Metodo Montessori – presentazione dell’ALFABETO MOBILE ai bambini. Una volta che il bambino ha imparato a conoscere alcune delle vocali e delle consonanti dell’alfabeto tattile, possiamo proporre anche l’alfabeto mobile.
Alcuni insegnanti insistono ad aspettare fino a quando i bambini conoscono tutto l’alfabeto con l’alfabeto tattile prima di passare all’alfabeto mobile, ma in realtà molti bambini tendono a dimenticare dei suoni, fino a che non iniziano realmente ad utilizzarli per comporre e leggere le parole.
In una lingua fonetica, come l’italiana, basta pronunciare chiaramente i differenti suoni che compongono una parola (ad esempio m-a-n-o), perché il bambino possa riconoscerne una per una le sue componenti. Gli sarà sufficiente cercare nell’alfabeto mobile i segni corrispondenti ad ogni suono e metterli uno vicino all’altro, ed avrà composto la parola “mano”. Gradualmente imparerà a fare la stessa cosa per autodettatura, con le parole che egli stesso pensa, dividendole nei suoni che le compongono e traducendole in una serie di segni.
In questo modo comporre le sillabe sarà per lui davvero facile, ma non altrettanto la lettura delle parole da lui composte. In genere infatti i bambini riescono a leggere solo dopo un certo sforzo, ed è quindi importante motivarli, leggendo le parole con loro una o due volte, pronunciando sempre molto distintamente: “Mano, mano”.
Se la lingua non è fonetica, la maestra può comporre parole separate con le lettere dell’alfabeto mobile e poi pronunciarle, lasciando che il bambino ripeta da sé l’esercizio di riconoscerle e di rileggerle. Per questo motivo, nelle lingue non fonetiche come quella inglese, si usa dividere le parole in tre livelli di complessità: il livello rosa, quello verde e quello blu.
Una volta capito il meccanismo del gioco, il bambino andrà avanti da solo. Possiamo pronunciare qualsiasi parola, avendo cura solo che il bambino capisca separatamente le lettere di cui è composta: prendendo una per una le lettere necessarie, raramente commette un errore di ortografia.
Il movimento delle labbra rivela il fatto che egli ripete a se stesso un numero infinito di volte le parole i cui suoni sta traducendo in segni.
L’importanza di questi esercizi di autodettatura è grandissima: il bambino analizza, perfeziona, fissa la propria lingua parlata, ponendo un oggetto in corrispondenza di ogni suono che emette. L’esercizio di autodettatura quindi, associa il suono che si sente con il segno grafico che lo rappresenta, e costituisce il fondamento più solido per un’ortografia accurato e precisa.
Oltre a questo, la composizione delle parole è di per sé un esercizio di intelligenza. La parola che viene pronunciata presenta al bambino un problema che deve risolvere, ed egli lo farà ricordando i segni, selezionandoli tra gli altri, e disponendoli nell’ordine corretto. Egli avrà la prova della soluzione esatta del suo problema quando rileggerà la parola che ha composto, e che rappresenterà per tutti coloro che sanno leggere, un’idea.
E’ appunto dopo tali esercizi con l’alfabeto mobile che i bambini possono scrivere parole intere. Questo fenomeno generalmente accade inaspettatamente, e così un bambino che non ha ancora tracciato mai sulla carta una lettera, scrive parecchie parole di seguito e spesso tale fenomeno spontaneo ha un carattere esplosivo. Da quel momento egli comincia a scrivere, sempre gradatamente perfezionandosi.
Questa scrittura spontanea prende caratteristica di un fenomeno naturale, ed il bambino che ha cominciato a scrivere la “prima parola” continuerà a scrivere, proprio come parla, dopo aver pronunciato la prima parola, e cammina, dopo aver fatto il primo passo. La stessa via di formazione interna, attraverso la quale appare il fenomeno della scrittura, è la via del suo progresso futuro, del suo accrescimento in perfezione.
Il bambino preparato in questa maniera è entrato in una via di sviluppo attraverso la quale avanzerà sicuramente, così come la crescita del corpo e lo svolgimento delle funzioni naturali avanzano attraverso la loro via di sviluppo, quando la vita è stata stabilita.
Metodo Montessori – presentazione dell’ALFABETO MOBILE ai bambini – versione uno
Materiale necessario: alfabeto mobile, alfabeto tattile, un tappetino oppure anche una tabella bianca preparata con delle righe blu. Ricordiamo che il tappetino serve soprattutto a delineare lo spazio visivo di lavoro, ed aiuta la concentrazione del bambino nell’esercizio.
L’insegnante invita il bambino ad unirsi a lei nell’esercizio, si srotola il tappeto e si mette la scatola dell’alfabeto mobile, quella dell’alfabeto tattile, ed eventualmente la tabella a righe sul pavimento o su un tavolo.
L’insegnante prende dall’alfabeto tattile le lettere che servono a comporre ad esempio la parola “mano“, e compone la parola pronunciando i suoni singolarmente: “M… a… n… o…”.
Poi prende la M tattile e la M mobile e le pone una accanto all’altra ripetendo: “M…m…”, ripone la lettera tattile e pone sul tappeto la m dell’alfabeto mobile. Procede allo stesso modo con le altre tre lettere.
Dopo averle posizionate in ordine ripete: “M… a… n… o…”.
Chiede quindi al bambino di sondare stesso la parola, se non ha ancora detto che le lettere formano la parola “mano”. Attendere qualche secondo. Se ripete i suoni staccati l’uno dall’altro è sufficiente dirgli: “Più veloce!”. Attendere qualche secondo. Poi dirgli ancora: “Più veloce!” finchè le lettere non suonano per lui come una parola.
Se il bambino dimostra di aver colto il contenuto della lezione, possiamo proporre una seconda parola, ad esempio “mago“., dicendo che possiamo formare un’altra parola e sostituendo la n con la g.
Se il bambino è ancora entusiasta e vuole di più, possiamo ancora sostituire la m con la l per scrivere “lago“, poi sostituire la a con la e per scrivere “lego“, ecc…
Metodo Montessori – presentazione dell’ALFABETO MOBILE ai bambini – per gruppi di tre quattro bambini
Materiale: alfabeto mobile, tappeto
L’insegnante stende il tappeto verde sul pavimento, apre la scatola dell’alfabeto mobile e mette la scatola nel coperchio, di fronte ai bambini. Poi chiede ai bambini di trovare le lettere che corrispondono ai suoni che lei pronuncia dicendo: “Qualcuno di voi riesce a trovare t?”, “Mettiamo c sul tappeto”, “Troviamo m”. Ogni volta che l’insegnante dice una lettera, tutti i bambini la cercano finchè uno di loro la trova e la mette sul tappeto.
Lo stesso giorno se c’è tempo, altrimenti il giorno seguente, l’insegnante può procedere alla composizione di parole. Il materiale è sistemato come prima. L’insegnante dice ai bambini: “Adesso faremo delle parole”.
Quindi sceglie delle parole di tre o quattro lettere e dice ai bambini: “Adesso faremo la parola oca. Quali suoni sentite mentre dico oca?”. L’insegnante accetterà ogni risposta, in qualsiasi ordine, e mostrerà ai bambini come mettere le lettere sul tappeto verde per comporre la parola oca.
Un bambino può dire o. “Bene, qualcuno trovi o”. Un bambino la trova e lei mostra dove metterla sul tappeto.”Cosa altro sentite in oca?”. L’insegnante continua a stimolare i bambini in questo modo alcune volte, finchè la parola non è completata.
Poi legge la parola pronunciando un suono alla volta o-c-a, e poi la parola nel suo insieme: “Abbiamo composto o-c-a, oca”. Ora faremo bue. Che suoni sentite mentre io dico bue?”. La lezione procede in questo modo, e viene ripetuta nei giorni seguenti.
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