La torre rosa Montessori – descrizione del materiale, consigli per costruirla in proprio, indicazioni per la presentazione e l’utilizzo coi bambini, con lezioni in tre tempi pronte. L’obiettivo che Maria Montessori mira a raggiungere attraverso l’uso del suo materiale sensoriale è riordinare il bagaglio e l’accumulo percettivo e affinare i sensi attraverso la capacità di cogliere differenze.

Il materiale consente fondamentalmente due tipi di attività:
appaiare: riconoscere gli uguali e disporli a coppie
graduare: riconoscere i simili e disporli in serie.

La funzione del materiale sensoriale dunque non  è quella di presentare al bambino impressioni nuove, ma di portare ordine e sistematicità nella miriade di impressioni che ha ricevuto e continua a ricevere.
Ognuno dei materiali sensoriali, usato in modo corretto, aiuta la mente infantile a mettere a fuoco una particolare qualità e, attraverso una manipolazione attiva, a trasformarla in concetto.
Non si correggono gli eventuali errori, determinati da mancanza di sviluppo, perchè sara appunto la ripetizione dell’esercizio che porterà nel bambino un progresso.
Si deve soltanto impedire che egli faccia un uso disordinato del materiale, cioè che lo usi per scopi diversi da quelli per il quale è stato costruito.

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La torre rosa Montessori

età: dai tre anni

tipo di materiale: materiale sensoriale

nomenclatura: grande e piccolo

scopo diretto: coordinazione oculo-manuale, educazione del senso visivo alle grandezze ed alle proporzioni fra le dimensioni, riconoscimento e denominazione degli opposti

scopo indiretto: memoria muscolare, irrobustimento della mano e delle braccia, preparazione indiretta alla mente matematica e alla scrittura
controllo dell’errore: è affidato all’occhio del bambino, ma può anche essere dato dal movimento di distensione della mano.

La torre rosa è composta da una serie di dieci cubi decrescenti con lo spigolo che diminuisce gradualmente di cm 1. Il cubo più piccolo ha lo spigolo di cm 1, il più grande ha lo spigolo di cm 10.

Si tratta di un set da costruzione che non manca in ogni scuola montessoriana, ma è interessante notare che nonostante ciò viene raramente presentato al bambino nel modo in cui era stato originariamente previsto.

Maria Montessori aveva esposto la sua idea in relazione all’uso della torre (che almeno inizialmente non era rosa, ma di legno non colorato), che prevedeva la costruzione simmetrica, utilizzando i dieci blocchi in sequenza. Ma aveva anche previsto che i bambini avrebbero provato grande gioia nel buttar giù la torre con una bella spinta al termine del lavoro. Secondo la Montessori, il grande contrasto tra attento lavoro di costruzione e successiva distruzione fosse perfetta per questa fascia d’età (i tre anni).

Purtroppo, la presentazione del materiale della torre rosa col tempo è cambiata, ed all’abbattimento della torre è stato sostituito lo smontaggio progressivo. Probabilmente questo è dovuto all’alto costo del materiale, ed al fatto che la vernice rosa dei cubi si può facilmente rovinare e i cubi stessi col tempo si possono ammaccare.

La torre rosa va esposta in aula, montata, su un ripiano basso dello scaffale oppure su uno sgabellino basso, in modo tale che il bambino possa vedere come è formata.

Quando il bambino desidera  lavorare con la torre rosa, porterà sul suo tappeto i pezzi, magari uno alla volta.

Nella presentazione del materiale useremo la presa a tre dita per i pezzi più piccoli, e la presa con due mani per i pezzi più grandi.

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La torre rosa Montessori
Presentazioni

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Materiale necessario
torre rosa
tappetino (non morbido)

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La torre rosa Montessori
Presentazione individuale:

1 l’insegnante invita il bambino ad unirsi a lei nell’esercizio

2 il bambino srotola il tappeto sul pavimento, poi insieme a lui va a prendere i cubi e li posano sul tappeto.

3 l’insegnante posiziona il cubo più grande al centro del tappeto, poi mette via via sopra di esso gli altri cubi in ordine decrescente.

4 l’insegnante abbatte la torre con un colpo della mano.

5 Ora lascia che il bambino costruisca la torre. Quando la torre è ultimata, insegnante e bambino si fermano ad osservarla

6 il bambino può abbattere la sua torre.

7 Al termine del lavoro  (i bambini possono aver piacere a ripetere l’esercizio anche più volte), si riassembla la torre sulla mensola o sullo sgabello predisposti

8 quindi il bambino riarrotola il tappeto e lo ripone.

Se si lavora con un bambino molto piccolo, è anche possibile presentare una serie di tre cubi sequenziali alla volta in modo tale da formare prima delle piccole torri.

Se si vuole procedere in questo modo, naturalmente è importante che i cubi non utilizzati siano lontani dalla vista del bambino.

Questa scelta inoltre permette di introdurre il materiale della torre rosa anche con bambini molto piccoli, ed evitando di scegliere i cubi più piccoli si evitano eventuali rischi di soffocamento.

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La torre rosa Montessori
Presentazione di gruppo

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I bambini sono seduti in cerchio. Il maestro dice: “Oggi vorrei presentarvi la torre rosa.”

Alcuni bambini rispondono che la conoscono già, ma questo non impedisce loro di rimanere seduti in attesa, perchè di certo pensano: “Voglio proprio vedere come la farà lui”, o qualcosa di simile.

In mezzo al cerchio delle sedie c’è un tappeto rotondo. Il maestro si alza, va allo sgabello su cui si trova la torre, prende il più piccolo dei cubi, lo mette amorevolmente sull’altra mano e lo porta camminando con solennità fino al tappeto.

Così per tutti e dieci i cubi.

Mettendoli nella mano la mimica è così accentuata che i bambini possono verificare solo guardando la differenza di peso. Andando su e giù lentamente e in modo concentrato, si rende chiaro che ogni parte della torre rosa è importante allo stesso modo, sia essa grande o piccola, pesante o leggera.

Poi il maestro osserva con soddisfazione i dieci cubi  sparsi sul tappeto: sembrano un dipinto di Kandinsky.

Va con lo sguardo da un cubo all’altro, poi sceglie il più grande e lo mette al centro del tappeto.

Poi confronta allo stesso modo le parti rimaste per trovare il cubo più grande rimasto e lo mette al centro del cubo precedente.

Continua in questo modo fino a che anche il cubo più piccolo viene messo, con grande precauzione, in cima alla torre.

E’ bello vedere come i bambini seguano lo sguardo del maestro e si sentano sollevati quando prende il cubo giusto per costruire la torre.

Poi il maestro cammina intorno alla torre per ammirare in silenzio l’opera, in tutte le sue parti.

Poi sposta tutti i cubi della torre in modo che siano tutti a filo su uno spigolo e accarezza delicatamente, con due mani, i due lati laterali della torre.

Poi fa scendere il cubo più piccolo su ogni gradino della torre, su un lato verso il basso, e dall’altro lato nuovamente verso l’alto per rimetterlo al suo posto. Nel farlo bisogna sempre cambiare mano.

Con questo gioco delle mani, che cambiano ad ogni cubo, demolisce poi la torre e rimette i singoli cubi in ordine sparso sul tappeto.

La presentazione termina rimettendo tutto a posto sullo scaffale. Si può anche chiedere ai bambini se vogliono aiutare, ed è interessante osservare allora come si organizzino in maniera autonoma e come si mettano d’accordo per rimettere a posto la torre, secondo il giusto ordine di grandezza dei cubi.

Dopo la presentazione è importante che noi adulti ci teniamo semplicemente a disposizione senza intervenire, lasciando i bambini liberi di provare e di esprimersi a modo loro.

Alcuni, preso un cesto o un vassoio, ci mettono tutti i cubi in una sola volta per trasportarli al posto di lavoro. A volte diventa una sorta di sfida spostare l’intera torre o magari metà, da un posto all’altro.

E’ interessante osservare anche i diversi metodi di costruzione della torre rosa: ci sono bambini che lavorano molto per fare una costruzione regolare, altri sono curiosi di cominciare con il cubo più piccolo, come base, mettendo via via tutti gli altri fino al cubo più grande, per sperimentare le leggi della statica.

Particolarmente amata è anche la combinazione torre rosa-scala marrone, o altre più complesse con aste numeriche, incastri solidi, cilindretti colorati e altri materiali sensoriali, per far nascere vere e proprie opere architettoniche.

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La torre rosa Montessori
Metodo del gioco spontaneo prima della lezione in tre tempi

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L’educazione di ciò che può essere chiamato il piano inferiore, l’educazione cioè che mira a sviluppare le competenze sensoriali e motorie del sistema nervoso come strumento di coscienza, col metodo Montessori inizia quando il bambino molto piccolo è attratto, ad esempio, dalla vista dei grandi cubi rosa che formano la cosiddetta torre, la sceglie, e comincia a giocare.

Non avrà bisogno di alcun aiuto, perchè i blocchi stessi sono una guida sufficiente e fungono di per sè stessi da correttivo per gli eventuali errori.

Quando il bambino, dopo aver giocato un po’ con i cubi rosa che formano la torre, vede che il blocco più grande è certamente la base della torre, l’educazione delle sue capacità di attenzione è cominciata, e mentre la sua manina gestisce i blocchi, imparando a poco a poco metterli uno sopra l’altro nella sequenza corretta, il suo senso muscolare già risvegliato inizia a svilupparsi.

Poi, se l’insegnante gli mostra come passare la mano leggermente dal basso verso l’alto della scala, si allena anche il suo senso del tatto che,  combinato col senso della vista, stimola la capacità di discriminazione.

Il bambino è ora pronto per la cosiddetta lezione in tre tempi di Seguin, che Maria Montessori ha adattato al suo materiale per permettere al bambino di apprenderne l’uso corretto e riceverne esperienze preziose per l’educazione sensoriale e motoria.

Nel primo periodo l’insegnante  prende il blocco più grande della torre con la quale il bambino ha prima giocato spontaneamente, e dice: “Questo è il blocco maggiore, il maggiore…”, e il bambino ripeterà questa parola.

Poi, prendendo il cubo più piccolo che sta all’apice della torre, lo mostrerà al bambino dicendo: “Questo è il minore, il minore…” fino a quando il bambino non ripeterà anche lui questa parola.

I due pezzi,  che sono in così  forte contrasto per grandezza, vengono poi mostrati insieme, mentre l’insegnante dice: “Questo è il maggiore, questo è il minore…”, e il bambino ripeterà indicando i blocchi.

Quando il bambino è pronto per il passo successivo, l’insegnante dice: “Dammi il cubo maggiore” , oppure: “Dammi il cubo minore”.

Se il bambino non riesce a rispondere con l’azione corretta, l’insegnante torna di nuovo al primo periodo,  in considerazione del fatto che il bambino ha dimostrato di non essere pronto pronto per questo passo.

Se invece il bambino risponde correttamente dimostrando  di aver imparato a discriminare le due grandezze in relazione ai concetti di maggiore e minore, è pronto per il terzo passo, che è il più difficile da interiorizzare per il bambino, e quindi non deve essere affrettato né si deve costringere il bambino ad affrontarlo se non è pronto.

L’insegnante prende il blocco più grande e chiede: “Che cubo è questo?”.  Se il bambino è pronto, risponderà: “E’ il maggiore”, ma se questo non avviene è consigliabile tornare nuovamente al primo e al secondo tempo, fino a quando il bambino non sarà in grado di rispondere prontamente e con precisione.

Questo è un buon esempio di lezione in tre tempi, che si basa sull’utilizzo di un materiale  molto semplice per la presentazione ai bambini più piccoli. Lo stesso principio però viene seguito con tutti i materiali montessoriani: l’insegnante  sceglie in un primo momento due elementi in forte contrasto tra loro  e gradualmente arriva a gradazioni sempre più sottili, portando il bambino a sempre più fini e più sottili discriminazioni.

Le lezioni in tre tempi dovrebbero sempre essere precedute da un periodo di uso spontaneo del materiale. Maria Montessori aveva una grande fiducia nella serietà dei bambini verso ciò che chiamiamo il loro gioco.

Sta a noi organizzare i suoi spazi in modo tale per cui il bambino sia portato a vedere che ogni gioco è un problema da risolvere, e che possa sempre attraverso il suo gioco spontaneo trovare la soluzione corretta.

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La torre rosa Montessori
Estensione dell’esercizio

Scopo del gioco con la torre rosa è imparare la differenza tra grande e piccolo, e quando il bambino progredisce abbastanza nell’affinamento del senso della vista, il gioco può essere variato ponendo i blocchi in disordine in un lato della stanza ad una certa distanza dal luogo in cui il bambino costruirà la sua torre.

Il bambino dovrà andare a prendere un cubo alla volta; ,ciò comporta che, quando il bambino lascia la sua torre per andare a prendere il cubo necessario a proseguire la costruzione, dovrà “portare la dimensione nel suo occhio”, e scegliere il cubo che gli serve facendo appello alla sua  memoria visiva.

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La torre rosa Montessori
La descrizione dell’esercizio fatta da Maria Montessori

Con questi cubi il bambino costruisce una torre:  prima pone a terra (su un tappeto), il più cubo più grande, e poi impila i successivi dal più grande al più piccolo. Appena ha costruito la torre, la abbatte con un colpo della mano,  in modo che i cubi si spargano di nuovo sul tappeto, pronti ad essere ricomposti.

Come al solito, l’insegnante, facendo lei stessa l’esercizio per prima, mostrerà al bambino come devono essere organizzati i pezzi della serie, anche se molto più frequentemente nella casa dei bambini accade che i piccoli imparino guardando i compagni. Comunque l’insegnante partecipa sempre con l’osservazione, non perdendo mai di vista gli sforzi dei bambini; qualsiasi correzione sarà indirizzato a prevenire l’uso approssimativo o disordinato del materiale, e non verso eventuali errori che il bambino può compiere nel collocare i cubi in ordine di gradazione.

La ragione di questo comportamento è che gli errori che il bambino fa sono causati dalla sua mancanza di sufficiente esercizio, ed è la ripetizione dell’esercizio che, affinando la sua capacità di osservazione, lo condurrà prima o poi a correggersi da solo.

La torre rosa (insieme alla scala marrone e alle aste della lunghezza) fa sì che il bambino arrivi con competenza a muoversi, a maneggiare, a trasportare oggetti che sono difficili per lui da afferrare con la sua piccola manina.

Ancora una volta, dal loro utilizzo, si aiuta l’educazione dell’occhio al riconoscimento delle differenze di dimensioni tra oggetti simili.

La particolare importanza del senso dell’udito deriva dal fatto che è l’organo di senso direttamente collegato con il linguaggio.

Pertanto, per educare l’attenzione del bambino a seguire i suoni ed i rumori che si producono nell’ambiente, di riconoscerli e di discriminarli tra loro, è bene  preparare la sua capacità di attenzione a seguire  i suoni del linguaggio articolato.

L’insegnante deve avere grande cura nel  pronunciare in modo chiaro e completo i suoni della parola ogni volta che parla con un bambino, deve inoltre parlare a voce bassa, quasi come a dirgli un segreto.

Quando insegna qualcosa, deve pronunciare lentamente le parole, separando i suoni che compongono la parola pronunciata.

Un’opportunità molto speciale per la formazione di un linguaggio chiaro e preciso nel bambino piccolo è data dalle lezioni nelle quali si presenta ai bambini la nomenclatura relativa ai vari esercizi sensoriali.

In ogni esercizio sensoriale, infatti, quando il bambino ha riconosciuto le differenze tra le qualità degli oggetti, l’insegnante sottolinea l’idea di questa qualità con una parola.

Così, quando il bambino ha più volte costruito e ricostruito la torre rosa, al momento opportuno l’insegnante gli si avvicina, e prendendo i due cubi estremi, il più grande e il più piccolo, glieli mostra dicendo: “Questo è grande”,oppure: “Questo è piccolo”. Le due parole, “grande” e “piccolo”, vengono pronunciate più volte di seguito, con grande enfasi e con una pronuncia molto chiara: “Questo è grande, grande, grande …”; dopo di che c’è un momento di pausa.

Poi l’insegnante, per verificare che il bambino abbia compreso, fa le seguenti prove: “Dammi quello grande”, oppure: “Dammi il cubo piccolo”.  Ancora una volta: “Quello grande”. “Ora il piccolo”. “Mi daresti il cubo grande?”. Poi c’è un’altra pausa. Infine, l’insegnante, indicando gli oggetti, chiede: “Che cosa è questo?”. Il bambino, se ha imparato, risponde correttamente: “Grande”.  “Piccolo”.

Oggetti grandi e piccoli sono quelli che differiscono solo per dimensioni e non anche per  forma, sono cioè tutte le serie nelle quali le tre dimensioni (altezza, larghezza e lunghezza) degli oggetti considerati variano in modo proporzionale.

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La torre rosa Montessori
Qualche video

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Disclaimer: “Per redigere questa mia presentazione ho utilizzato i miei album e appunti personali e consultato vari album di altri autori e articoli nel web. Per leggere online o acquistare le copie legali di tali opere consultate segui i link:
– Sensorial primary guide di Infomontessori.com
– Album for ages 3-6 – Sensorial di montessoriteacherscollective (Moteaco)
– Montessori teacher album – Sensorial di Montessorialbum.com
– Sensorial album di wikisori.org
Basic Montessori learning activities for under fives di David Gettman
– The casa 2,5-6 years – sensorial di montessoricommons
– Sensorial development di montessoriworld.org
Module 3: Exercises of sensory development di Montitute.com
– Sensorial teacher manual di khtmontessori.com
Primary class curriculum – second year di mymontessorihouse.com
Sensorial teaching manual – primary ages di montessoriprintshop
– Early childhood curruculum – Montessori sensorial manual di montessoritraining.net
Sensorial Manual Infant and Toddler e Sensorial Manual Early Childhood
di themontessoriparent.com, che ha suggerito l’aggiunta di questo disclaimer in accordo con la sua politica di copyright.
Ho inoltre consultato i testi di riferimento di Maria Montessori per gli esercizi sensoriali:
Il Metodo della Pedagogia Scientifica applicato all’educazione infantile nelle case dei bambini
La scoperta del bambino
Per una bibliografia completa delle opere di Maria Montessori vai qui.

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