Trovarono un pastorello che suonava in mezzo alle sue pecorelle.
“Chi sei?” gli chiese il re.
Il pastorello lo guardò, poi si mise a ridere e disse: “Che vi importa il mio nome? Sono un pastorello felice…”
Allora il re dette ordine ai suoi soldati che levassero la camicia all’uomo felice. Ma il pastorello era così povero che non aveva neppure la camicia.
Mimì Menicucci
L’anello incantato
In una piccola casa sperduta nel bosco, vivevano un vecchietto e una vecchietta. Lui era ancor buono a intrecciare panieri, lei raccoglieva, nella buona stagione, bacche e frutti e così vivevano alla meglio, in pace e in tranquillità. E se il lavoro, talvolta, mancava, se la prendevano con pazienza e non si lagnavano mai.
Un giorno, il vecchietto dovette andare a far legna nel bosco. L’inverno era duro e la provvista era finita. Non c’era nemmeno un fuscello per scaldare la minestra. Fuori c’era la neve alta e faceva freddo. “Copriti bene” disse la vecchietta. “Prendi la sciarpa di lana e non ti scordare il fazzoletto da naso”.
Il vecchietto prese l’accetta, si mise il cappelluccio e andò nel bosco. La neve cedeva sotto i suoi piedi ed egli faticava molto a fare il suo fastello. Quando l’ebbe finito tirò un sospiro di soddisfazione. Mentre stava per caricarsi sulle spalle il fascio di legna, vide qualcosa luccicare in mezzo alla neve. Era un anellino di ferro senza nessun valore. “Lo porterò alla mia vecchia” disse. “Gli anelli fanno sempre piacere alle donne”. Se lo infilò al dito per non perderlo ma, appena ebbe fatto questo gesto, sentì una vocina che diceva: “Esprimi il tuo desiderio e qualunque esso sia sarà soddisfatto”.
“Corbezzoli!” esclamò il vecchietto. “E’ un anello incantato”.
Lo guardò, poi lo levò dal dito e lo mise in tasca. “Meglio sentire il consiglio della mia vecchietta”. E si diresse verso casa.
“Vecchietta mia, ho trovato un anello fatato. Sta a sentire”. Lo infilò al dito e subito si sentì la vocina. La vecchietta fece un fischio per la sorpresa. “Questo vuol dire che se chiedessimo un sacco d’oro, potremmo averlo?”
“Certo, ma in fondo, che cosa ne faremmo di un sacco d’oro? Abbiamo così poche necessità”.
“Certo, certo!” Si affrettò a dire la vecchietta. “Dicevo così per dire. Quattrini sono pensieri”.
“Forse, potremmo chiedere un palazzo”.
“Un palazzo?” La vecchietta si guardò attorno sbigottita. “Ho vissuto quarant’anni in questa capanna. In un palazzo non mi ci troverei bene”.
“Senti” disse allora il vecchietto con voce decisa “chiediamogli che non ci manchi mai il lavoro. E’ l’unica cosa che ci porterebbe vantaggio.
“Bravo vecchietto! Hai avuto proprio una bella idea”.
E così chiesero all’anello che non mancasse mai il lavoro.
Da quel giorno una quantità di gente ebbe bisogno di panieri e tutti li volevano dal vecchietto, il quale, tutto allegro, intrecciava vimini dalla mattina alla sera e diceva: “Ma che bel paniere, vecchietta mia, e che anello benedetto!”
Così, non mancando mai il lavoro, in quella capanna entrò una discreta agiatezza e ai due vecchietti non mancò mai nulla.
Un giorno che erano in vena di chiacchierare, raccontarono la storia dell’anello incantato a un vicino che era andato a trovarli.
“Come? Avete un anello così e non ve ne servite per chiedere ricchezze su ricchezze?”
“Noi siamo due vecchietti che hanno bisogno di poco, ma poichè voi, vicino, avete dei desideri, prendetevi pure l’anello e buona fortuna”.
Il vicino quasi non credeva a tanta generosità. Prese l’anello e scappò via per paura che quelli si pentissero.
Arrivato a casa, , salì nel granaio e infilò l’anello al dito. Subito, la solita vocina disse: “Che cosa vuoi?”.
“Monete d’oro. Ma tante come se piovesse”.
E allora, dal soffitto, cominciarono a cadere monete d’oro come se davvero piovesse a dirotto. L’uomo, che le riceveva tutte in testa, cominciò a gridare: “Basta! Basta!”. Ma la pioggia non smise finchè quello non cadde giù tramortito.
Mentre stava lì a smaltire la batosta, senza vedere nè sentire niente, arrivò una gazza. attratta dal luccichio dell’oro. Prese una moneta nel becco e volò via dall’abbaino, e poco dopo, tornò con uno stormo di compagne. Tutte presero una moneta e se ne volarono via. L’ultima, che era arrivata in ritardo, non trovò più monete, ma vide l’anellino e prese quello, tanto per non tornare a becco vuoto.
Così l’uomo che non aveva saputo mettere un limite ai suoi desideri, ebbe soltanto la testa piena di bernoccoli e una gran rabbia in corpo.
Mimì Menicucci
Chi è il più forte?
Il re è forte e potente: nessuno sfugge al suo potere. Forse il ladro? No, perché il re lo fa acchiappare e mettere in prigione. Il ladro però è forte da parte sua: se ruba un pollo, con due sole dita gli torce il collo. Il pollo è abbastanza forte anche lui: se vede un tarlo con un solo colpo di becco ne fa un boccone. Ma il tarlo, il piccolo tarlo, si insinua nel trono del re e comincia a rosicchiare il legno: rosicchia, rosicchia, il trono vacilla, va in polvere e il re si ritrova seduto per terra. Chi è il più forte di tutti?
Il re, il ladro, il pollo o il tarlo?
(Fiaba vietnamita)
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